Di Fabrizio Scarinci
Abu Dhabi. Il Dipartimento di Stato americano ha appena autorizzato la vendita di 50 F 35 Lightning II, 18 UAV MQ-9B Reaper e diversi tipi di bombe e missili (tra cui AMRAAM, AARGM, Small Diameter Bombs, JSOW, JDAM, Paveway ed Hellfire) al Governo degli Emirati Arabi Uniti.
Se anche il Congresso approvasse tale commessa, del valore complessivo di oltre 23 miliardi di dollari, l’Aeronautica di Abu Dhabi diventerebbe la prima del mondo arabo a disporre di un caccia multiruolo di quinta generazione, anticipando anche quella del suo potente vicino saudita.
Con tale mossa gli Stati Uniti hanno probabilmente voluto “ricompensare” gli emiratini per il recente raggiungimento dell’accordo di pace con Israele, ribadendo, al contempo, l’importante ruolo svolto da Abu Dhabi nel contenimento delle ambizioni di Teheran nella regione mediorientale.
Tuttavia, soprattutto al fine di non irritare il proprio “vicinato”, gli Emirati (non diversamente da quanto accaduto in passato con talune acquisizioni saudite) dovranno accettare, almeno per il momento, alcune limitazioni riguardo alle capacità dei Lightning, accontentandosi di utilizzare velivoli “depotenziati” e consentendo agli americani di mantenere il pieno controllo dei loro sistemi operativi.
Cionondimeno, anche a queste condizioni, l’acquisto degli F 35 (soprattutto se dotati degli avanzati sistemi parte della commessa in questione) rappresenta, per Abu Dhabi, una mossa di grande valore strategico, che (pervio permesso americano) dovrebbe conferire alle sue forze aeree una certa capacità di operare e colpire anche all’interno delle bolle A2/AD che gli iraniani hanno creato nella regione, migliorando notevolmente il livello di deterrenza della “piccola” monarchia.
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