Di Giuseppe Gagliano
ABU DHABI. La Rabdan FA-400 è un nuovo Pattugliatore/OPV (Offshore Patrol Vessel) di circa 42-45 metri sviluppato da Abu Dhabi Ship Building (ADSB), parte del Gruppo emiratino EDGE.
Rappresenta l’ultima generazione di motovedette d’attacco veloce progettate e costruite interamente negli Emirati Arabi Uniti, con pieno possesso della proprietà intellettuale del design da parte di ADSB.
Questa unità è pensata per operare in una varietà di ruoli, tra cui sorveglianza del litorale, pattugliamento territoriale, supporto militare, ricerca e soccorso (SAR) e difesa costiera.
Di seguito analizziamo in dettaglio le sue caratteristiche tecniche e operative, nonché il contributo di ADSB e le collaborazioni internazionali che hanno reso possibile questo progetto.

Sistemi di sorveglianza e radar
La Rabdan FA-400 è equipaggiata con una suite moderna di sensori e sistemi di sorveglianza per garantire piena consapevolezza situazionale in mare.
In particolare, grazie a un accordo con la società spagnola Indra, le nuove unità FA-400 integrano un radar 3D avanzato di ultima generazione, affiancato da sistemi elettronici di supporto sia radar (R-ESM) sia comunicazioni (C-ESM). Questi sensori elettronici permettono di rilevare e analizzare emissioni radar e radio nemiche, fornendo capacità di guerra elettronica e allerta precoce. Inoltre, per contrastare minacce emergenti come i droni, la Rabdan dispone di jammer C-UAS (Counter-Unmanned Aerial Systems) capaci di disturbare e neutralizzare UAV ostili.
L’integrazione di questi sistemi Indra, realizzata tramite la joint venture locale “PULSE” (tra EDGE e Indra), aumenta notevolmente le capacità di scoperta e autodifesa elettronica del pattugliatore.
Accanto ai radar e sistemi EW, la plancia è dotata di un sistema integrato di navigazione tattica fornito dalla canadese OSI Maritime Systems. Questo Integrated Navigation Bridge System combina radar di navigazione, cartografia elettronica e comandi di governo, consentendo all’equipaggio di condurre operazioni complesse in sicurezza e coordinamento. Grazie a questa suite di sensori e alla loro fusione nei sistemi C4I di bordo, la Rabdan FA-400 può svolgere efficacemente missioni di sorveglianza marittima, monitoraggio di zone economiche esclusive e protezione di infrastrutture critiche offshore.
Armamenti e capacità di difesa
Progettata come unità d’attacco veloce, la Rabdan FA-400 vanta un armamento sofisticato, bilanciando potenza di fuoco offensiva e difese attive/passive.
Il sistema d’arma principale consiste in un cannone automatico calibro 30 mm montato a prua (controllato da remoto), in grado di ingaggiare bersagli di superficie leggeri e minacce aeree a corto raggio.
A supporto del cannone principale, sono installate anche mitragliatrici pesanti da 12,7 mm (posizionate su fiancate o sovrastruttura) per la difesa ravvicinata a 360 gradi. Tali armi, fornite e integrate in collaborazione con la società Dynateq International, garantiscono capacità di risposta rapida contro barchini veloci, minacce asimmetriche e obiettivi a corto raggio da diverse angolazioni.
Per la capacità d’attacco a distanza, la Rabdan è equipaggiata con missili superficie-superficie antinave. ADSB ha stretto un accordo con la brasiliana SIATT per integrare il lanciatore del missile MANSUP, un moderno missile antinave a lungo raggio. Questa dotazione conferisce al Pattugliatore una capacità di strike avanzata, potendo colpire unità navali ostili ben oltre la linea d’orizzonte.
I MANSUP (derivati del progetto brasiliano di missili anti-nave) estendono il raggio d’azione offensivo della nave e la rendono paragonabile, in termini di letalità, a pattugliatori missilistici di maggior stazza.
Sul fronte difensivo, oltre ai cannoni, la Rabdan FA-400 adotta sistemi di contromisure e difesa passiva. In collaborazione con la francese Lacroix, è stato installato un sistema lanciacontromisure (decoy) di ultima generazione.
Questo sistema spara esche e falsi bersagli (chaff, flare, ecc.) per distrarre o ingannare sensori e missili nemici in arrivo, aumentando la sopravvivenza della nave di fronte a minacce missilistiche multi-spettro. Le contromisure Lacroix, già impiegate su oltre 30 navi nel mondo, forniscono protezione contro minacce moderne e contribuiscono a creare un robusto scudo difensivo attorno al pattugliatore. Da notare che l’insieme di radar 3D, ESM, jammer C-UAS e decoy conferisce a Rabdan una capacità di autodifesa multilivello, contro missili antinave, droni e attacchi asimmetrici.
In sintesi, l’armamento integrato della Rabdan FA-400 – composto da artiglieria leggera e pesante, missili antinave e sistemi di difesa attiva – le permette di impegnare efficacemente bersagli diversi, dai piccoli natanti veloci fino a navi maggiori, garantendo allo stesso tempo misure difensive contro una vasta gamma di minacce. Ciò la rende adatta sia ad azioni offensive rapide sia a fungere da deterrente costiero, colmando il vuoto tra le grosse unità di superficie e le piccole motovedette leggere.
Propulsione e prestazioni marittime
La Rabdan FA-400 è progettata per alte prestazioni velocistiche e grande manovrabilità, qualità essenziali per operazioni costiere e d’interdizione rapida. Grazie a un moderno apparato propulsivo diesel (molto probabilmente un sistema di motori ad alta potenza abbinati a eliche a passo variabile o idrogetti), questo pattugliatore può superare i 30 nodi di velocità in assetto medio. La velocità elevata consente alla nave di intercettare rapidamente imbarcazioni sospette, rispondere a situazioni di emergenza e ridislocarsi agilmente lungo le coste degli EAU.
Nonostante l’alta velocità, la Rabdan mantiene anche un’apprezzabile autonomia operativa: l’unità ha un raggio d’azione di circa 1.500 miglia nautiche a velocità di crociera economica (14 nodi). Questo le permette di condurre pattugliamenti prolungati in zona d’operazione senza rifornimento, coprendo le acque del Golfo Persico e del Mar Arabico adiacenti. Le caratteristiche di tenuta di mare (seakeeping) sono state curate per operare in sicurezza anche offshore: la nave è descritta come dotata di eccellente stabilità e comportamento sull’onda, il che le consente di affrontare condizioni meteo marine impegnative durante missioni d’altura.
La combinazione di velocità, autonomia e tenuta di mare fa della Rabdan FA-400 una piattaforma flessibile: può inseguire velocemente bersagli in scenari litoranei, ma anche stazionare al largo a guardia di rotte marittime o infrastrutture. L’equipaggio è composto da circa 30 membri (tra equipaggio e personale aggiuntivo) un numero gestibile che indica un buon livello di automazione di bordo. Questo consente turni di guardia efficienti e la possibilità di ospitare eventualmente team specializzati (ad esempio unità boarding per abbordaggi o squadre di soccorso) se la missione lo richiede.
Materiali di costruzione e loro vantaggi
Dal punto di vista costruttivo, la Rabdan FA-400 adotta una soluzione mista in termini di materiali, scelta comune nelle moderne navi militari di piccola-media dimensione. Lo scafo e le strutture principali inferiori sono realizzati in acciaio marino ad alta resistenza, mentre la sovrastruttura (dal ponte in su) è costruita in lega di alluminio marina saldata. Questa combinazione sfrutta i vantaggi di entrambi i materiali: l’acciaio conferisce robustezza strutturale e resistenza agli impatti o stress della chiglia, ideale per garantire integrità in navigazione e in combattimento; l’alluminio invece riduce il peso delle parti superiori, abbassando il baricentro e migliorando stabilità e velocità, oltre a semplificare la costruzione di forme complesse della sovrastruttura (spesso importanti per la riduzione della segnatura radar, cioè la furtività).
Per unire le sezioni in acciaio con quelle in alluminio ed evitare corrosione galvanica tra metalli diversi, ADSB utilizza giunti bimetallici speciali. Ciò garantisce una solida connessione strutturale senza compromettere la durabilità: il giunto impedisce reazioni elettrolitiche che causerebbero corrosione nei punti di contatto tra acciaio e alluminio. Di conseguenza, la nave beneficia di una vita operativa più lunga e minori necessità di manutenzione straordinaria legata alla corrosione.
L’uso di materiali avanzati si accompagna a tecniche costruttive moderne. Secondo ADSB, nei suoi cantieri vengono impiegate tecnologie robotiche e di automazione per massimizzare la qualità delle saldature e l’efficienza produttiva. L’adozione di queste soluzioni garantisce che la Rabdan e unità simili abbiano tolleranze costruttive ristrette, pesi controllati e finiture di alto livello, contribuendo alle prestazioni superiori e alla riduzione dei costi di ciclo di vita (manutenzione più facile, maggiore affidabilità).
In sintesi, la scelta di un approccio ibrido acciaio-alluminio offre il miglior compromesso tra resistenza strutturale, peso contenuto e longevità. Questo è un approccio simile a quello impiegato su altre moderne unità veloci: ad esempio, le motomissilistiche finlandesi Hamina (51 m) impiegano scafi interamente in lega leggera e materiali compositi per ottenere alta velocità e basso profilo radar, mentre la Rabdan combina acciaio e alluminio per robustezza e agilità. Entrambi i metodi evidenziano l’attenzione a leggerezza, stealth e resistenza nelle motovedette contemporanee.
Tecnologie sviluppate localmente negli Emirati Arabi Uniti
Un elemento chiave del programma Rabdan FA-400 è l’accento sulle tecnologie nazionali emiratine e lo sviluppo locale.
Questa nave è stata interamente progettata negli EAU: ADSB ne detiene al 100% la proprietà intellettuale del progetto, senza dipendere da schemi progettuali stranieri.
Ciò significa che il know-how progettuale (dallo scafo ai sistemi di combattimento integrati) risiede nei team ingegneristici locali, un aspetto strategico per l’indipendenza tecnologica.
Oltre al design, la costruzione fisica avviene nei cantieri ADSB ad Abu Dhabi, impiegando maestranze locali e trasferendo competenze avanzate nel settore navalmeccanico nazionale.
L’integrazione dei sistemi d’arma e sensori avviene in situ, con ADSB che funge da prime contractor e integratore di sistema.
Molti sottosistemi all’avanguardia provengono da collaborazioni internazionali (radar Indra, decoy Lacroix, missili SIATT, sistemi OSI, ecc.), ma l’integrazione e l’adattamento avvengono localmente, spesso attraverso joint venture come la citata PULSE con Indra. Questo approccio permette alle aziende emiratine di acquisire familiarità con tecnologie di punta (ad esempio radar 3D, guerra elettronica, missili anti-nave) e di sviluppare capacità indigene di produzione e supporto tecnico per l’intero ciclo di vita della nave.
Un chiaro esempio di tecnologia locale applicata è il sistema di combattimento e C4I integrato della Rabdan. Pur non essendo elencati tutti i dettagli pubblicamente, si menzionano “sistemi sofisticati di combattimento e C4I” a bordo, il che suggerisce l’uso di una piattaforma informatica integrata sviluppata o customizzata con il coinvolgimento di sviluppatori locali. EDGE Group (il conglomerato di cui fa parte ADSB) investe in soluzioni digitali militari: è plausibile che il combat management system (CMS) o parti di esso siano sviluppati internamente negli EAU, così come le interfacce utente e alcuni algoritmi di fusione dati. Allo stesso modo, la presenza di jammer anti-drone e di contromisure potrebbe derivare da tecnologie elettroniche concepite in parte dall’industria locale, integrando componenti importati con software e sistemi di controllo made in UAE.
In definitiva, la Rabdan FA-400 funge da piattaforma dimostrativa delle capacità industriali emiratine: dall’ingegneria navale, alla costruzione, fino all’integrazione di sistemi d’arma complessi. Questo programma rafforza l’ecosistema tecnologico nazionale e riduce la dipendenza estera, pur beneficiando di partnership globali per assicurare che le soluzioni adottate siano allo stato dell’arte.
Ruolo di Abu Dhabi Ship Building (ADSB) e collaborazioni internazionali
Abu Dhabi Ship Building (ADSB) è l’attore centrale dietro lo sviluppo delle motovedette Rabdan. Fondata nel 1996, ADSB è divenuta il cantiere navale di riferimento negli Emirati per navi militari fino a dimensioni corvette e per unità commerciali specializzate. Nel progetto FA-400, ADSB ha svolto sia la funzione di progettista sia di costruttore integratore, capitalizzando 25 anni di esperienza in costruzioni navali e refitting per le forze armate degli EAU e clienti regionali. L’azienda, parte del gruppo statale EDGE, ha messo a disposizione i propri impianti e tecnici per realizzare localmente ogni fase: dalla posa della chiglia (celebrata nel 2024 come evento di lancio del programma), fino all’allestimento finale e ai collaudi in mare.
ADSB ha inoltre orchestrato un ampio network di collaborazioni internazionali per equipaggiare la Rabdan FA-400 con le migliori tecnologie disponibili. Abbiamo già citato diverse partnership chiave:
- Dynateq International: integrazione dei sistemi d’arma principali (cannone da 30 mm e mitragliatrici). Questa collaborazione assicura che la nave disponga di capacità di fuoco precise e affidabili, sfruttando soluzioni balistiche moderne
- SIATT (Brasile): fornitura del sistema lanciamissili per gli SSM MANSUP. Ciò porta sul Rabdan un’arma anti-nave avanzata, frutto di tecnologia sudamericana, adattata alle esigenze emiratine
- Lacroix (Francia): integrazione di un sistema lanciadecoy avanzato per la difesa antimissile. L’esperienza francese nelle contromisure arricchisce la nave di una protezione collaudata a livello internazionale
- Indra (Spagna): fornitura di radar e suite elettronica (3D radar, ESM, C-ESM, jammer), tramite la joint venture locale PULSE. Questo trasferimento tecnologico potenzia l’industria locale nel campo dei radar e guerra elettronica
- OSI Maritime (Canada): implementazione del sistema di navigazione integrato in plancia, garantendo standard NATO di comando e controllo della navigazione.
Oltre a queste, ADSB collabora strettamente con le Forze Navali emiratine e con enti come la Critical Infrastructure & Coastal Protection Authority (CICPA) – organismo per il quale ha firmato contratti di costruzione di pattugliatori veloci. Non di rado, ADSB lavora anche con partner come Naval Group (Francia) e Fincantieri (Italia) in altri progetti, ad esempio per sistemi di combattimento o per programmi di navi maggiori, creando sinergie tra le competenze locali e quelle straniere. Un esempio recente è l’accordo quadro EDGE-Fincantieri per supporto logistico alla flotta UAE, indicativo della portata internazionale delle collaborazioni.
In sintesi, ADSB agisce come hub che coniuga sviluppo nazionale ed expertise estera: il risultato è una piattaforma come la Rabdan FA-400, che unisce design locale e sottosistemi globali. Questa formula di successo consente di dotare gli Emirati Arabi Uniti di navi all’avanguardia, mantenendo però nel paese le capacità chiave di produzione e supporto.
Confronto con altre motovedette di classe simile a livello internazionale
La Rabdan FA-400 si inserisce nella categoria dei pattugliatori veloci/motomissilistiche di medio piccolo tonnellaggio, confrontabile con varie unità similari sviluppate da altre marine militari per la difesa costiera. Pur avendo caratteristiche proprie, è utile valutarla accanto ad alcuni pari ruolo internazionali:
- Type 022 “Houbei” (Cina): le motomissilistiche cinesi Type 022 Houbei sono catamarani stealth da circa 42 metri di lunghezza, con velocità molto elevata (oltre 40 nodi di punta) grazie a scafi a basso pescaggio e idrogetti. Il loro armamento è più massiccio: fino a otto missili antinave YJ-83 (gittata ~200 km) oltre a cannoni da 30 mm tipo CIWS. Rispetto ad esse, la Rabdan imbarca probabilmente un minor numero di missili (il lanciatore MANSUP potrebbe prevedere 2-4 missili), ma presenta una suite sensoristica più moderna integrata (radar 3D, ESM avanzati, contromisure elettroniche). Le Houbei sono concepite per attacchi saturanti “swarm” in sciame, mentre le Rabdan puntano su flessibilità multi-missione (incluse SAR e pattugliamento, oltre al combattimento puro). Ambedue le classi evidenziano l’importanza di unità compatte ad alta velocità per la difesa del litorale e la negazione d’area.
- Classe Hamina (Finlandia): i quattro mezzi d’attacco veloci finlandesi Hamina (51 m) rappresentano un altro benchmark. Gli Hamina impiegano materiali avanzati (scafo in alluminio/composito) con design stealth e sono propulsi da due motori diesel con idrogetti, raggiungendo oltre 30 nodi. Hanno un armamento composito: un cannone Bofors da 57 mm, 4 missili antinave RBS-15 e perfino missili anti-aerei Umkhonto-IR per autodifesa a medio raggio. La Rabdan, di dimensioni leggermente inferiori, rinuncia al missile superficie-aria dedicato, concentrandosi su missili antinave e decoy per la difesa, e monta un cannone più leggero (30 mm) rispetto al 57 mm finlandese. In comune con Hamina vi è l’enfasi sulla furtività (sezioni radar ridotte grazie alla sovrastruttura angolata) e sull’integrazione elettronica: entrambe dispongono di sistemi di combattimento e guerra elettronica completi. La scelta di un calibro principale minore sulla Rabdan riflette probabilmente la destinazione d’uso focalizzata su minacce asimmetriche e costiere, dove un 30 mm stabilizzato è sufficiente, mentre l’Hamina è pensata anche per ingaggiare bersagli a maggior distanza con il 57 mm.
- Altre unità comparabili: sul panorama internazionale, potremmo citare anche i pattugliatori veloci Combattante di progettazione francese (45-55 m, largamente esportati), oppure le moderne FAC turche e greche come la classe Kılıç/Roussen (~58-62 m con missili Harpoon/Exocet e cannoni da 76 mm). Tali navi tendono ad essere più grandi e potentemente armate (un esempio: le Combattante o Roussen hanno cannoni da 76 mm e 4-8 missili), posizionandosi tra una corvetta leggera e un pattugliatore. La Rabdan FA-400, pur avendo un dislocamento minore, colma un segmento tattico specifico: è più piccola e manovrabile di una corvetta, ma più pesantemente armata e attrezzata di una semplice motovedetta da guardia costiera. In questo senso, può essere vista come l’evoluzione contemporanea delle motosiluranti/missilistiche veloci della Guerra Fredda, aggiornate con tecnologie odierne e pensate per minacce attuali (droni, missili, swarm di barchini, ecc.).
In conclusione, rispetto alle controparti internazionali, la Rabdan FA-400 si distingue per l’equilibrio tra capacità multiruolo e piattaforma compatta. Non primeggia per potenza di fuoco bruta rispetto a unità più grandi, ma combina sufficienti armamenti (missili e cannoni) con sistemi sensoriali e difensivi avanzati, il tutto in un’unità di dimensioni contenute progettata localmente. Ciò la rende molto adatta al contesto operativo degli Emirati e potenzialmente appetibile anche sul mercato export per nazioni con esigenze simili di sorveglianza e difesa costiera.
Impatto strategico e operativo per la Marina degli Emirati Arabi Uniti
L’introduzione della Rabdan FA-400 e di unità analoghe rappresenta un significativo passo avanti per la Marina degli Emirati Arabi Uniti (UAE Navy) e per le forze di sicurezza marittima del Paese in generale.
Dal punto di vista strategico, disporre di pattugliatori d’attacco veloci progettati e costruiti internamente rafforza la sovranità nazionale in campo difensivo: gli Emirati possono contare su mezzi navali all’avanguardia senza dipendere totalmente da fornitori esterni per nuove unità o pezzi di ricambio critici.
La filiera locale assicura resilienza anche in caso di tensioni geopolitiche, garantendo supporto logistico e aggiornamenti in-house attraverso EDGE/ADSB.
Operativamente, navi come la Rabdan ampliano le capacità della UAE Navy nel controllo delle acque territoriali e zone economiche esclusive. Possono essere dispiegate rapidamente per rispondere a minacce costiere quali incursioni di barchini armati, infiltrazioni di forze ostili, pirateria o traffici illeciti, scenari non inusuali nelle acque del Golfo.
La loro velocità e potenza di fuoco consentono di intercettare e neutralizzare minacce asimmetriche prima che possano raggiungere assetti di maggior valore (come terminal petroliferi, porti o navi maggiori). Allo stesso tempo, le Rabdan possono svolgere missioni di presenza dissuasiva: pattugliando costantemente aree sensibili, mostrano bandiera e fungono da deterrente visibile contro possibili atti ostili o violazioni.
Un altro impatto importante è la capacità di integrarsi in una strategia di difesa a strati.
Le Rabdan opererebbero congiuntamente sia con unità maggiori (come le corvette classe Baynunah o i futuri OPV maggiori Falaj 3) sia con assetti aerei e di sorveglianza. In caso di conflitto convenzionale, esse potrebbero ingaggiare unità nemiche maggiori con tattiche mordi-e-fuggi, lanciando missili antinave e ritirandosi fuori dal raggio di risposta, sfruttando la loro velocità e le contromisure per sopravvivere.
In situazioni di crisi minore o incidenti, potrebbero essere il primo strumento di risposta immediata, data la loro prontezza e flessibilità. Inoltre, la presenza di contromisure avanzate (ESM, jammer, decoy) le rende utili anche come piattaforme di scorta per proteggere convogli o unità di alto valore: ad esempio, potrebbero affiancare una nave logistica o una piattaforma petrolifera mobile fornendo schermi elettronici e fuoco di supporto ravvicinato.
Dal punto di vista dottrinale, l’acquisizione di queste motovedette d’attacco consente alla marina emiratina di perfezionare tattiche di guerra litoranea e di contrasto alle minacce ibride. In uno scenario regionale in cui potenziali avversari possono impiegare sciami di droni o piccole imbarcazioni rapide, avere navi come la Rabdan – progettate appositamente per affrontare minacce multi-dimensionali in ambienti complessi – colma una lacuna nelle capacità difensive. Il loro impiego aumenta la prontezza operativa e la capacità di reazione delle forze navali emiratine, contribuendo alla stabilità marittima del Golfo Persico.
In conclusione, le motovedette Rabdan FA-400 forniscono agli Emirati Arabi Uniti un vantaggio strategico in termini di autonomia militare e un moltiplicatore di forza operativa nelle operazioni navali costiere. Rafforzano la protezione delle vie marittime cruciali e delle infrastrutture off-shore del Paese, al contempo stimolando l’industria bellica nazionale.
In prospettiva, il successo di queste unità potrebbe tradursi anche in soft power industriale, aprendo opportunità di export e collaborazioni regionali grazie alla reputazione di ADSB come costruttore navale di livello mondiale.
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