Di Giuseppe Gagliano*
ABU DHABI. Il 6 gennaio scorso ad Abu Dhabi, si è svolto un incontro ad alto livello tra il Comandante dell’Aeronautica militare e della Difesa aerea degli Emirati Arabi Uniti (UAE-AFAD), Generale Rashid Al-Shamsi, e il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e dello Spazio francese, Generale Jérôme Bellanger.

capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e dello Spazio francese, Generale Jérôme Bellanger.
Un colloquio che ha assunto contorni di particolare rilievo alla luce delle recenti tensioni regionali e dei dubbi emersi in seno alle forze armate emiratine circa l’affidabilità del caccia Rafale, dopo la perdita di un esemplare durante un confronto aereo tra India e Pakistan.
Obiettivi principali dell’incontro
Il confronto ha avuto come obiettivo principale la valutazione delle capacità operative del Rafale, già oggetto di un accordo bilaterale di fornitura tra Parigi e Abu Dhabi. Il dialogo si è incentrato sul riesame del programma di cooperazione, con particolare attenzione alle condizioni di impiego dei velivoli e ai requisiti di interoperabilità nel quadro delle minacce regionali in rapido mutamento.

Un aereo Rafale
Le preoccupazioni emiratine: minacce aeree e vulnerabilità tecnologica
Tra i temi più sensibili affrontati durante l’incontro figurano le nuove minacce aeree provenienti dall’Iran e dai suoi proxy nella regione del Golfo, l’uso crescente di droni d’attacco e missili da crociera a lungo raggio, nonché la necessità per le forze aeree emiratine di adattarsi a scenari di guerra ad alta intensità.
Il Generale emiratino Al-Shamsi avrebbe espresso preoccupazione per la sopravvivenza del Rafale in contesti saturi di minacce, chiedendo chiarimenti sulle misure correttive adottate da Dassault Aviation e sul livello di protezione elettronica dei caccia francesi.
Stato dell’accordo e prospettive future
L’incidente che ha coinvolto un Rafale in un’operazione indo-pakistana – benché non direttamente connesso al teatro emiratino – ha comunque spinto Abu Dhabi a riconsiderare alcune clausole dell’accordo con Parigi, specie in vista di futuri aggiornamenti tecnologici e pacchetti di supporto logistico.
La Francia, dal canto suo, ha riaffermato la solidità del programma Rafale, offrendo nuove garanzie in termini di aggiornamenti software, armamento aria-aria e interoperabilità NATO.
Secondo fonti confidenziali, gli Emirati non intendono per ora congelare l’accordo ma hanno chiesto una revisione approfondita delle capacità di guerra elettronica e delle contromisure automatiche del Rafale.
Inoltre, si sono aperte prospettive per una cooperazione tecnica più ampia, congiunta a programmi di addestramento e sviluppo congiunto di tecnologie aerospaziali, anche in vista dell’avanzata industriale degli Emirati nel settore della difesa.
Conclusione
Il dialogo tra Al-Shamsi e Bellanger riflette la delicatezza degli equilibri tra necessità operative, prestigio tecnologico e alleanze strategiche.
Il Rafale rimane un pilastro dell’arsenale emiratino, ma gli eventi recenti obbligano Abu Dhabi a mantenere un approccio prudente e condizionato dai rischi regionali.
La Francia, per parte sua, appare determinata a rafforzare il rapporto con uno dei suoi principali clienti arabi, anche attraverso un’offerta tecnologica più avanzata e su misura.
*Presidente Centro Studi Cestudec
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