ESCLUSIVA. Esercito: il duro addestramento dei Bersaglieri del 6° Reggimento di Trapani per un eventuale impiego in ogni Teatro operativo

Trapani (dal nostro inviato). Le pattuglie del 6° Reggimento Bersaglieri di Trapani avanzano nel buio di una notte d’aprile. Devono fare un colpo di mano per avere ragione di un gruppo di “insurgents” che hanno preso posizione su una collina che domina il lago Rubino, a pochi chilometri da Trapani.

Una pattuglia di Bersaglieri del 6° Reggimento

Sono supportati da sostenitori locali che li aiutano a raggiungere l’obiettivo, superando lo specchio d’acqua a bordo di battelli super veloci.

Vien dato ordine di intensificare il fuoco e gli ARX 160 dei Bersaglieri sparano superando ogni difesa avversaria.

Sono da poco passate le 4 del mattino e così il direttore dell’esercitazione, Tenente Colonnello Ernesto Noya può ordinare il ripiegamento.

Gli attaccanti hanno vinto e ripreso possesso del caposaldo.

Report Difesa ha avuto modo di vivere nei tre giorni dell’attività continuativaogni singola fase. Momento per momento abbiamo conosciuto l’alto livello di addestramento di quest’altro glorioso Reggimento dei
Bersaglieri, inquadrato nella Brigata Aosta.

ATTIVITA’ ESERCITATIVA
L’esercitazione è iniziata con il nuoto operativo. E’ stato insegnato al personale del 6° Reggimento come si confeziona uno zaino tattico per l’impiego in acqua. Le tecniche di acquatici: il galleggiamento e la progressione in acqua.

Sono stati fatti numerosi esercizi individuali: dalla presa in acqua a quella di terra, dall’attraversamento di uno specchio d’acqua (max 20 metri) e di uno specchio d’acqua con l’ausilio di una fune.

Un momento dell’esercitazione con l’elicottero dell’Aeronautica Militare

Molto interessante l’attività esercitativa svolta dalle varie squadre per orientarsi in assetto tattico in aree boschive. Ad ogni squadra, per rendere l’attività più complicata in una specie di “caccia al tesoro” sono stati dati dal direttore dell’esercitazione e dal suo team, piccoli frammenti di una carta topografica che poi i Bersaglieri
dovevano mettere insieme per arrivare ai punti stazione.

Degna di particolare attenzione la parte dedicata al riconoscimento di mezzi e materiali del “nemico”.
Gli istruttori hanno predisposto una serie di foto “a scomparsa”. Con l’ausilio di binocoli ed avendo poco tempo a disposizione, le squadre dovevano riportare il modello ed il tipo dei mezzi e materiali che vedevano.
Un esercizio molto importante che è servito al personale a “farsi l’occhio” perchè, come ci ha spiegato uno degli istruttori, un Bersagliere deve conoscere tutti i mezzi e materiali con cui potrebbe trovarsi a contatto.

Abbiamo trovato molto interessante anche un altro aspetto dell’attività addestrativa: quello della preparazione dei militari alle procedure di primo soccorso. E’ stata simulata un’emorragia massiva, a seguito di un ferimento, con l’attuazione di manovre salvavita in attesa dell’evacuazione medica (MEDEVAC) con elicottero, preceduta dalla trasmissione di un modulo di richiesta standard NATO denominato “9 line” che consente alla sala operativa di predisporre le cure del caso.

Ci viene spiegato come viene trattato un ferito

Nei giorni precedenti, i militari hanno seguito una serie di lezioni in aula per poi mettere in pratica quanto appreso. Tra cui lezioni di BLSD (Basic Life Support early Defribillation) con il personale medico del Reggimento.

Ogni soldato, infatti, deve possedere delle nozioni di base di primo intervento ed essere in grado di stabilizzare il ferito per il tempo necessario all’arrivo del soccorritore militare (presente in ogni squadra) o allo sgombero in strutture sanitarie adeguate. Solo l’elevata preparazione individuale garantisce sicurezza per sé stessi e per il proprio team.

Un altro elemento di successo è stato l’addestramento integrato tra Bersaglieri ed i loro colleghi del 4° Genio Guastatori di Palermo a bordo di battelli.

Personale del 4° Genio Guastatori di Palermo impiegato in esercitazione sul terreno

Imbarcazioni velocissime in vetroresina, antiaffondamento, con la capacità di poter imbarcare equipaggio e fucilieri. In attività operativa possono vedere l’impiego di un mitragliere posizionato a prua.

Anche noi abbiamo avuto modo di seguire una parte dell’attività esercitativa sia a bordo dei battelli che viaggiano a 40 nodi di velocità (circa 75 chilometri orari, montando un motore di 115 cavalli) sia a terra, dove i Bersaglieri si sono addestrati alla presa in acqua e alla presa di terra, sulla sistemazione del personale e dell’equipaggiamento a bordo ed ancora nel recupero di un uomo in acqua con l’utilizzo di un elicottero HH139A del 82° Centro Combat Search and Rescue (CSAR) di Trapani-Birgi dell’Aeronautica Militare.

L’addestramento in acqua

Gli aerosoccorritori militari hanno tenuto, prima dell’inizio dell’esercitazione vera e propria, un briefing operativo per spiegare come indossare la draga ascellare in modo da non intralciare i movimenti e poter essere issati in sicurezza con l’intero equipaggiamento.

Il briefing degli aerosoccorritori del 82° Centro Combat Search and Rescue (CSAR) di Trapani-Birgi dell’Aeronautica Militare

IL COLPO DI MANO
Per ogni militare il colpo di mano è un’azione che deve essere compiuta quasi da manuale, poichè può essere ricca di insidie se non viene pianificata al meglio. Ogni piccolo tassello della missione deve esser analizzato e previsto. Anche se poi la sorpresa e l’iniziativa last minute possono rivelarsi determinanti.

L’attività è iniziata con l’emanazione degli ordini del comandante del 6° Reggimento Bersaglieri, Colonnello Massimo Di Pietro, ai complessi minori.

E dopo il ROC (Rehearsal Of Concept Drill) dei comandanti subordinati è iniziata l’esercitazione continuativa a partiti contrapposti tra unità BLUFOR (con una pattuglia da combattimento rinforzata con elementi specialisti del Genio) e OPFOR (costituito da un plotone di fucilieri) messe a difesa dell’installazione.

Nello scenario esercitativo la storia era questa. Siamo a Kamon dove per rifornire le unità avanzate, le forze di questo Paese hanno costituito i Forward Arming and Refueling Point (FARP) lungo la linea del fronte.

Informatori filo coalizione hanno fornito le coordinate di quei FARP essenziali ad alimentare le unità nemiche avanzate di Kamon sulla Forward Line of Enemy Troops (FLET) a contatto con le unità alleate.

La missione è stata, dunque, quella di costituire ed enucleare una pattuglia da combattimento pluriarma con il compito preciso di distruggere il posto di rifornimento avanzato delle forze di Kamon per impedire i rifornimenti di materiali ed armi, diminuendo così il loro combat power.

Le forze alleate che supportano Lakuta erano state organizzate per distruggere l’installazione e far arretrare il nemico.

Cosa che i Bersaglieri del 6° Reggimento impiegati nell’attacco hanno fatto benissimo, adottando misure di inganno e di copertura, sfruttando al meglio gli appigli del terreno.

Ottimo anche l’impegno del plotone “nemico” in difesa che ha mantenuto sino all’ultimo le posizioni assegnate, sebbene da supposto operativo non disponeva delle sosfisticate tecnologie e del supporto strategico in possesso agli alleati.

IL RUOLO DEL POSTO COMANDO

Nel corso dell’esercitazione sono stati schierati anche dei VBM (Veicolo Blindato Medio) “Freccia” 8×8 in versione combat.

Il Veicolo è in dotazione organica al 6° Reggimento Bersaglieri tanto da fargli assumere la connotazione di unità di Fanteria media digitalizzata.

Questo veicolo da combattimento può trasportare 8 soldati completamente equipaggiati. E’ dotato di una torretta hitfist con cannone da 25 millimetri e racchiude doti di elevata mobilità e buona protezione.

E’ dotato di apparati optoelettronici e di comunicazioni all’avanguardia e consente di esercitare il comando e controllo anche in condizioni proibitive.

Rappresenta l’elemento fondamentale della teoria netcentrica.

Il posto comando digitalizzato

Durante l’esercitazione è stato impiegato per realizzare un posto comando di compagnia avanzato (nodo T4). I suoi molteplici apparati radio (HF, VHF, TacSat) e il suo sistema di comando controllo e navigazione digitalizzato consentono di gestire le attività tattico/operative proprie di un reparto di Fanteria media.

I suoi sistemi optoelettronici e i suoi sensori e le ottiche (Janus, Lotar) consentono di sorvegliare il campo di battaglia e di designare gli obiettivi in qualsiasi condizione di luce e a distanze elevate.

La capacità intrinseca di tale piattaforma consente al “Freccia” di racchiudere in una rete i soldati, i sensori e i sistemi d’arma che scambiandosi le informazioni in tempo reale riescono a fare acquisire all’unità la supremazia sul campo di battaglia.

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