Napoli. La ricostruzione e lo sviluppo della Libia passa da due punti chiave: sicurezza ed investimenti economici. A Napoli, nei giorni scorsi, si è discusso del ruolo del Mediterraneo come veicolo per l’internazionalizzazione d’impresa.

Italia e Libia amicizia antica che si sta riconsollitando
In particolare si è voluto sviluppare l’applicazione del progetto “MED Blue Economy”, finanziato nell’ambito dell’azione 3.4.1 del POR FESR 2014-2020 della Regione Lazio.
Tutto è nato dall’intenzione di sostenere le imprese nel processo di internazionalizzazione e nella rappresentazione di un contesto socio-produttivo e di un modello di sviluppo sostenibile che caratterizza tutta la tradizione del Mare Nostrum.
L’evento, a carattere “itinerante”, coinvolger oltre all’Italia, anche Malta, Tunisia, Brasile e Russia.
E’ modo diverso di fare impresa, dove viene codificato lo stile italiano in un modello culturale trasmissibile.
E proprio parlando dei rapporti tra il nostro Paese e la Libia, Report Difesa ha intervistato, in esclusiva, Fdli Adel Ali B, parlamentare libico e presidente dell’Alshawati Group Holding Co. Di Bengasi.
Fdli Adel Ali B, come definisce oggi la situazione della sicurezza in Libia?
Molto buona. Malgrado le notizie che arrivano in Italia. Le cellule terroristiche dei Paesi confinanti che avevano nelle mani il Sud del Paese sono state sconfitte. E’ stato riaperto l’aeroporto chiuso dal 2014. Non tutti i problemi sono stati risolti. Dobbiamo ancora lavorare dal punto di vista politico per mettere d’accordo la parte di Tripoli con quella ad Est del Paese (Tobruk ndr). Comunque stiamo andando avanti per dare al Paese un nuovo percorso.

Militari di Haftar avanzano nel Sud della Libia
Quanto l’Italia può aiutare il popolo libico a conquistare una sua propria sicurezza? E quanto può sostenere il Paese a livello internazionale?
Il ruolo che sta svolgendo l’Italia è molto apprezzabile. Sta facendo uno sforzo per avvicinare le parti. Un impegno ben visibile che consideriamo un grande passo in avanti. L’Italia deve continuare su questo percorso.
In che modo?
La stabilità della Libia è la vostra stabilità. Abbiamo bisogno del vostro Paese per l’intervento economico dedicato alla ricostruzione delle città colpite dai terroristi che si sono radicati nel nostro territorio. Il ruolo dell’Italia è quello di essere accanto a noi proprio per ricostruire le nostre città.
Vedete, nella ricostruzione, anche un sostegno delle Nazioni Unite?
Le Nazioni Unite stanno svolgendo un ruolo non indifferente. Ma da quanto abbiamo capito ci sono punti di vista diversi. Siamo tutti libici. Quindi la parte Est. Ovest o Sud del Paese è tutta Libia. Da quanto viene sostenuto in alcune dichiarazioni non sembra che l’unità libica sia mantenuta.

L’inviato delle Nazioni Unite, Ghassan Salameh
Per noi, ribadisco è invece molto importante il ruolo che l’Italia sta svolgendo. Basti pensare alla Conferenza di Palermo del novembre scorso. E’ stato molto importante che sia stata il vostro Paese ad intraprenderla.
Ed è sempre il vostro Paese che ha il diritto, essendo il più vicino a livello geografico e culturale, a stare legato a noi. Ci auguriamo che l’Italia prosegua su questa strada.
Come valuta l’impiego del Lybian National Army nel contrasto al terrorismo?
Ha dato una grossa mano, rendendo il Sud più stabile. Oggi la situazione è tutta sotto controllo, come noi volevamo da subito.

Militari del LNA
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