Esclusiva. Parla la console del Venezuela a Napoli: “E’ guerra psicologica contro il mio Paese”

Napoli. Il Venezuela sta vivendo, da mesi, una situazione politica estremamente critica. Proteste di piazza che spesso sfociano in azioni violente, con morti e feriti, una situazione economica altrettanto critica. Un Presidente, come Nicolas Maduro che cerca di tenere unito il Paese, con un’opposizione che cerca tutte le forme, di legge e non, per destituirlo.

E’ ancora crisi economica in Venezuela

Insomma, il Venezuela appare a chi vive al di qua dell’Oceano come uno Stato sull’orlo di una crisi di nervi, politica ed economico-sociale. Ovvero di una crisi che potrebbe mettere a rischio la stabilità.

Intanto, la presidentessa del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) del Venezuela, Tibisay Lucena, ha annunciato, giorni fa, che le elezioni per i deputati dell’Assemblea Costituente, voluta dal Presidente Maduro, si terranno il 30 luglio.

Ma come si è arrivati alla crisi? Di chi sono le colpe? Report Difesa ha ascoltato il parere della console venezuelana a Napoli, Amarilis Gutiérrez Graffe.

Console, cosa sta accadendo, in Venezuela?

Si fanno attacchi frontali al nostro Governo perchè sosteniamo l’autodeterminazione del nostro popolo. Si vuole debilitare il lavoro fatto in nome del progresso.

Quando inizia tutto questo?

Vorrei ricordare che il Presidente della Repubblica bolivariana del Venezuela, Hugo Chavez è morto nel 2013.

Alla morte del Presidente si decide di votare. L’elezione porta alla vittoria l’attuale Presidente, Nicolas Maduro. Ma subito dopo la sua vittoria, l’opposizione comincia una campagna di odio. La frase che ripetevano era che “in meno di sei mesi” avrebbero destituito Maduro. Questo lo ha detto Ramos Allup, Presidente dell’Assemblea Nazionale dal 2016 , nel gennaio 2017 ed hanno iniziato a confondere la comunità internazionale.

Maduro è stato anche ministro degli Esteri. In quell’occasione, cosa è successo con gli altri Stati dell’America latina? Si schierarono a favore o contro il Venezuela?

Maduro è stato parte del periodo di consolidazione delle alleanze regionali tra i paesi latinoamericani e del Caraibi. In quegli anni partecipò, come ministro, alle riunioni del Mercosur, ALBA, CELAC. Il mio Paese era alla guida o aveva ruoli determinanti in queste organizzazioni. Ma l’Argentina, la cui politica estera oggi è molto vicina agli Stati Uniti, cercò di attaccarlo. E poi vorrei ricordare un’altra cosa che accadeva in Brasile.

Cosa?

Il colpo di Stato contro l’ex presidente Dilma Roussef.

Ed oggi quali Paesi Sud americani potrebbero essere fatti oggetto di questi profondi attacchi alle loro istituzioni?

Beh, penso alla Bolivia e all’Ecuador.

Vuole dire che c’è un attacco ideologico. La destra americana e dell’America latina contro Paesi che esprimono Governi di sinistra?

Sì. Ma non è una questione di destra americana ma di sistema, Anche l’ex Presidente Usa, Barack Obama, dichiarò che il Venezuela era una minaccia per gli Stati Uniti ed Obama è considerato dai media non come un Presidente di destra.

In Europa sono arrivate e continuano ad arrivare notizie di scontri e di cittadini che non hanno nulla da mangiare…

E’ l’opposizione che sta nascondendo medicine e cibo. Il nostro popolo è vittima di gruppi di imprenditori che stanno nascondendo i generi di prima necessità. La nostra Polizia controlla che questo non accada. E la Guardia Nazionale Bolivariana non sta usando armi. Ma se è il caso utilizza i lacrimogeni, come del resto accade anche in Italia.

Console, dal punto di vista politico si vuole isolare il Venezuela?

Si sta applicando la stessa tattica usata alla fine del’Unione Sovietica. Si fa una guerra psicologica. A Cuba non ci sono riusciti perchè all’epoca l’URSS sostenne Fidel Castro. Non dimentichiamo quanto è poi avvenuto, negli anni passati, in Nicaragua, Bolivia, Cuba stessa, Ecuador, El Salvador.

Gli Stati Uniti ed i loro alleati latino americani non accettano che Russia e Cina ci diano una mano.

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