ESCLUSIVA. Parla Sergio Rafael Araújo Castro: “In Colombia serve un nuovo schema giudiziario, di convivenza cittadina con garanzie per tutti”

Bogotà. Sergio Rafael Araújo Castro, 53 anni, è un analista, editorialista ed anche imprenditore colombiano. Segue la vita politica da anni di un Paese che sta facendo passi da gigante per uscire dal tunnel nel quale era entrato con il narcotraffico e con la guerriglia messa in atto da movimenti di estrema sinistra e paramilitari.

In questa intervista che Report Difesa pubblica in esclusiva per l’Italia e l’Europa,  Araújo Castro entra nel vivo della storia colombiana e della cronaca politica di questi mesi.

Sergio Rafael Araújo Castro

La visita di Papa Francesco in Colombia, lo scorso settembre,  ha riproposto il tema dell’accordo di pace con le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia). Cosa sta funzionando di quell’accordo? Se non fosse portato avanti, cosa potrebbe succedere per la politica ed i cittadini colombiani?

La smobilitazione ed il reinserimento delle FARC va sostenuta ed appoggiata attraverso la totale capacitá dello Stato. Ma lo schema di Giustizia creato fuori e sopra l’ordine della magistratura che demolisce il principio del passato in giudicato è insostenibile. É disegnato per generare nuovi conflitti perchè opererà come mezzo di vendetta nei confronti di coloro che le FARC considerano i propri avversari storici.

Il vostro partito, all’opposizione dell’attuale Governo Santos, si è detto fermamente contrario a questo accordo. Cosa proponete in cambio?

La nostra proposta è quella di smontare la consegna istituzionale, escludendo l’accordo del corpus juris costituzionale per poi iniziare una riforma dei modelli politici-amministrativi, economici e giudiziari della Colombia, Vogliamo approfondire il “fosso” della divisione dei poteri, per irrobustire l’indipendenza individuale. Di fatto e nei fatti, la Colombia ha un regime nel quale il Presidente governa come fosse un monarca medievale che viene eletto ogni quattro anni. Il potere legislativo così come quello giudiziario sono sotto il suo potere. I governatori dei Dipartimenti (equivalenti alle Regioni italiane) così come i sindaci sono subalterni, senza alcuna indipendenza economica o fiscale.

Quali sono stati gli errori e quali le positività dell’intesa con le FARC, nata sotto le bandiere di Cuba e della Norvegia? Che ruolo hanno avuto i due Paesi?

Cuba ha auspicato 50 anni di violenza in America Latina, alimentando l’insorgenza armata nei confronti di differenti regimi totalitari in diversi Paesi. In Colombia, il Governo cubano ha combattuto la nostra democrazia. La sua azione, nella nostra storia, è stata criminale. Avere scelto Cuba come sede dei dialoghi, è stato come scegliere un pedofilo come preside di un asilo. Anche la questione con la Norvegia e la Svezia è stata oscena. Sin dall’inizio avevamo avvisato che l’invito rivolto ai due Stati era finalizzato al mero ottenimento del Premio Nobel per la Pace a Juan Manuel Santos. Ed è andato esattamente così. Ora la Colombia li ha trasformati in robusti soci commerciali ed economici.

Come valuta. invece, la posizione delle Nazioni Unite?

L’ONU si è prestata affinché le FARC consegnassero le armi in segreto. E’ servita come intermediario perché  cubani, norvegesi e svedesi portassero divise blu, fingendosi neutrali. Non hanno fatto, però, la minima menzione sui 3 mila uomini che le FARC continuano ad avere in armi, tanto meno del narcotraffico sotto la eufemistica denominazione “dissenso delle FARC”.

Parliamo della gestione dell’accordo. Sarà istituito un Tribunale per giudicare i fatti accaduti, compresa la repressione delle Forze militari e di sicurezza dello Stato. Quali potranno essere le conseguenze delle sentenze?

É leggero vaticinare e indovinare. La selezione dei magistrati, in gran parte di sinistra si è espressa con rabbia nei confronti dell’opposizione e della persona di Alvaro Uribe (Presidente della Colombia in carica dal 2002 al 2010 ndr). Tutto questo è stato tracciato con la mano maestra dello spagnolo Enrique Santiago (avvocato comunista ndr) che ha scritto le norme di questo schema di giustizia (JEP). Aggiungiamoci poi la presenza di un militante internazionale della sinistra armata, amico di ETA.

Oggi questa persona opera in Colombia come un direttore esecutivo delle FARC. Tutto questo ci permette di supporre che i processi non saranno giusti, bensì sarà una vendetta política con lo strumento delle sentenze come arma. Penso che l’accordo sia disegnato con finalitá di rivalsa nel quale le FARC aspirano a riscrivere la storia colombiana, attraverso le sentenze giudiziarie.

Quindi i processi non costituiranno la “Norimberga colombiana”?

Nel 2018 verrá eletto il presidente della coalizione che stanno guidando i due ex presidenti Alvaro Uribe ed Andrés Pastrana Arango. Il nuovo Governo dovrà dare alla Colombia un nuovo schema giudiziario, di convivenza cittadina con garanzie per tutti, indipendentemente dal fatto che uno sia di sinistra, di centro o di destra. La Colombia dovrá votare per evitare un processo di vendetta che assomiglierebbe molto al regime del terrore della Rivoluzione francese che ghigliottinó, attraverso giudizi caricaturali, tutti gli avversari di Robespierre. Vorrei ricordare che alla fine, lo stesso Robespierre subí la stessa pena.

Come ministro della Guerra l’attuale Presidente della Repubblica, Santos, è stato accusato di avere fatto uccidere molti guerriglieri. Potrebbe rischiare una forte punizione? O con la scelta di sottoscrivere l’accordo ha tacitato tutto?

Il Ministero della Difesa è una dipendenza presidenziale. Le guerriglie colombiane sono state negli ultimi 30 anni bande armate di narcotrafficanti che hanno compiuto atti di terrorismo sia urbano che rurale, colpendo la popolazione indifesa e le infrastrutture dello Stato. Nessun ministro potrebbe essere sottoposto a giudizio per aver difeso la democrazia del Paese. Se Santos fosse sottoposto ad un giudizio, dovrebbe essere per alto tradimento alla Patria per aver inginocchiato l’ordine costituzionale di 47 milioni di colombiani per placare 5.500 criminali che ancora detengono 200 mila ettari coltivati a coca che inviano in tutto il mondo. Queste persone non pagheranno con neppure un solo giorno di carcere per avere ucciso decine di migliaia di persone. Tanto meno consegneranno un solo centesimo della loro immensa fortuna illecita. Il cosiddetto processo di pace colombiano altro non é che la piú grande operazione di reciclaggio di denaro sporco della storia dell’umanità.

All’epoca alla guida del Paese c’era il Presidente Uribe, di cui Santos era ministro, cosa rischia l’ex Capo dello Stato?

Le FARC hanno attentato contro la vita di Alvaro Uribe almeno 11 volte, poi attraverso la loro infiltrazione nel ramo giudiziario hanno intrapreso una persecuzione contro chiunque gli fosse vicino con lo scopo di precostituire una falsa prova contro il Governo ed il Presidente. Si sono mossi a livello internazionale, senza sosta, contro di lui. Ora la creazione della pessimamente chiamata giurisdizione di pace (JEP) è un ulteriore strumento che va in quella direzione. La maggior garanzia contro questa persecuzione, nei contronti dell’ex Presidente della Repubblica, sono il suo costante attivismo político e l’immenso appoggio popolare che gode.

Sergio Rafael Araújo Castro con i suoi sostenitori politici

Verso l’ex Presidente Uribe è stata mossa anche l’accusa di essere stato vicino alle AUC (Autodefensas Unidas de Colombia, Autodifese Unite della Colombia). Quali furono le azioni intraprese dal Governo contro questi paramilitari?

Uribe ha combattuto le AUC, le ha smobilitate, le ha sottomesse alla giustizia facendo pagare per i loro crimini con il  carcere. In ultimo ha estradatato,, negli USA, tutti coloro che non adempivano con quanto avevano pattuito. Il paramilitarismo ha visto la sua fine grazie ad Uribe.

Suo fratello Alvaro, è stato condannato nel processo denominato “Parapolitica” per presunti collegamenti con i paramilitari delle AUC? Cosa ci può raccontare?

L’ex senatore Alvaro Araujo è stato condannato senza mai aver visto il volto dei magistrati che hanno firmato la sua condanna. Nemmeno il suo avvocato, ex presidente della Sala penale della Corte Suprema di Giustizia, è riuscito ad ottenere che gli permettessero almeno una difesa tecnica. Nel processo non esiste alcuna prova che vincoli mio fratello a qualsiasi ipotesi di reato. Al contrario sono agli atti giudiziari, gli oltre 60 testimoni, portati in aula dal Pubblico Ministero che hanno fatto dichiarazioni a favore dell’innocenza di colui che era un leader di un partito che in quel momento appoggiava il Governo.

Nel processo a mio fratello si sono riscontrate ben 23 violazioni del trattato di San José, un trattato che è parte integrante del blocco costituzionale colombiano. L’ordine della magistratura colombiana ha commesso tutte queste violazioni, trasformando mio fratello in un prigioniero politico come Leopoldo Lopez in Venezuela.  Fortunatamente si è scoperto che uno dei magistrati che ha firmato la sentenza di condanna contro mio fratello si faceva pagare milioni per assolvere o congelare processi.

Le accuse sono state rivolte anche verso di lei, per la sua amicizia con Rodrigo Tovar Pupo (alias “el Papa Tovar” o “Jorge 40” è stato un comandante paramilitare colombiano). Come risponde?

Ho partecipato con molto onore, insieme al dottor Luis Carlos Restrepo nel processo di smobilitazione delle AUC durante il Governo Uribe. É stato un pieno e completo successo, verificato e appoggiato dalla OEA (Organización de los Estados Americanos, Organizzazione degli Stati Americani ndr). Mi  sento molto orgoglioso, me lo lasci dire, dei risultati ottenuti. Tutte le calunnie sono parte della strategia di diffamazione che usa l’estremismo di sinistra nei confronti di coloro che sono parte del Centro Democratico, partito fondato e presieduto da Alvaro Uribe.

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