Di Francesca Cannataro
Lecce. (Dalla nostra inviata) “Con Impeto e Ferreo Cuore Oltre l’ostacolo”. A servizio della nostra Patria. È una realtà variegata e multiforme quella della Scuola di Cavalleria di Lecce. Brulicante e viva. Che si anima del vigoroso ardore di giovani allievi dell’Arma di Cavalleria in connubio perfetto e sinergico con un quadro permanente professionale e scrupoloso. Reportdifesa per una settimana ha avuto l’onore di vivere questa realtà. Dall’alza bandiera mattutino fino a sera.
In tutte le sedi che fanno capo alla scuola il lavoro è senza sosta. Chi studia, chi si addestra, chi fa equitazione, chi si occupa della logistica e chi “apre le porte” al mondo esterno mantenendo ottimi rapporti istituzionali con il territorio tutto. Perché la Scuola di Cavalleria è del Salento e di Lecce. Lecce è di fatto ormai “la città della Cavalleria”. Ma non solo. L’Istituto formativo di Forza Armata è una realtà così specialistica ed efficiente tanto da rappresentare un vero e proprio fiore all’occhiello dell’Esercito Italiano. La Scuola di Cavalleria concorre, infatti, in maniera significativa alla formazione di una buona parte di quel personale della Forza Armata che si avvicenda nelle varie operazioni nazionali e nei diversi teatri operativi. È la scuola di “specializzazione” dove viene formato il personale militare dell’Esercito appartenente a ogni categoria assegnato alle specialità dell’Arma di Cavalleria. Tre squadroni allievi e quattro dipartimenti didattici (automobilismo e simulatori, materie tecniche, RSTA, educazione fisica) rappresentano concretamente il cuore che batte nel petto del Reggimento Addestrativo. La didattica e l’addestramento sono, infatti, la principale anima di una Scuola moderna e all’avanguardia.
Nelle confortevoli aule didattiche un corpo docente, di grande esperienza ed elevata professionalità, prepara con grande passione gli allievi che acquisiscono tutte le competenze specialistiche tecnico-tattiche necessarie e funzionali all’impiego sui mezzi blindati e corazzati. Nozioni fondamentali per poter operare nei reparti di Cavalleria con la dovuta e necessaria professionalità.
Gli ufficiali allievi dei diversi corsi dell’Accademia Militare di Modena che si avvicendano annualmente, frequentano, in base a uno strutturato piano didattico, i rispettivi moduli specialistici inseriti nell’intenso quinquennio formativo, al temine del quale sono assegnati ai reparti operativi in qualità di “Vice comandante” e poi di “Comandante” di compagnia/squadrone. Successivamente sono destinati a ricoprire incarichi sempre più impegnativi, ove le acquisite capacità di “Comandante” e di “Ufficiale in Cavalleria” costituiranno elementi fondamentali e contribuiranno in maniera significativa e fattiva all’efficienza e al buon funzionamento delle varie unità e del nostro Esercito. I marescialli allievi, provenienti dalla Scuola Sottufficiali di Viterbo, acquisiscono, presso la Scuola di Cavalleria, l’abilitazione alla mansione di “Comandante di plotone di Cavalleria”. Abilitati ad assumere il comando di plotoni di Cavalleria in tutte le configurazioni possibili: con carri armati e/o blindo pesanti e leggere. Infine i graduati e militari di truppa, allievi dei corsi “Carristi d’equipaggio”, “Esploratori blindo pesanti” ed “Esploratori blindo leggere”, provenienti dai diversi reggimenti di Cavalleria, frequentano dodici settimane di specializzazione previste per l’abilitazione ai rispettivi incarichi polifunzionali, al termine dei quali potranno operare nell’ambito dei vari plotoni di appartenenza, nelle diverse configurazioni. Dalla teoria alla pratica attraverso varie fasi. Prima di salire sui carri e sulle blindo la formazione iniziale avviene sui simulatori e sulle “torrette didattiche”. La Scuola di Cavalleria, infatti, per consentire all’allievo un approccio progressivo all’impiego di questi complessi mezzi da combattimento ha ideato e realizzato un “allenatore di procedure virtuale”, ovvero un sistema che riproduce fedelmente i vari “quadri di bordo”, così da poter iniziare a “prendere confidenza e dimestichezza” con essi.
Pannelli, spie e pulsanti, uno sviluppo definibile teorico-pratico, prima di passare alla fase formativa successiva. Questa si sviluppa sulle “ingegnose” “torrette didattiche”, anch’esse realizzate dalla Scuola di Cavalleria installando torrette reali su appositi supporti in ferro a loro volta fissati su un grande basamento in cemento, sovrastato da una tensostruttura scorrevole che funge da copertura e che consente lo svolgimento delle attività indipendentemente dalle condizioni metereologiche. L’alimentazione degli impianti avviene tramite un apposito sistema che trae energia dalla rete fissa e che non genera nessun rumore, requisito fondamentale in questa fase del corso durante il quale gli istruttori devono poter comunicare e interagire in continuazione con gli allievi. Una postazione di addestramento fissa, dunque, ove i frequentatori elevano la loro “destrezza” nelle diverse postazioni d’impiego in torre: capoblindo/capocarro, cannoniere e servente-radiofonista, passando dall’impiego dei sistemi di puntamento e brandeggio alle procedure di fuoco del cannoniere, ai sistemi di osservazione del capo carro e blindo fino ai metodi per la designazione dei bersagli e il loro ingaggio.
Restando nel tema della simulazione, gli ufficiali e i marescialli che avranno completato le fasi principali del corso potranno poi cimentarsi anche in apposite “esercitazioni” ove potranno muovere i primi passi ponendosi al comando di un plotone “virtuale” nella nuovissima aula VBS-3 (Virtual Battle Space).
Con il “battesimo del fuoco” i frequentatori passano dunque dalla fase “teorica e virtuale” a quella “reale”, esercitandosi in attività di equipaggio e poi di plotone, sia in contesti diurni che notturni, impiegando l’armamento principale (cannone) oltre che quello secondario ovvero sussidiario (mitragliatrice coassiale e lancia nebbiogeni).
Estremamente attuale e innovativo è l’addestramento condotto nell’area denominata “PACUB” (percorso addestrativo per l’impiego in aree urbanizzate), ove i frequentatori vengono realmente calati in un centro abitato, realizzato tramite un sistema a “scenari e quinte”, simili a quelli utilizzati in ambito cinematografico, per prendere dimestichezza con le complessità insite in tale specifico contesto d’impiego operativo.
L’addestramento allo svolgimento di attività RSTA (Reconnaissance Surveillance and Target Acquisition) costituisce, infine, la fase conclusiva di un lungo e articolato complesso formativo che richiede un grosso sforzo sia fisico che intellettuale da parte dei frequentatori.
Lo sviluppo della fase “reale” fin qui illustrata non può, ovviamente, prescindere dalla disponibilità del Poligono di Torre Veneri, che con la sua estensione di 685 ettari rientra nelle pertinenze della Scuola di Cavalleria e ne costituisce un elemento strutturale fondamentale, tanto da annoverarla tra i pochissimi (se non addirittura unico) centri di specializzazione delle unità blindo-corazzate in Europa in grado di condurre azioni di fuoco “reale” in prossimità dell’area della caserma (Floriani) dov’è acquartierata.
Ed è proprio questa caserma, posta nell’area di Torre Veneri, che diventa per alcuni mesi la casa degli allievi. Essi, che rappresentano il futuro, sono al centro dell’interesse della Scuola ed è per questo che tanto impegno è stato e viene quotidianamente profuso nella sistemazione degli alloggi. Li visitiamo. Accoglienti, funzionali e ben organizzati.
Le diverse anime della Scuola passano e si incrociano anche sul percorso in sabbia e quello di cross country del Centro Ippico Militare “F.Caprilli”, che, concorrendo al mantenimento delle tradizioni equestri della Cavalleria, svolge corsi regolari di addestramento di base e avanzato a favore degli ufficiali e dei marescialli allievi, oltre che di altro personale civile e militare richiedente.
Il sole batte forte sulle piste, mentre visitiamo la bellissima struttura, un ex deposito delle munizioni riconvertito. La “selleria” con le briglie di tutti i cavalli poste sotto i loro nomi.
Le scuderie, dove i cavalli, seguiti e curati da un team premuroso e competente, si “mettono in posa” per i nostri scatti. I loro grandi occhi, tra tutti quelli della mascotte “Sissi”, la pony del Centro, raccontano un’altra prestigiosa realtà della Scuola di Cavalleria. Una realtà dove si incrociano le vite degli allievi e quella della società leccese.
Il Centro Ippico Militare rappresenta, infatti, un’ulteriore occasione di integrazione e di contatto con le realtà locali attraverso la condivisione di momenti e valori sani, quali quelli dello sport e della disciplina a cavallo. Qui infatti, si svolge anche una ragguardevole attività in favore di bambini e adulti con disabilità motorie e relazionali/psichiche nell’ambito della attività di Riabilitazione Equestre a Mezzo Cavallo effettuata a titolo gratuito.
Difficile raccontare una realtà di questa caratura. Costituita da tante anime, tutte di grande spessore, in un solo corpo. Ancor più difficile riportare a parole ciò che i nostri occhi hanno catturato, i nostri sensi hanno percepito, le nostre orecchie hanno udito. Il tutto potrebbe essere reso in tre semplici parole: Professionalità, Passione, Competenza. Ci abbiamo provato sperando di essere riusciti a instillare nei nostri lettori un pizzico di conoscenza, e perché no anche di curiosità, nei confronti di una realtà che spesso opera lontano dai riflettori ma che quotidianamente svolge una importantissima missione che parla il linguaggio della dedizione e della tradizione. Del passato che si materializza nel presente volgendo il proprio sguardo verso il futuro. Il futuro degli uomini e dei mezzi. E il loro rapporto. Di storie che si intrecciano nel nome della Patria. Di tutti quei ragazzi e ragazze che forgiati in questo prestigioso Istituto saranno pronti a fare la “loro parte”, con disciplina e onore, al servizio del Paese e a tutela degli interessi Nazionali. In quel sistema complesso realizzato dal connubio tra “uomo e macchina”, fondamentale per concretizzare la “manovra” sul campo di battaglia, ogni qualvolta e laddove dovesse rendersi necessaria. “Con Impeto e Ferreo Cuore Oltre l’ostacolo”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA