Capua (Caserta). “Lo giuro!”. Le voci di 848 nuovi soldati Vfp1 sono risuonate nel piazzale intitolato al Caporal Maggiore VfB, Gerardo Antonucci, morto il 24 gennaio 1996 a Sarajevo (Bosnia), nella caserma “O. Salomone” del Comando Divisione “Acqui” e del 17° Reggimento Addestramento Volontari (RAV) “Acqui”.

Il giuramento dei Vfp1 a Capua
Questa solenne pronuncia di fedeltà alla Repubblica italiana e alle libere istituzioni, avvenuta al cospetto della gloriosissima Bandiera di Guerra del Reggimento, è stata accompagnata da un lungo applauso dei tanti familiari intervenuto, oggi, alla cerimonia.

La Bandiera di Guerra del 17° RAV di Capua
I Volontari in ferma prefissata di un anno dell’Esercito appartengono al 3° blocco del 2019.
Tra di loro moltissime ragazze a testimoniare come, oggi, il “mestiere delle armi” non sia più una prerogativa tutta maschile.

Molte le ragazze tra le Vfp1
Dopo un periodo di licenza, i giovani soldati torneranno al RAV per completare l’addestramento e poi raggiungere i reparti di destinazione.
Alla cerimonia, presieduta dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito,Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, hanno partecipato numerose autorità militari, civili e religiose. Presenti, inoltre, il comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Camporeale, il Generale di Divisione, comandante della Divisione “Acqui”, Fabio Polli, il Generale di Brigata, Giuseppe Faraglia, comandante della Scuola di Fanteria e i Gonfaloni di Bellona (Caserta) e Mignano Monte Lungo (Caserta), i Labari ed i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma del territorio.

La tribuna autorità
“Quella che oggi vi apprestate a sostenere, è una promessa solenne – ha detto nel suo intervento il comandante del 17° RAV, Colonnello Giuseppe Zizzari – che vi impegna di fronte agli altri, ma soprattutto di fronte a voi stessi. Una promessa fatta sul proprio onore! Con la vostra promessa vi impegnate ad essere cittadini esemplari, perché oggi, ancora di più, il nostro Paese ha la voglia e la speranza di credere in una gioventù pulita, integra e animata da nobili sentimenti”.

Il comandante del 17° RAV, Colonnello Giuseppe Zizzari
La Fanfara della Brigata Garibaldi ha accompagnato con le note ogni momento della cerimonia, fino all’esibizione finale per allietare il pubblico, al termine di essa.
Un momento molto toccante è stato quando i nuovi soldati hanno gridato “Presente!” alla pronuncia del nome dei Caduti: Caporal Maggiore VfB, Gerardo Antonucci, (24 gennaio 1996), Caporal Maggiore Giovanni Bruno (Kabul 3 ottobre 2004), Caporal Maggiore Capo Michele Sanfilippo (Kabul 11 ottobre 2005), Caporal Maggiore Scelto Massimo Vitaliano (Nassyria 21 settembre 2006), Caporal Maggiore Marco Guidone (Farah 9 ottobre 2010), Caporal Maggiore Scelto Sebastiano Ville (Farah 9 ottobre 2010), Caporal Maggiore Scelto Francesco Paolo Messineo (Shindad 20 febbraio 2012).
Così come un altro momento molto importante per la stessa formazione militare dei Vfp1 è stato quando il Colonnello Zizzari ha ricordato la figura del Caporale di Fanteria Angelo Arbasi. Arruolato nel Regio Esercito, combatté nella I Guerra Mondiale. In servizio nel 92º Reggimento Fanteria “Basilicata”, partecipò alla lunga battaglia per la conquista del monte Roteck, iniziata il 4 agosto 1915.
In quell’occasione, le truppe italiane attaccarono in più fasi la linea austriaca, ma furono respinte con gravi perdite.
Tra i soldati addetti alla mitragliatrice, posizionata tra il monte Roteck e il monte Demut, si distinse appunto il Caporale Arbasi. Restato solo a mantenere la posizione, pur ferito gravemente, continuò a sparare contro le trincee avversarie per una intera giornata. Già decorato nel 1916 con la Medaglia d’Argento, il 28 settembre 1919 gli fu conferita la Medaglia d’Oro al valor militare.
Questa la motivazione: “Ferito ad un braccio mentre, ritto nella persona, tagliava i reticolati nemici, visto cadere il, proprio ufficiale, che gli era vicino, mise fuori combattimento l’uccisore. Nell’accingersi poi a porre al sicuro la salma del superiore, essendo stato ordinato l’assalto alle trincee avversarie, vi partecipò con mirabile valore per ben due volte, tornando non appena possibile, ad ultimare il generoso compito già prima interrotto. In seguito, ferito ad una spalla, continuò a combattere con impareggiabile tenacia; colpito per la terza volta, si slanciò con furia sulla trincea nemica, infliggendo gravissime perdite ai difensori della stessa. Si portò quindi strisciando sul terreno, in altro tratto di trincea avversaria, dalla quale continuò a far fuoco per ancora 5 ore, dopo che il suo battaglione aveva ripiegato, ritirandosi infine egli stesso durante la notte e riportando ancora utili informazioni. Fulgido esempio di costante ardimento e di incomparabile fermezza” – Monte Rothech (4 agosto 1915).
Il capo di SME, Generale Farina, rivolgendosi ai giurandi, ha sottolineato l’importanza dei valori cardine dell’Esercito nella vita di ogni militare, tra cui il dovere, la fedeltà, la disciplina, l’onore, l’esempio e la lealtà. Ma, primo su tutti il giuramento, la cui formula, pronunciata in modo solenne, contiene tutti i principi e i valori dell’individuo che diventa Soldato, rappresentando il suo Paese e la sua Bandiera ed impegnando tutte le sue energie in difesa della Patria.

Il capo di SME, Generale C.A. Salvatore Farina
Nelle parole rivolte ai militari, il Generale Farina ha evidenziato il loro ingresso pieno ed ufficiale nella famiglia dell’Esercito, una famiglia con una storia secolare e tradizioni patriottiche, impegnata in Italia e all’estero per assolvere i compiti a cui è chiamata.
L’Esercito, ha ricordato il Generale Farina, è oggi un’Istituzione efficiente e pronta, composta da uomini e donne capaci e proiettata verso una urgente innovazione tecnologica, che opera costantemente per la difesa e la sicurezza interna ed esterna dell’Italia alla quale ogni componente deve essere fiero di appartenere.
A premessa della cerimonia, ha assunto particolare rilevanza la consegna ai giovani Volontari del diario “Io sono un Soldato”.
Si tratta di una pubblicazione che nasce come riferimento per guidare nella crescita professionale ogni militare, aiutandolo a riflettere sull’importanza della tutela e della salvaguardia dei valori fondanti della Forza Armata alla quale appartiene e sulla responsabilità di cui ognuno di loro è rivestito verso la comunità militare a cui appartienee verso tutta la collettività.
In questa occasione, come già accaduto in altre occasioni, i comandanti e gli istruttori, primi formatori dei VFP-1 dell’Esercito, hanno distribuito alle nuove generazioni di soldati questo diario, simbolo di valori e di identità militari.
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