Torino. Un seminario sulla missione italiana in Libano “Italcon” si è tenuto, ieri, nell’Aula Magna di Palazzo Arsenale, sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino.
La missione “Italcon” è stata un’operazione di peacekeeping, svolta dai soldati italiani tra il 1982 e il 1984, in collaborazione con Francia, Stati Uniti d’America e Gran Bretagna.
Fu quella la prima volta, dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, che un reparto delle Forze Armate italiane si recava in missione, fuori dai confini nazionali, con il compito di difendere la popolazione civile.
Relatori d’eccezione sono stati il Generale Franco Angioni, già Segretario Generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, componente della delegazione parlamentare presso la NATO dal 2001 al 2006 e comandante dell’Italcon, il Generale Marco Bertolini, già comandante del Comando Operativo Interforze e comandante di Compagnia Incursori nel corso della missione.
Come moderatori dell’evento il Colonnello Franco Di Santo, vice capo Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito e il professore Giovanni Cerino Badone, docente di Storia militare.
I due ufficiali generali hanno raccontato le loro esperienze, sia personali che di comandanti in terra libanese, ai giovani ufficiali della Scuola di Applicazione.
Dopo una accurata e precisa ricostruzione storica degli eventi che portarono all’intervento italiano e una puntuale descrizione dello
svolgimento della missione da parte del professore Cerino Badone e del Colonnello Di Santo, i due relatori hanno arricchito il seguito del simposio con aneddoti e retroscena, sottolineando la perfetta sinergia a livello interforze e multinazionale non poi così scontata nei primi anni ’80, evidenziando come anche l’Italia campione del mondo ha aiutato l’immagine della Nazione verso gli altri paesi, e marcando l’importanza delle prime attività di cooperazione tra civili palestinesi e militari italiani attraverso il soccorso sanitario.
Nel corso delle domande dalla platea si è spaziato dalla visione dell’opinione pubblica italiana di quel periodo, probabilmente all’epoca non pronta per attività militari di tale livello, alle problematiche logistiche e di comando con un Esercito ancora basato sul servizio di leva, per finire con il paragone con l’attuale presenza italiana in Libano con la missione UNIFIL che, verosimilmente, tra non molti mesi, vedrà protagonisti, come comandanti, alcuni dei sottotenenti, seduti in Aula Magna.
Lo stesso comandante del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione, Generale di Divisione Salvatore Cuoci ha sottolineato l’importanza per la formazione dei giovani ufficiali della Scuola di far proprie le esperienze di chi li ha preceduti e di quanto sia fondamentale la conoscenza della storia recente di un Paese per la comprensione delle complesse dinamiche politiche, religiose e sociali
per riuscire ad operare al meglio come soldati in terra straniera.
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