Esercito, Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto: “Per i terreni come quelli di montagna dobbiamo pensare all’uso di un’artiglieria agile”. L’utilizzo del 105/14 alla “Mjölnir 19”

L’Aquila. L’esercitazione di gruppo tattico “Mjölnir 19”, conclusasi la scorsa settimana nel Poligono temporaneo di Monte Stabiata (L’Aquila), ha visto la partecipazione di circa 500 militari dell’Esercito appartenenti al 9° Reggimento Alpini, del Reggimento “Nizza Cavalleria” (1°), al 32° Reggimento Genio Guastatori, al 1° Reggimento Artiglieria da Montagna, al 41° Reggimento “Cordenons”, al 17° Reggimento “Sforzesca”, al 1° Reggimento “Antares”, al 7° Reggimento “Vega.

Un momento dell’esercitazione “Mjölnir 19″

Lo scopo è stato quello di addestrare il personale del 9° Reggimento Alpini de L’Aquila a testare le procedure utilizzate in ambito NATO, in modo da verificare il raggiungimento della condizione di pronti all’impiego del personale designato alla formazione del bacino del NATO READINESS INITIATIVE, forza in prontezza a disposizione dell’Alleanza Atlantica.

Si è voluto così addestrare i quadri a concepire, organizzare e condurre azioni militari attraverso un ampio ventaglio di operazioni. Si sono così combinate le capacità specifiche di ciascuna componente compensandone le limitazioni.

I circa 500 soldati hanno avuto modo di addestrarsi ad utilizzare la componente Combat Support per ottenere un evidente vantaggio sulle “forze ostili” e, di conseguenza, agevolare le decisioni del comandante.

Gli Alpini muovono sul terreno del poligono temporaneo di Monte Stabiata

L’esercitazione ha fatto sì che la componente Combat Service Support potesse esprimere un sostegno logistico adeguato, mantenendo un footprint leggero ed aderente alla manovra.

Con il comandante delle Truppe Alpine, Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto, presente all’esercitazione con il comandante della Brigata “Taurinense”, Generale Davide Scalabrin e con il Colonnello Paolo Sandri, comandante del 9° Reggimento Alpini de L’Aquila, ne analizziamo alcuni aspetti .

Da sinistra verso destra: Colonnello Paolo Sandri, Generale di Brigata Davide Scalabrin, Generale di Corpo d’Armata Claudio Berti

Generale, quanto è importante, anche per le Truppe Alpine, l’utilizzo dell’artiglieria?

Nel momento in cui parliamo di terreni compartimentati come quelli di montagna, dobbiamo immaginare l’utilizzo di un’artiglieria leggera, agile che sia capace di raggiungere luoghi dove è difficile arrivare.

Ed ecco perchè abbiamo tirato fuori dalla “naftalina” il 105/14 che è tuttora molto utile. E’ estremamente flessibile, leggerissimo. Una volta lo trasportavano i muli, oggi lo trasportano i VTLM e i BV, fin dove sia possibile utilizzare sentieri ed itinerari di montagna.

Personale del 1° Reggimento Artiglieria da Montagna in esercitazione

Vorrei aggiungere che mi sto interessando, proprio in questi giorni, ad una supposta attività in uno scenario “classico”. Esiste, a questo proposito, una fitta documentazione statunitense e non solo, dove i piccoli calibri come il 105, rispetto al 155, vengono rivalutati proprio per questa loro capacità di essere portati in luoghi dove non è possibile arrivare.

E’ possibile ipotizzare un’esercitazione congiunta tra le Truppe Alpine e la Scuola Artiglieria di Bracciano?

Certo. Quando facemmo la nostra prima sperimentazione con la Brigata Alpina “Taurinense” sparammo con il 1° Reggimento Artiglieria da Montagna ed invitammo proprio la Scuola di Bracciano che partecipò.

Loro sono i depositari del sapere e noi siamo in scia con loro. Entrambi siamo parte integrante del sistema.

Comandante, un altro tema molto interessante è quello dell’utilizzo del fuoco nella verticalità. Cosa ci può dire, a questo proposito?

E’ un tema che stiamo particolarmente studiando. E’ commesso con le capacità di operare sull’elemento verticale.

Capisco che stiamo parlando di un tema un po’ di nicchia, dove non possiamo immaginare grandissime operazioni.

Ma se immaginiamo i terreni di montagna o quanto si può fare in un supposto conflitto in un terreno urbano o in una mega city si può capire che ci sono tantissimi motivi per un suo sviluppo.

Chi meglio degli Alpini che hanno insita la capacità di utilizzare nodi, moschettoni, corde, oltre che ad essere bravi sia nella salita che nella discesa potrebbe interpretare l’uso delle armi, quando sono attaccati ad una corda?

La discesa di un’Alpina

Il nostro Centro Addestramento Alpino è Ente certificatore. Modalità particolari dove utilizzare attrezzature da montagna vengono certificati e validati da questo Centro.

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