Esercito: Covid-19, gli Alpini della Brigata Julia impiegati nella bonifica per l’igenizzazione di aree estese

Di Ferdinando Ceglia

Udine. La Brigata Alpina “Julia” ha visto tutti i suoi reparti impegnati a supporto del territorio e della popolazione colpiti dall’emergenza Covid-19.

Ci si prepara per le attività di igienizzazione

Sono state molte le attività svolte: corsi effettuati presso la caserma “Lesa” di Remanzacco (Udine) per l’utilizzo degli apparati di bonifica di grande capacità svolto dal 3° Reggimento Artiglieria terrestre (da Montagna) a favore non solo dei reparti della Brigata ma anche di quelli delle Brigate contermini; impiego degli apparati di bonifica per l’igenizzazione delle aree estese; supporto alla Protezione Civile per la distribuzione di generi di prima necessità e di dispositivi di protezione individuale alla popolazione locale.

La consegna dei DPI

Infatti, accertata l’utilità che l’igienizzazione di estese aree del territorio rappresenta nella prospettiva del passaggio alla “Fase 2”, sono molte le amministrazioni comunali che hanno chiesto questa tipologia di intervento da parte dell’Esercito, tanto da non rendere più numericamente sufficiente il personale finora impiegato.

È stato quindi necessario ampliare la base del personale che, già formato individualmente per operare a vari livelli in ambienti contaminati biologicamente e chimicamente, rinfrescasse le procedure di utilizzo dell’apparato di bonifica di grande capacità.

La Julia è stata la prima Brigata chiamata ad intervenire, con i suoi reparti per l’igienizzazione di aree particolarmente sensibili del territorio per contenere la diffusione del virus, operando prima a Remanzacco (Udine) e Cividale del Friuli (Udine) e poi a Conegliano (Treviso) e Tolmezzo ( Udine).

Ha anche coordinato i numerosi assetti resisi necessari per la notevole estensione delle aree da trattare.

A supporto degli Alpini del 3° da montagna si sono affiancati anche gli assetti dell’8° Reggimento Alpini di Venzone (Udine) che hanno consentito grazie alle loro ottime capacità di effettuare interventi in modo più veloce ed efficace.

Questa capacità di eseguire l’igienizzazione di aree scoperte è un concorso pregiato che l’Esercito è in grado di svolgere a supporto della cittadinanza mediante l’impiego dei “Sanijet C921”, gli apparati per la bonifica di grande capacità in dotazione alle unità operative della Forza Armata.

Una lezione sui componenti Sanijet

L’effetto igienizzante si ottiene prima lavando la superfice con acqua calda a 85 ° e poi spruzzando sul terreno vapore acqueo saturo (a temperature comprese tra i 120 e i 190°C) che sterilizza fisicamente l’ambiente, inertizzando in modo naturale il virus per mezzo dell’alta temperatura raggiunta.

Qualora ritenuto necessario, può impiegare anche prodotti disinfettanti di varia composizione per l’applicazione di altri specifici protocolli.

Un operatore utilizza il vapore saturo

Sempre i tale ambito emergenziale, ma su un diverso contesto, dato il perdurare dell’emergenza Covid e la sempre più pressante richiesta di personale qualificato quale disinfettore, il Comando Truppe Alpine ha chiesto di poter effettuare un corso straordinario per Operatori Disinfettori.

Normalmente la sede di formazione, da sempre è deputata a formare questi professionisti, è la scuola di Sanità e Veterinaria in Roma.

Allo stato attuale, per far fronte all’attuale emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus ed alla crescente richiesta di personale specializzato nella disinfezione di ambienti e aree comuni, sono state temporaneamente individuate delle nuove sedi di formazione tra cui Bolzano.

Il corso per operatori disinfettori è un iter di formazione che si prefigge come scopo quello di far acquisire a determinate aliquote di personale militare le conoscenze e le capacità per utilizzare strumenti comunicativi, dottrinali, procedurali e tecnici utili a far fronte alla costante minaccia di importazione e trasmissione di zoonosi, epizoozie e più in generale malattie trasmissibili all’interno del territorio nazionale.

L’impiego di tale personale si estende dal campo della sicurezza alimentare, grazie ad opere di disinfestazione e derattizzazione delle aree deputate al vettovagliamento, fino a quello della medicina preventiva, attraverso operazioni di bonfica e disinfezione di ambienti e materiali impiegati in aree operative ad elevato rischio biologico.

Il corso, condotto dal Capitano Francesco Cimarelli, ufficiale veterinario del Comando Brigata alpina “Julia” si è svolto presso la caserma del reparto Comando e Supporti tattici “Tridentina” e vi hanno partecipato i militari provenienti da numerose realtà delle Truppe Alpine.

Il personale proveniente da reparti tra i quali il 5° Reggimento Alpini, il 6° Reggimento Alpini, il 2° Reggimento Genio guastatori, il 3° Reggimento Artiglieria da montagna, il Reggimento Logistico “Julia”, il reparto Comando e Supporti tattici “Tridentina” e il reparto Comando e Supporti tattici “Julia”, ha assiduamente seguito tutto l’iter necessario a guadagnarsi infine la qualifica di disinfettore.

Durante le due settimane di corso hanno sviluppato conoscenze nell’ambito della microbiologia, della chimica e dell’entomologia, hanno collaborato e studiato le migliori procedure volte all’abbattimento di agenti infestanti e pericolosi microrganismi patogeni ponendo particolare attenzione sui principi attivi che stanno alla base dei prodotti chimici utilizzati.

Infine, gli Alpini hanno avuto modo di applicare tali conoscenze sia durante la fase pratica del corso, utilizzando apparecchiature specialistiche tra le quali atomizzatori modello “tifone”, termonebbiogeni, nebulizzatori e pompe spalleggiabili da irrorazione, sia affiancando i colleghi “veterani” del reggimento logistico Julia nell’effettuazione della disinfezione dei locali del commissariato del Governo di Bolzano.

Sempre in ambito emergenziale ma con un diverso approccio la attività svolte dal 2° Reggimento Genio guastatori di Trento che è stato impegnato su numerosi fronti, dapprima nel tragico trasposto delle bare dalla zona di Bergamo verso le regioni limitrofe per tumulare le numerose vittime del virus, per poi essere chiamato nell’affrontare quella che in tempi normali è un attività precipua e rutinaria del Reggimento, ovvero la bonifica di residuati bellici, ma che assume un aspetto molto più complesso e delicato con le misure in atto per il contenimento della pandemia che rendono ancor più complicata un operazione di per sè già difficile e rischiosa.

Da non dimenticare, infine, le numerose attività a supporto della Protezione Civile.

Infatti numerosi Comuni del Triveneto hanno chiesto ai Reggimenti della Brigata, vista la compartimentazione territoriale, di coadiuvare le locali unità della Protezione Civile nella distribuzione di derrate alimentari e dispositivi di protezione individuali, la presenza delle unità alpine ha permesso una distribuzione più veloce e capillare dimostrando ancora una volta come la forte coesione tra la “Julia” ed il suo territorio siano rimasti immutati e più che mai solidi.

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