Roma. Oltre 3 mila soldati italiani, provenienti da ogni reparto dell’area operativa o logistica dell’Esercito, sono impiegati in decine di missioni a guida ONU, NATO e Unione Europea e stanno operando in diversi teatri di crisi.

Una Blindo Centauro in attività nel Libano del Sud
Più di 7 mila, invece, sono i militari che in questo momento stanno operando sul territorio nazionale in supporto a cittadini e Istituzioni locali, in attività di concorso a seguito di pubbliche calamità (tra queste le attività volte a fronteggiare l’emergenza epidemiologica in atto) e in supporto alle Forze di Polizia nel contrasto della criminalità e nella prevenzione di possibili attacchi terroristici.

Militari dell’Esercito in attività per l’Operazione “Strade Sicure” Roma
E’ questo il bilancio delle attività dell’Esercito per l’anno che sta per concludersi.
LE ATTIVITA’ NEI TEATRI OPERATIVI
Con l’impiego all’estero di assetti operativi, specialistici e logistici, nonché tramite i propri *advisors *militari, deputati a consigliare e addestrare le Forze Armate di Paesi che versano in situazione di crisi, anche quest’anno l’Esercito ha fornito il suo contributo nella costruzione
di quelle condizioni di sicurezza e di sviluppo la cui mancanza è causa di instabilità di molte aree e regioni considerate strategiche per l’Italia.
In Afghanistan, il comando del contingente schierato a Herat è affidato alla Brigata Alpina “Julia” mentre da qualche settimana, presso il Quartier Generale della NATO a Kabul, l’Italia ha assunto il vice-comando della Missione Resolute Support.
La Brigata “Sassari” è invece responsabile del settore Ovest della missione UNIFIL, nel Sud del Libano.
A Beirut, nell’agosto scorso, è stata condotta l’Operazione “Cedri”, con la quale i militari sono intervenuti allestendo un ospedale da campo e diversiassetti specialistici in soccorso alla popolazione libanese in seguito alla deflagrazione di 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio, che ha devastato la città.

L’ospedale da campo dell’Esercito, a Beirut
In Iraq, i militari dell’Esercito, insieme a componenti di altre Forze Armate, addestrano le Forze di sicurezza curde (Peshmerga) e irachene nell’ambito dell’Operazione “Prima Parthica”, mentre attività analoga viene condotta in Somalia, Niger e Mali (con le European Union Training
Missions).
In Libia, il personale che opera presso l’ospedale militare da campo di Misurata, nell’ambito della missione MIASIT, continua a fornire assistenza sanitaria alla popolazione.

Medici italiani al lavoro all’ospedale di Misurata
In Kosovo, dove dal 2013 l’Italia detiene la leadership della missione NATO, il contingente KFOR è
attualmente su base 5° Reggimento Artiglieria Terrestre “Superga”.
Duecento soldati sono impiegati nella missione NATO Enhanced Forward Presence in Lettonia e ulteriori contingenti sono dislocati in altri Paesi e aree del mondo.

Un’esercitazione in Lettonia nel marzo scorso
Per garantire una rotazione tra i reparti e una presenza costante all’estero, per tutto il 2020 l’Esercito ha addestrato e approntato le proprie unità, fornendo personale specialistico per numerosi altri impegni internazionali e mantenendo operativa un’aliquota di forze facenti parte
delle Forze di Reazione Rapida della NATO.
LE ATTIVITA’ IN PATRIA
In Italia, i militari dell’Esercito, congiuntamente alle Forze dell’Ordine, sono impegnati in 53 città nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure”, per la vigilanza di installazioni sensibili e il presidio delle principali aree metropolitane del Paese.
Nell’operazione si inseriscono le attività condotte in Campania in risposta all’emergenza “Terra dei Fuochi”, per la prevenzione e il contrasto di crimini ambientali.

Militari del Raggruppamento Campania dell’Esercito in attività di controllo
Dall’inizio dell’operazione ad oggi sono state arrestate complessivamente più di 16.500 persone.
Oltre 14 mila sono state fermate e più di 26 mila sono stati i denunciati a piede libero.
Sono stati inoltre effettuati controlli a circa 5 milioni e 300 mila persone e a più di 1 milione e 800 mila mezzi, sequestrati oltre 14 mila veicoli, 1.352 armi e quasi 2 tonnellate e mezzo di
sostanze stupefacenti.
L’Esercito, inoltre, in stretto coordinamento con le altre Forze Armate, è intervenuto sin dal mese di marzo, allo scoppio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, mettendo a disposizione tutte le capacità e i mezzi necessari per la gestione e il contenimento del virus.
I militari hanno operato per le sanificazioni di locali pubblici e di culto, nel controllo di aree e città, sino all’allestimento di ospedali da campo.

Una squadra di disinfettori dell’Esercito
Attualmente sono circa 1.400 i soldati impiegati nell’ambito dell’Operazione IGEA, avviata ad ottobre su iniziativa del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, volta a incrementare la capacità nazionale di effettuazione di tamponi.
Sono stati allestiti Drive-Through-Difesa (DtD) in tutto il Paese e montati ospedali militari da campo ad Aosta, Perugia e Cosenza.

L’Esercito in prima linea contro il COVID-19
Medici e infermieri dell’Esercito, presso gli ospedali militari di Milano o del Policlinico “Celio” di Roma, hanno assistito e curato giornalmente i cittadini colpiti dal virus.
In questi giorni, l’impegno dell’Esercito, con le altre Forze Armate, prosegue con l’operazione EOS a supporto della campagna di vaccinazione anti-Covid-19.
“Voi, amici dell’Esercito Italiano, ci avete dato la lezione di una testimonianza di coraggio che non ha fuggito i pericoli ma spesso è andata a cercare le situazioni più complesse e rischiose, incuranti della fatica e del pericolo”. Sono le parole di Monsignor Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia che riassumono l’impegno della Forza Armata, in questo 2020, di lotta al Coronavirus.
Numerosi, inoltre, sono stati gli interventi a seguito di eventi calamitosi, condotti in sinergia con la Protezione civile per il soccorso della popolazione e il ripristino della viabilità.
Stiamo parlando dell’alluvione di novembre scorso che ha colpito Bitti (Nuoro), dell’esondazione del fiume Panaro, a Nonantola (Modena), in seguito alla quale reparti del Genio sono intervenuti sin dalle prime ore dell’evento per fornire assistenza e far evacuare le persone rimaste isolate.
Nell’estate scorsa, l’Aviazione dell’Esercito è stata impiegata nella campagna antincendi boschivi e nella tutela del patrimonio naturale, conducendo missioni per 90 ore di volo e oltre 300 lanci di acqua su roghi che hanno interessato Sicilia, Lazio e Piemonte e altre regioni, per un totale di 300
mila litri sversati.
L’Esercito è in prima linea anche al Mo.SE. di Venezia.

L’Esercito impiegato anche per le attività del MOSE di Venezia
I militari del 7° Reggimento Trasmissioni, stabilmente presenti nella control room della bocca di porto del Lido 3, forniscono supporto costante nelle verifiche di funzionamento e mantenimento della rete di trasporto di dati, consentendo il sollevamento in contemporanea delle 4 barriere mobile protettive dell’importante opera ingegneristica della laguna.
In linea con le missioni assegnate alla Forza Armata, nel 2020 gli artificieri dell’Esercito in forza ai reparti del Genio hanno eseguito più di 2.700 bonifiche di ordigni esplosivi e residuati bellici (la maggior parte dei quali risalenti alla II Guerra Mondiale).

Artificieri dell’Esercito in attività
Alcuni di notevole complessità e del peso di centinaia di libbre, come le bombe rinvenute a
Mestre, Fiumalbo (Modena), Palermo, Bolzano.
Negli ultimi 10 anni sono stati oltre 34 mila gli interventi di disinnesco e brillamento portati a termine.
L’ultimo intervento, in ordine di tempo, è il concorso alla Protezione civile fornito dalla Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” in soccorso alla popolazione colpita dal terremoto in Croazia.
Numerose anche le attività addestrative messe in campo nel corso del 2020.

L’artiglieria in addestramento
Insomma, è un mpegno dinamico e poliedrico quello dell’Esercito, capace di rispondere
a eventi e situazioni di emergenza con una reattività di intervento tipica di una Forza Armata coesa e disciplinata, che nel 2020 si è confermata “faro di tecnologia e innovazione”, tanto per l’introduzione in servizio di nuovi sistemi, quanto per le molte campagne di sperimentazione volte allo sviluppo capacitivo di piattaforme ed equipaggiamenti (tra queste la campagna nel campo della Robotica e dei Sistemi Autonomi, lanciata lo scorso ottobre).
Gli uomini e le donne dell’Esercito continueranno a operare, come hanno sempre fatto, per la difesa e la sicurezza del Paese e dei suoi cittadini, consapevoli dei principi e dei valori peculiari di chi ha scelto di indossare l’uniforme e servire il Paese in armi.
Nel ricordare i sui motti, “Noi ci siamo sempre” e “Di più insieme”, l’Esercito augura all’Italia e agli italiani un 2021 di rilancio per tutti.
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