Esercito, di pattuglia a Roma con l’11° Reggimento Bersaglieri di Orcenico Superiore. La pianificazione e il coordinamento sono gli elementi fondamentali dell’Operazione “Strade Sicure”

Roma (dal nostro inviato). Il “segreto” del buon risultato dell’operazione nazionale “Strade sicure” sta in queste due parole: pianificazione e coordinamento. Le quali poi sviluppano tutta la potenzialità dell’Esercito nella conduzione sul terreno.

I Bersaglieri dell’11° Reggimento di pattuglia con un agente della Polizia Ferroviaria

Nata nell’agosto del 2008, l’Operazione ha prodotto notevoli risultati in tutta Italia, dove molti militari hanno ricevuto encomi dai loro comandanti e plausi dai cittadini.

In fondo, e lo abbiamo avuto modo di riscontrare tantissime volte, la postura di un soldato trasmette sicurezza alla gente. Sia che sia armato sia che non lo sia.

Ma i militari, seppure all’inizio, furono visti da alcuni esponenti (per lo più sindacali) della Polizia come una sorta di “intrusi” nella quotidianità dei compiti propri dei poliziotti, oggi questo “muro” è caduto e le pattuglie congiunte aumentano il senso di sicurezza.

E’ vero che tutte le attività dei militari sono fatte, per norme di legge, in concorso con le Forze di Polizia ma spesso accade (e la cronaca ne è testimone) che siano i soldati ad intervenire per sventare un furto, una rapina o per sedare risse.

La loro qualifica è quella di agente di Pubblica Sicurezza così come prevede la legge penale.

Nel nostro reportage alla scoperta di “Strade Sicure” a Roma con i Bersaglieri dell’11° Reggimento di Orcenico Superiore (Pordenone) dipendente dalla 132^ Brigata Corazzata “Ariete” e facente parte per l’operazione “Strade Sicure” del Raggruppamento Lazio Abruzzo a guida Brigata Sassari, abbiamo avuto modo di conoscere quanto la professionalità di queste donne e di questi uomini sia grande.

Essersi formati nei Teatri Operativi all’estero, a forte intensità come Afghanistan e Iraq, fa sì che ogni viso, ogni movimento, ogni evento sia analizzato e gestito al top.

Partiamo da uno dei siti che i Bersaglieri dell’11° Reggimento, comandato dal Colonnello Lorenzo Puglisi, vigilano: la Stazione Tiburtina.

Un Bersagliere vigila l’entrata della Stazione Tiburtina

Collocata nella semi periferia Est della città, lo scalo ferroviario è uno snodo fondamentale perché qui insistono i trasporti ferroviari (Alta velocità da e per Nord e il Sud Italia), treni regionali, collegamenti con l’aeroporto internazionale di Fiumicino, bus cittadini e bus extra urbani.

Ogni giorno qui transitano migliaia e migliaia di persone.

Ma questo movimento non preoccupa i Bersaglieri. I quali li trovi posizionati all’entrata dello scalo ferroviario o in pattuglia congiunta con la Polizia Ferroviaria che è appunto deputata al controllo della stazione e delle sue immediate adiacenze.

Oppure li puoi trovare mentre svolgono il loro servizio, autonomamente, anche nelle parti più nascoste della stazione stessa.

Due cittadini chiedono informazioni ad un Bersagliere

Un’attività particolarmente gradita dai cittadini, specialmente nelle ore serali, dove un ambiente poco illuminato o poco vigilato può nascondere un’insidia di varia natura.

Si sa che uno scalo ferroviario è crocevia, spesso, di tanti traffici e Tiburtina, come hanno evidenziato le cronache dei giornali capitolini, lo è per la droga.

Ma il lavoro quotidiano dei militari e delle Forze dell’Ordine ha, varie volte, bloccato lo spaccio di stupefacenti.

Lasciamo la Stazione Tiburtina diretti nel cuore della millenaria cultura dell’Urbe: i Fori Imperiali.

Uno dei gate di accesso ai Fori Imperiali controllato dai Bersaglieri dell’11° Reggimento

La stupenda via che dal Colosseo porta all’Altare della Patria è percorsa, ogni giorno, da bus cittadini, da quelli rossi a due piani di un’azienda specializzata nei tour turistici, da taxi e vetture autorizzate.

Alcune fioriere, oltre ad abbellire la sede stradale, sono stati posti ai due capi della strada in una posizione che rallenta il movimento delle auto e riduce il rischio di attentati stile Nizza. Tutto è stato studiato, nessuna cosa è stata lasciata al caso.

Già in fase di approntamento i Bersaglieri hanno avuto modo di studiare quanto avvenuto all’estero, le possibili minacce che potrebbero incontrare una volta che sono in servizio.

E’ vero che il Teatro nazionale è differente da quello estero. Ma non per questo si può tenere la guardia bassa.

La stessa posizione dei mezzi tattici ai due capi di Via dei Fori Imperiali evidenzia quanto stiamo dicendo. Così come il posizionamento dei militari, la loro postura, il modo in cui impugnano l’arma lunga, il dress code applicato.

Nulla, ripetiamo, avviene per caso.

Così come, e questo è un altro sito sotto vigilanza dell’11° Reggimento Bersaglieri, avviene nella stazione della metro B di Colosseo.

I Bersaglieri dell’11° Reggimento controllano la stazione metro del Colosseo

Da qui partono e arrivano, ad ogni ora, migliaia e migliaia di viaggiatori tra turisti e romani che, specialmente, nelle ore di punta salgono sui bus cittadini diretti agli uffici del centro.

I Bersaglieri si posizionano di fronte all’entrata della stazione della metropolitana. Ognuno che entra è quasi “passato ai raggi X” dei loro occhi. Le orecchie dei militari sono “sensori”.

E sono di grande aiuto anche al personale dell’azienda dei trasporti pubblici capitolini (ATAC) per eventuali “portoghesi”, come vengono chiamati a Roma, nel caso in cui dovessero superare i fornelli di ingresso, senza pagare il biglietto.

Sono di supporto, sempre gradito, in caso di ubriachi e molestatori vari, di borseggiatori delle Forze di Polizia e della Polizia Municipale di Roma Capitale.

L’esperienza acquisita in tante missioni fa sì che lo screening sia rapido. Una dote che i nostri soldati ormai hanno acquisito, facendola diventare parte integrante del loro DNA.

Tutta l’area intorno al Colosseo che per Roma costituisce, insieme al “Cuppolone” di San Pietro uno dei simboli della città è molto attenzionata per prevenire eventuali attacchi terroristici.

Lo stesso cantautore romano, Antonello Venditti, lo ha scritto in un celebre testo “Roma Capoccia”, icona della musica che seppure risalente al 1972 resta sempre nelle orecchie e nella memoria dei romani e non.

Ricordiamo che al Colosseo, il Santo Padre il Venerdì Santo tiene la Via Crucis. Qui scorrono “fiumi” di turisti e che quindi l’obiettivo è molto sensibile.

Come è un luogo molto sensibile la Basilica di San Giovanni in Laterano (detta anche cattedrale di Roma) è la più antica delle quattro Basiliche papali maggiori. Molto più antica della stessa Basilica di San Pietro.

La vigilanza fissa alla Basilica di San Giovanni in Laterano

Qui tra le consegne dei Bersaglieri del 11° Reggimento c’è il controllo della piazza dove ha sede il Vicariato. In caso di occasioni di particolare importanza, i Bersaglieri sono chiamati anche a controllare l’afflusso delle vetture che debbono entrare nel palazzo.

Identità dei passeggeri e targhe vengono messe a loro conoscenza per garantire appieno la sicurezza della sede di questo ufficio dello Stato del Vaticano.

I visitatori che invece volessero visitare la Basilica devono passare attraverso un varco controllato, anche con l’utilizzo di metal detector, dalla Polizia di Stato.

Ai Bersaglieri sono demandati due compiti: il controllo dell’uscita della Basilica e, alla chiusura della chiesa, l’attivazione di una pattuglia dinamica.

Insomma, anche questo luogo caro alla Cristianità è sotto gli occhi dei “Fanti Piumati”.

I quali hanno anche sotto la loro area di responsabilità la vigilanza della vicinissima Scala Santa.

Un Bersagliere dell’11° Reggimento vigila l’entrata della Scala Santa

La scalinata fu portata a Roma da sant’Elena, archeologa ante litteram e madre dell’imperatore Costantino, nel 326. Fu papa Innocenzo XIII a farla “foderare” di noce. Questo perché era già pericolosamente consunta per l’uso di percorrerla in ginocchio.

Un posto fisso fino alla chiusura vigila sull’afflusso dei turisti. I capi muta, uno collocato nella piazza del Vicariato e l’altro davanti il largo dove è collocata la Scala, ogni tanto da lontano (visto che sono in posizione molto vicina) si scambiano messaggi visivi di intesa. Così come con i loro colleghi posizionati, al di là della strada, dove c’è l’entrata principale della Basilica.

I Bersaglieri non sono sempre fermi, ma si spostano un po’ davanti la Scala Santa specialmente quanto l’afflusso dei visitatori è maggiore. In questo modo impediscono eventi propri della microcriminalità.

Terminiamo il nostro reportage con i Bersaglieri del 11° Reggimento di Orcenico Superiore, ricordando altre attività alle quali sono chiamati, quali la protezione esterna di sedi diplomatiche del Regno Unito, della Turchia, della Germania, della Francia.

Insomma, “Strade Sicure”, così come è stato evidenziato dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale di Corpo d’Armata, Salvatore Farina anche in occasione del 158° anniversario della Costituzione della Forza Armata, lo scorso 8 maggio, resta la più importante operazione in Patria.

Molto diversa dalla “Sentinelle” francese, tutta spostata sulla prevenzione antiterrorismo, ma spostata sulla quotidianità dei cittadini e dei turisti che, ogni giorno, affollano le strade della Città Eterna.

Militari francesi impegnati nell’Operazione “Sentinelle”

Il prossimo mese di giugno, la guida del Raggruppamento Lazio-Abruzzo passerà dalla Brigata “Sassari” alla Brigata Alpina “Julia” di Udine.

BREVE STORIA DELL’11° REGGIMENTO BERSAGLIERI

Il Reggimento fu costituito a Caserta il 16 settembre 1883 con il contributo del 1°, del 4° e del 7° Reggimento Bersaglieri che cedettero, rispettivamente, il XV, il XXVII e il XXXIII Battaglione.

Tra il 1895 e il 1896 concorse alla formazione di 4 Battaglioni che furono inviati in Africa Orientale, di cui uno combatté ad Adua.

Nel 1900 ciascun Reggimento dei Bersaglieri dette origine ad un quarto battaglione “ciclisti”, che assume la medesima numerazione del Reggimento.

Allo scoppio della guerra italo-turca, l’11° fu inviato in Libia, dove fu protagonista, il 23 ottobre 1911, del fatto d’arme presso l’oasi di Sciara Sciat, per il quale meritò la Medaglia d’oro al Valor militare.

Bersaglieri nella Guerra di Libia 1911-1912

Successivamente per il comportamento tenuto durante i combattimenti ad Assaba fu concessa al Reggimento la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

Durante la Grande Guerra fu dislocato in Carnia, sull’Isonzo e sul Carso Triestino, ove meritò 4 o Medaglie d’Argento al Valor Militare e la citazione sul bollettino del Comando Supremo per l’eroico comportamento tenuto dai suoi uomini nel giugno 1917 sulle pendici del monte Hermada e per il successivo contenimento dei reparti avversari sul Piave a Vidor.

Il 3 novembre 1918 i suoi soldati, sbarcarono, per primi, a Trieste sul molo Audace, accolto dall’entusiasmo della popolazione.

L’arrivo dei Bersaglieri a Trieste il 3 novembre 1918

Nel 1941, durante la II Guerra Mondiale, inquadrato nella 1^ Divisione Celere “Eugenio di Savoia” fu inviato in Jugoslavia.

Nei primi giorni della campagna conquisto Lubiana e partecipò all’occupazione della Dalmazia.

Con reparti a livello Compagnia, partecipò alle operazioni in Africa Settentrionale (Divisione Brescia) e in Russia (Divisioni Torino e Pasubio).

L’armistizio dell’8 settembre 1943 sorprende i militari del Reggimento in territorio jugoslavo provocandone lo scioglimento.

Il XXXIII Battaglione entrò a far parte del Corpo Italiano di liberazione. L’11° Reggimento Bersaglieri, le cui tradizioni sono state custodite, dal 1975, dal 27° Battaglione “Jamiano”, fu ricostituito il 30 settembre 1992 con sede in Orcenico Superiore, frazione del Comune di Zoppola (Pordenone).

Dal 1997 inquadrò l’11° Battaglione Bersaglieri “Caprera” che trae origini, tradizioni e decorazioni dell’ XI Battaglione Bersaglieri Ciclisti.

In pace, si è distinto per gli interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali: dall’alluvione del Piave (1966 quale XXXVIII Battaglione), al terremoto del Friuli (1976- Clauzetto e Osoppo – Medaglia di bronzo al Valore dell’Esercito), dalla tromba d’aria che nel 1990 ha colpito Fiume Veneto e Azzano, all’alluvione del Piemonte (1994 -Alessandria).

Ha partecipato alle operazioni per il mantenimento dell’ordine pubblico e del controllo del territorio: “Vespri Siciliani”, “Testuggine” (di vigilanza sul confine Nord Orientale), “G8” (Genova 2001) e “Domino”.

Nel 1998 il Comune di Vittorio Veneto gli ha concesso la cittadinanza onoraria quale primo Reggimento ad essere entrato in città il 31 ottobre 1918.

Nel luglio del 2000 anche il Comune di Zoppola, gli ha concesso lo stesso riconoscimento per la partecipazione da parte dei quadri alle attività di mantenimento della pace nei Balcani.

Dal luglio al novembre del 2002 partecipa all’operazione “Joint Guardian” in Kosovo con la Brigata Multinazionale Ovest nella località di Pec.

Dal gennaio a maggio del 2004 è stato impegnato in Iraq nella “Operazione Antica Babilonia” inquadrato nella 132^ Brigata Corazzata “Ariete” nell’area di Nassiriyah, dove è stato coinvolto in frequenti scontri a fuoco con irregolari.

Il 6 aprile 2004, l’occupazione dei ponti da parte di miliziani sciiti ha portato alla condotta dell’Operazione “Porta Pia”, durante la quale, con 12 feriti, ha riconquistato il controllo di due ponti occupati, costringendo successivamente i miliziani a ritirarsi anche dall’ultimo, per tale atto viene concessa al reggimento la Croce al Valor Militare.

Dopo un anno di impiego sul territorio nazionale nell’Operazione “Domino” il Reggimento ha partecipato sempre inquadrato nella Brigata “Ariete” all’Operazione “Antica Babilonia” nel periodo settembre 2005-gennaio 2006.

Nell’aprile 2006 è nuovamente impegnato nell’Operazione “Domino”. Nel 2007-2008, tra ottobre e maggio, il Reggimento partecipato all’operazione “Leonte 3”, quale Task Force “ITALBATT 1” in Libano.

Nel 2009 è stato rispiegato di nuovo in terra libanese tra maggio-ottobre sempre come ITALBATT 1, nell’operazione “Leonte 6”.

Da aprile a settembre 2011 ha partecipato all’Operazione “ISAF” in Afganistan dove ha subito un attacco riportando il ferimento di 4 Bersaglieri.

Da marzo a settembre 2012 il Reggimento è stato schierato nel Nord del Kosovo in qualità di “KFOR Operational Reserve Force Batttalion”, presso “Camp De Lattre” a Novo Selo.

Da arile a ottobre 2014 il Reggimento è stato impegnato con due Compagnie nell’ambito dell’Operazione “Leonte 16” in Libano.

Nel periodo 2017-2019 il reparto è inserito nel pacchetto di forze ad elevata prontezza operativa della NATO denominato VJTF (Very High Readyness Joint Task Force).

Attualmente (da dicembre 2018) è schierato presso la città Roma per l’Operazione “Strade Sicure”.

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