Esercito e Marina: nuovi natanti e veicoli anfibi per la “Forza di Proiezione dal Mare”

Di Fabrizio Scarinci

Roma. Esercito e Marina intendono avviare due importanti programmi di acquisizione volti a rinnovare il “parco mezzi” della “Forza di Proiezione dal Mare”, ovvero la grande unità interforze costituita congiuntamente da entrambe le Forze Armate allo scopo di incrementare le capacità anfibie e, più in generale, di tipo “expeditionary” dello strumento militare nazionale.

In particolare, secondo quanto si è avuto modo di apprendere, le sue unità dovrebbero ricevere 32 natanti di tipo “Raiding Craft” (di cui 16 commissionati dall’Esercito e 16 dalla Marina) e un lotto di 64 veicoli anfibi.

Quanto ai primi, si tratta di imbarcazioni leggere d’assalto generalmente concepite per condurre azioni da sbarco, di pattugliamento costiero e di penetrazione in profondità nel territorio nemico attraverso l’utilizzo di corsi d’acqua interni. Tra le maggiori specifiche emesse dalla Difesa riguardo alle loro caratteristiche figurano la capacità di operare a partire da unità anfibie maggiori (come LPD o LHD), la capacità di trasportare una squadra di fucilieri completamente equipaggiati, uno scafo adatto a compiere azioni da sbarco sia su coste di tipo sabbioso che su coste di tipo roccioso e un armamento modulabile a seconda del tipo di missione da svolgere.

L’azienda fornitrice di tali imbarcazioni sarà definita in sede di gara, e, stando a quanto affermato da varie fonti, dovrebbe anche incaricarsi di manutenerle e supportarle a livello logistico per tutta la durata della loro vita operativa.

Natanti di tipo Raiding Craft britannici in azione

Quanto ai secondi, si tratta invece di speciali veicoli blindati (o corazzati) progettati sia per navigare allo scopo di trasportare truppe sulla spiaggia, sia per sostenere azioni di combattimento una volta sbarcati a terra.

Riguardo a questa tipologia di mezzi, la componente anfibia della nostra Forza di Proiezione dal Mare, costituita dal Reggimento Lagunari “Serenissima” dell’Esercito e dalla Brigata Marina San Marco della Marina Militare, dispone, ad oggi, di un totale di 35 blindati di tipo cingolato AAV 7 A1 (17 dei quali in dotazione all’Esercito e 18 in dotazione alla Marina Militare), che si affiancano a diverse altre tipologie di veicoli da combattimento trasportabili in spiaggia da imbarcazioni di tipo “Landing Craft Mechanized”, più comunemente note come LCM.

Sviluppati nei primi anni 70 al fine di soddisfare le esigenze dello US Marine Corps, oltre che all’Italia, gli AAV 7 sono stati venduti, in diverse versioni, anche a Spagna, Brasile, Argentina, Cile, Venezuela, Thailandia, Taiwan, Giappone e Corea del Sud.

Tra i vari conflitti a cui hanno preso parte figurano la Guerra delle Falkland, che vide gli argentini utilizzare i venti veicoli di questo tipo in dotazione al loro strumento militare allo scopo di supportare la propria forza di occupazione delle Isole, la missione multinazionale per il mantenimento della pace in Libano del 1982/84, dove il contingente statunitense ne fece ampio uso durante diverse azioni di combattimento, l’Operazione “Urgent Fury”, dove i Marines li utilizzarono con successo al fine di sbarcare sull’Isola di Grenada, la Guerra del Golfo del 1991, l’Operazione “Restore Hope” e la Guerra in Iraq del 2003, dove la distruzione di alcuni di essi ad opera del fuoco iracheno durante la prima battaglia di Nassiriya avrebbe suscitato non poche polemiche riguardo al fatto che il loro livello di protezione non fosse all’altezza di quello dei veicoli corazzati “propriamente detti”.

Un blindato anfibio AAV 7 ripreso durante un’esercitazione

Per quanto riguarda, invece, le nostre Forze Armate, l’episodio più noto in cui esse hanno avuto modo di impiegare i loro AAV 7 è probabilmente costituito dall’Operazione Leonte dell’estate 2006, quando, proprio a bordo di questi mezzi (trasportati in teatro dalle LPD San Marco e San Giusto), gli uomini dei Lagunari e dell’allora Reggimento San Marco furono tra i primi operatori del dispositivo militare approntato dall’ONU al fine di supportare la Missione UNIFIL a raggiungere le coste libanesi.

Nel corso dell’ultimo quindicennio, il loro graduale invecchiamento, nonché la necessità di avere a disposizione piattaforme proiettabili dal mare anche a partire da distanze superiori a quelle dell’orizzonte ottico, hanno progressivamente fatto sì che i nostri vertici militari iniziassero a pensare alla loro sostituzione.

In tale contesto, anticipando ogni possibile requisito da parte del Ministero della Difesa, già tra il 2006 e il 2009, Iveco si lanciò nello sviluppo dell’avanzatissimo veicolo “blindo-corazzato” ruotato SUPER AV, in grado di operare in piena efficienza con mare forza tre, caratterizzato da un’eccellente mobilità su ogni tipo di terreno, altamente protetto e facilmente trasportabile a bordo di aerei quali C-130 e A 400M.

Un veicolo SUPER AV. Caratterizzati da un peso di 24 tonnellate, tali veicoli possono raggiungere i 105 km/h su strada e i 10 km/h in navigazione.

Questo nuovo veicolo, su cui, nel 2012 venne anche installata una torretta HITFIST OWS a comando remoto sviluppata da Oto Melara, destò, naturalmente, grande interesse, tanto che all’inizio del decennio scorso venne perfino presa in considerazione l’ipotesi di acquistarlo in 72 esemplari per l’Esercito e altrettanti per la Marina.

Ad impedire tale acquisizione, che, con simili numeri, avrebbe certamente comportato un notevole rafforzamento della Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare, furono soprattutto le ristrettezze finanziare imposte in quel periodo alle nostre Forze Armate, che si videro, pertanto, costrette a sospendere, o quantomeno a ridimensionare, molti dei programmi in cui erano coinvolte.

Nondimeno, la necessità di disporre di una piattaforma da sbarco più moderna sarebbe comunque rimasta sul tavolo, e, col tempo, anche sulla scia dell’importante successo commerciale ottenuto negli Stati Uniti dall’ACV (derivato del SUPER AV prodotto su licenza da BAE Systems che i Marines hanno scelto proprio al fine di sostituire i loro AAV 7 più anziani), i nostri militari sarebbero nuovamente tornati a posare il proprio sguardo sulla proposta di Iveco.

Nel requisito ufficializzato durante le scorse settimane, infatti, le Forze Armate avrebbero espresso il proprio interesse per lo sviluppo di un mezzo concettualmente simile al veicolo progettato dalla ditta di Bolzano, al quale, tra le altre cose, si richiederebbero un’elevata autonomia, elevate prestazioni e capacità di manovra nell’ambito di scenari ad alta intensità per lo meno paragonabili a quelle dei veicoli acquistati dai Marines statunitensi, che, secondo alcune fonti, risulterebbero perfino in grado di affiancare i carri armati Abrams nell’ambito di task force meccanizzate.

Certamente, almeno rispetto ai numeri ipotizzati alcuni anni orsono, i 64 veicoli previsti dal programma in questione non sembrerebbero essere, poi, così tanti.

Tuttavia, essi risultano comunque più numerosi dei 35 AAV 7 attualmente in dotazione alle nostre forze da sbarco, che avranno, quindi, modo di utilizzarli anche al fine di sostituire altri anziani veicoli privi della capacità di navigare.

L’introduzione di queste piattaforme, così come l’acquisto dei nuovi Raiding Craft, si inserisce in pieno nei piani della Difesa aventi ad oggetto il potenziamento della Forza di Proiezione dal Mare, che presto, in sostituzione delle anziane LPD classe “Santi”, potrà anche fare affidamento sulla nuova LHD Trieste (che dovrebbe entrare in servizio già da quest’anno) e su due ulteriori LPD attualmente in fase di sviluppo.

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