ROMA. I militari impiegati nell’Operazione nazionale “Strade sicure” controllano il territorio e non fanno le vedette.
L’onorevole Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi e Sinistra), in un suo intervento pubblicato su vari social, ha definito “vedette impotenti ” il personale dell’Esercito nelle attività di protezione e controllo del nostro Paese, a supporto delle Forze di Polizia.
Un’operazione nata il 4 agosto 2008 e che, in tutti questi anni, ha portato tantissimi risultati per la sicurezza della Repubblica.
In una nota il sindacato USMIA (Unione Sindacale Militari Interforze Associati) ritiene ingiuste e irriguardose le parole del parlamentare “nei confronti delle migliaia di commilitoni che operano quotidianamente a favore della comunità”.
Il personale dell’Esercito, dal 2008, per decisione del Parlamento, ha solo la qualifica di Agente di Pubblica sicurezza.
“Ii militari – prosegue la nota dell’USMIA – garantisce la piena operatività effettuando fermi di identificazione o per la ricerca di armi e droga o in flagranza di reato. I soldati non possono procedere agli arresti, in quanto non hanno la qualifica di Agente di Polizia giudiziaria , né tanto meno quello di Ufficiale di Polizia giudiziaria, che la legge attribuisce solo a limitate categorie della Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza”.
In tale contesto, i militari operano quotidianamente in supporto alle Forze dell’Ordine affrontando pericoli e minacce che talvolta portano anche al ferimento di alcuni di loro.
“In particolare – scrive ancora la nota sindacale – con le tecniche del Metodo di Combattimento Militare soldati mettono in condizione di non nuocere malintenzionati, senza ricorrere all’uso delle armi, esponendosi a colluttazioni anche con chi è armato di corpi contundenti o di armi da taglio, come peraltro, dimostrano i numerosi interventi in piazze complesse come proprio quella di Napoli”.
Insomma, i militari di “Strade Sicure” tutto sono tranne che vedette inermi!
“Invitiamo l’onorevole Borrelli – conclude la nota dell’USMIA -a riconoscere l’impegno e l’abnegazione dei militari impiegati in funzione di Ordine pubblico, e, da deputato della Repubblica, a formulare proposte per modificare le attuali norme che disciplinano l’impiego dei nostri militari, se ritenute troppo blande o a chiedere la conclusione dell’Operazione, se la ritiene inutile. Ma non deve scaricare sui militari decisioni prese dalla politica nella sede istituzionalmente competente: il Parlamento” .
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