Esercito, l’8° Reggimento Alpini protagonista dell’esercitazione “Abbey Road”. Un addestramento molto istruttivo anche per gli ufficiali della Scuola di Applicazione di Torino

Venzone (Udine). Due settimane di intensa attività addestrative per l’8° Reggimento Alpini di Venzone (Udine) che hanno concluso l’esercitazione “ Abbey Road” con l’atto tattico principe per le unità di fanteria alpina: l’assalto del complesso minore.

Squadre d’assalto con mortaio da 60 mm

In questa occasione sono state impegnate alcune compagnie del Battaglione Tolmezzo nel Poligono di Rivoli Bianchi di Venzone.

Due Alpini in esercitazione

L’8° Alpini, guidato dal Colonnello Franco Del Favero ha svolto un intenso programma addestrativo che lo ha visto impegnato dapprima con alcune attività di “Mountain Warfare” nel comprensorio di Casera Razzo, dove gli alpieri ed i tiratori scelti, unità di elite del Reggimento, hanno messo in evidenza tutte le loro capacità di combattimento alternando pattuglie a lungo raggio in ambiente alpino invernale ad attività di “winter survival” in ambiente innevato.

I tiratori scelti dell’8° Reggimento in esercitazione

Le attività si sono incentrate prevalentemente nelle tecniche di movimento con gli sci e con le racchette da neve, viste le abbondanti nevicate di questi giorni, caratteristica peculiare delle Truppe Alpine che della capacità di muovere, vivere e combattere in condizioni estreme sono maestre in campo mondiale.

Il momento è stato particolarmente istruttivo per i nuovi arrivati, gli ufficiali della Scuola di Applicazione di Torino, che mai si erano cimentati prima in condizioni ambientali così estreme e che hanno potuto contare sui consigli e le preziose indicazioni degli espertissimi istruttori dell’8° per riuscire a portare a termine i compiti a loro assegnati.

Un VTML Lince in ambiente innevato

Un periodo molto impegnativo quindi che si è concluso sui ghiaiosi pendii del Poligono di Rivoli Bianchi a Venzone, dove alla presenza del comandante delle Truppe Alpine, Generale d Corpo D’Armata Claudio Berto, le unità si sono cimentate in uno degli atti tattici più complessi ed articolati per le unità di fanteria, l’assalto alle postazioni nemiche che qui erano rappresentate dalle sagome poste sulle propaggini della Vetta del Sole.

Un attività complessa ed articolata che ha messo alla prova i sistemi di comando e controllo, gli equipaggiamenti ed i mezzi ma, soprattutto, le capacità psicofisiche dei militari impegnati appartenenti alla 6^ Compagnia Alpini “ La Bella” ed alla 69^ Compagnia Alpini “ La Fulmine”e supportati dai mortai da 120 mm ed 81 mm della 115^ Compagnia “La Tormenta” del Battaglione Tolmezzo.

L’impiego di un mortaio da 81 mm

A premessa dell’esercitazione a fuoco dei due complessi minori pluriarma, si è svolta un’esercitazione a partiti contrapposti con l’impiego del sistema SIAT (Sistema Integrato di Addestramento Terrestre), dove sono state utilizzatele tecniche di “Mountain Warfare” e le tecniche alpinistiche avanzate per la condotta, da parte del Plotone Alpieri dell’8°, di un “Vertical Assault”contro un obiettivo di elevato valore, attestato all’interno dell’adiacente ex Forte di Monte Ercole.

Una pattuglia dell’8° Reggimento in addestramento

Inoltre gli Alpini dell’8° sono stati rinforzati per la prima volta dalla fine degli anni ‘90 dall’azione degli artiglieri del 3° Reggimento Artiglieria Terrestre (da Montagna) che sono intervenuti in appoggio alle fanterie all’attacco con gli ammodernati, ma sempre cari nella memoria di molti che li hanno utilizzati, obici da 105 /14, permettendo così agli uomini impegnati nell’esercitazione di testare le procedure di cooperazione tra arma base ed artiglieria.

Esercitazione dell’artiglieria

Tutte le attività sono state precedute dagli assetti specialistici ACRT “ Advanced Combat Reconaissance Team” del 2° Reggimento Genio Guastatori Alpini di Trento, che hanno il compito, delicatissimo, di liberare la strada da eventuali ordigni posti sulle vie di accesso dei mezzi, questa attività è fondamentale in tutte le missioni all’ estero che da lungo tempo vedono impegnati i nostri uomini ed è, sicuramente, la più delicata e complessa tra quelle svolte dai nostri genieri, senza peraltro dimenticare la demolizione degli eventuali ostacoli e i lavori di fortificazione sul campo di battaglia.

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