ESCLUSIVA. Esercito, viaggio nelle eccellenze della Scuola di Commissariato di Maddaloni. Al centro delle attività lo sviluppo dell’addestramento e la logistica

Maddaloni (Caserta). Report Difesa inizia, da oggi, una serie di reportage dedicati alle Scuole dell’Esercito. Iniziamo da quella di Commissariato con sede a Maddaloni (Caserta). L’Ente si avvale di due distinti complessi/caserme per addestrare e alloggiare ufficiali, sottufficiali e volontari.

L’ingresso della Caserma Magrone a Maddaloni

Dalla Scuola dipende il Reparto mezzi mobili campali, il Battaglione addestrativo e una compagnia Comando e Supporto logistico che provvedono all’attività addestrativa, logistica e funzionale dell’Ente.

Qui vengono svolti corsi per formare, qualificare e specializzare ufficiali, sottufficiali, allievi Marescialli e allievi Sergenti, volontari in servizio permanente e in ferma prefissata appartenenti al Corpo di Commissariato dell’Esercito, ma anche di altre Forze Armate (Marina, Aeronautica, Carabinieri, ecc.) e di altre Amministrazioni statali.

L’Istituto si articola su due strutture: la caserma intitolata al Tenente Commissario Medaglia al Valore Militare alla memoria Giacomo Rispoli, già sede di un ospedale militare. Qui sono sono ubicati il Comando Scuola ed alcune strutture addestrative ed alloggiative per i frequentatori dei corsi.

L’altra struttura è la caserma dedicata al Tenente di Sussistenza Medaglia al Valor Militare alla memoria Mauro Magrone, già sede di uno stabilimento militare di produzione di mangimi concentrati per quadrupedi.

Vi hanno sede le rimanenti componenti ordinative, addestrative e logistiche della Scuola.

Il Reparto mezzi mobili campali della Scuola custodisce la Bandiera del Corpo Commissariato dell’Esercito, decorata di una Medaglia d’Argento al Valor Militare, una Medaglia di Bronzo al Valor Militare, tre Croci di Guerra al Valor Militare, due Medaglie di Bronzo al Valore dell’Esercito, due Croci d’Argento al Merito dell’Esercito, una Medaglia d’Oro al Merito Civile e una Medaglia d’Argento al Merito della Croce Rossa.

Un vecchio forno da campo nella sala espositiva della Scuola

La Scuola è nata il 1° agosto 1948 con un provvedimento dello Stato Maggiore dell’Esercito.

Si chiamava, allora, Centro Esperienze ed Addestramento di Commissariato. E si inquadrava nel pieno rinnovamento della Forza Armata nel periodo successivo alla II Guerra Mondiale.

Nel corso degli anni, ha subito vari riordini e assunto diverse denominazioni.

Il 15 aprile 1950 era denominata “Scuola e Centro Esperienze di Commissariato”. Il 1° giugno 1951 ha preso il nome di “Accademia dei Servizi di Commissariato e Amministrazione”.

Il 1° ottobre 1955 ha cambiato ancora nome: “Scuola dei Servizi di Commissariato e Amministrazione”.

Dal 15 giugno 1973 venne invece chiamata “Scuola Militare di Commissariato e Amministrazione”.

Il 1° gennaio 1998 è giunta all’attuale denominazione di “Scuola di Amministrazione e Commissariato”.

La Scuola dipende dal Comando per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito (COMFORDOT).

DENTRO LA SCUOLA

Iniziamo la nostra conoscenza dell’Ente formativo partendo dai posti di manutenzione dei mezzi mobili campali. Qui vengono svolte tutte le tipologie di manutenzione.

Si tengono corsi per apprendere tutte le potenzialità, ad esempio, di una cucina campale. Visto che il personale è normalmente abituato a lavorare su una cucina fissa, la formazione e l’addestramento su come usare e come manutenere una campale sono fondamentali.

Allievi ascoltano un istruttore su una cucina da biga da campo

Le cucine campali dell’Esercito vengono suddivise a seconda delle razioni prodotte in un’ora. Abbiamo così shelter per preparare 200 razioni e da 500 pasti/ora.

Spesso le abbiamo viste impiegate in occasione di calamità naturali. L’acquisto degli shelter avviene a livello centrale ma all’interno della Scuola vengono esaminati i nuovi acquisti ed effettuate sperimentazioni per rendere il prodotto finale sempre più vicino alle esigenze tecnico-operative della Forza Armata.

I tecnici provano il materiale anche in situazioni molto disagevoli, visto che dovrà essere impiegato in un Teatro Operativo a tutte le latitudini del mondo.

Abbiamo avuto modo di conoscere anche un altro aspetto della Scuola di Maddaloni: quello della panificazione. Ci sono shelter campali capaci di produrre 40 chili di pane l’ora con una pezzatura di 100 grammi. Si tratta di un panino arrotolato che viene imbustato.

Si distribuiscono prodotti da forno in un evento esterno

 

Il ciclo della panificazione è completo: dalla lievitazione alla produzione.

In quella che viene chiamata “arte bianca” gli operatori, esperti panificatori, per un 1,2 chili di pane utilizzano 1 chilo di farina tipo 00, 50% di acqua per mezzo litro, 2%-2,2% di sale per 0,020 chili -0,022 chili) e del miglioratore 1%-1,2% (0,010 chili – 0,012 chili).

Viene usato del lievito liofilizzato per una lievitazione più rapida. I panificatori dell’Esercito fanno anche ottime pizze e ottimi prodotti di rosticceria per le truppe impiegate.

E se il pane dovesse avanzare? Nessun problema, come si faceva una volta in casa: si riutilizza per produrre crostini o si grattugia per poi essere di nuovo impiegato in cucina.

Per essere sempre più vicini ai gusti dei soldati, gli esperti panificatori della Scuola maddalonese stanno anche studiando l’opportunità di fare pane con farine integrali, ai 5 cereali e di semola.

Insomma, il settore dell’arte bianca è molto ampio e ricco di opportunità.

Chiudiamo la nostra visita alla Scuola con un pranzo alla mensa. Nelle nostre varie missioni all’estero abbiamo avuto modo di apprezzare l’arte dei suoi cuochi.

E anche questa volta “in home” il menu proposto è molto buono.

CREDIT FOTO AMATO IULIANO

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