Di Valeria Fraquelli
Pinerolo (Torino). I cavalli scalpitano, sono pronti, il comandante suona la carica e la Cavalleria irrompe con prepotenza contro il nemico.
Questo è il clima che si respira visitando il Museo della Cavalleria di Pinerolo (Torino).
Tutto è conservato con cura e si possono ammirare uniformi, elmi, le finiture che i cavalli avevano durante la guerra, le armi.
Tutto è corredato di spiegazioni e di riferimenti storici che aiutano il visitatore a capire meglio il contesto.
I militari che accolgono i visitatori all’ingresso sono anche delle ottime guide e sanno spiegare, in ogni minimo dettaglio, come si sono svolte le battaglie che hanno fatto la storia del nostro e di altri Paesi.
Una figura che viene citata più volte è quella del Capitano Federigo Caprilli che con la sua intelligenza e la sua grande sapienza nell’arte della guerra a cavallo ha cambiato per sempre questa specialità dell’Esercito.
Prima deriso e sbeffeggiato e poi osannato, Caprilli ha portato molte innovazioni a tutta la Cavalleria che poi sono state adottate in molti Paesi del mondo.
Perché basta la persona giusta al momento giusto per cambiare la storia, e quella persona era proprio Caprilli.
Ci sono testimonianze fotografiche dei grandi cambiamenti che la Cavalleria ha subito nel tempo, dai semplici assalti con i cavalli ad una strategia di guerra più moderna, dai semplici fanti a cavallo a veri e propri professionisti che facevano dell’arte militare a cavallo una loro grande predisposizione, con regole ferree e precise.
Al museo abbiamo avuto la possibilità di conoscere gli inizi e i successivi cambiamenti nel tempo. Le uniformi si adattano ad un nuovo modo di combattere, a nuovi doveri e nuovi obblighi cui sottostavano tutti gli ufficiali di Cavalleria che poi davano ordini alle truppe.
Un’intera ala del museo è dedicata alle grandi battaglie della storia; si possono ammirare splendidi plastici studiati con accuratezza che spiegano fin nel più piccolo dettaglio come si sono svolte le battaglie e gli scenari in cui erano inserite.
Waterloo, ad esempio, viene ricostruita perfettamente calata in quel periodo storico in cui francesi e inglesi si fronteggiavano senza pietà.
Oltre ad armi e uniformi l’ultimo piano del museo è dedicato ai soldatini di piombo che da semplici giocattoli sono diventati ormai oggetti da collezione; soldatini di carta, di piombo o di stagno rappresentano in modo davvero realistico truppe italiane, russe, spagnole, francesi, inglesi e tante altre.
Particolare attenzione è data alle uniformi che cambiano a seconda del periodo storico: sono riprodotte con gli stessi dettagli che avevano all’epoca e se non fossero così piccole si potrebbe dire che siano quasi uniformi vere!
Venite a visitare il Museo della Cavalleria e vedrete questo e molto altro, un mondo di tattica e di strategia militare si apre davanti ai vostri occhi e potrete rivivere le grandi battaglie del passato e vedere le posizioni delle truppe e degli ufficiali decise dai generali dell’epoca.
Di sicuro una volta visto vorrete ritornarci.
© RIPRODUZIONE RISERVATA