Esercito: Operazione “Strade Sicure-Terra dei Fuochi”, Colonnello Bencivenga “Il militare come presidio di sicurezza”

Caserta. Il 9° Reggimento Fanteria “Bari” di stanza a Trani (BAT) tra qualche giorno lascerà al 21° Reggimento Genio Guastatori di Caserta il comando del Raggruppamento Campania dell’Esercito impiegato nell’Operazione nazionale “Strade Sicure-Terra dei Fuochi”,

Un militare impiegato nella vigilanza di un sito controllato dalle Forze di Polizia (Foto dell’autore)

Report Difesa ha intervistato il comandante del 9° Reggimento, Colonnello Claudio Bencivenga.

Il Colonnello Claudio Bencivenga nel corso dell’intervista con Report Difesa

Comandante, che bilancio si può fare dei vostri sei mesi di impiego, qui in Campania?

La nostra missione si è evoluta ed è mutata giorno per giorno. E’ stata una missione dalla doppia “anima” con le Operazioni “Strade Sicure” e “Terra dei Fuochi”.

In questi mesi di emergenza sanitaria, si è aggiunta un’ulteriore “anima”: quella degli interventi per il controllo dell’applicazione delle norme anti Covid-19.

I nostri compiti originali non sono però mai stati lasciati. Sono aumentate le unità schierate sul terreno: da circa 900 a circa 1.200.

Di giorno in giorno, a seconda delle necessità che venivano individuate dalle Autorità prefettizie locali ma anche dalle autorità politiche, sono cambiate le esigenze.

La missione via via, in un certo senso, si è complicata. Ma il personale del 9° Reggimento Fanteria “Bari” e del 7° Reggimento Bersaglieri, tutti dipendenti dalla Brigata Pinerolo (con unità incrementate da altri reparti della Forza Armata) ha saputo reagire bene ed intrepretare il momento operativo. Tutti hanno saputo interpretare il momento come una sfida, con una coscienza civica particolarmente evoluta.

Come è stato il rapporto con i cittadini?

E’ stato un rapporto molto stretto in tutte le attività. Più la situazione si è fatta difficile più abbiamo avuto il sostegno della popolazione. Rispetto alle missioni all’estero dove si va per aiutare “qualcun altro” qui lavoriamo per la nostra stessa comunità.

Il rapporto stretto con i cittadini c’è sempre stato sia per l’Operazione “Strade Sicure” che per quella della “Terra dei Fuochi” ma con l’emergenza sanitaria è aumentato.

Molto stretta la collaborazione tra Esercito e Forze di Polizia (Foto dell’autore)

Ora vedremo come la missione si evolverà in relazione allo stato di emergenza, alle varie norme alle quali ci dovremmo adattare.

A proposito dei rapporti con la cittadinanza, in cosa consiste il sostegno verso l’Esercito? Ci sono state segnalazioni di realtà a rischio inquinamento?

Si. Nei circa 14 mila pattugliamenti che abbiamo fatto sia per “Strade Sicure” che per “Terra dei Fuochi” è capitato, più di una volta, ci sono state richieste di aiuto rivolte ai nostri militari.

Ma questo rapporto con i cittadini non è nuovo. Il militare è visto come presidio di sicurezza. E la gente sente molto questa sicurezza. Anche le giovani generazioni sono molto fiduciose nelle attività che fanno i nostri soldati.

Una soldatessa impiegata nell’Operazione “Strade Sicure”

C’è stata un’evoluzione nello sversamento illegale dei rifiuti?

C’è stato un periodo che per il COVID-19 la situazione in Terra dei Fuochi si era fermata. Ma il nostro lavoro è sempre andato avanti. Rispondendo alla sua domanda posso dire che non ci sono particolari novità nello sversamento dei rifiuti. Con l’aumento della temperatura sono però aumentati i roghi.

L’utilizzo dei droni per il controllo del territorio che risultati ha dato?

Noi impieghiamo il nostro drone tattico “RAVEN” che abbiamo utilizzato nei Teatri Operativi. Negli ultimi tempi è aumentata la sua capacità, grazie all’installazione di sensori nuovi che hanno aumentato il dettaglio.

L’utilizzo del drone per il controllo dall’alto delle aree di competenza

Il RAVEN. anche prima, ci dava la possibilità di integrare l’attività della zona di competenza con l’impiego delle pattuglie sul terreno. Lo utilizziamo per vedere come è la situazione nei siti già individuati e per scoprirne altri.

Tutto poi viene portato all’esame del tavolo tecnico.

Insomma, l’impegno dell’Esercito è molto ampio…

Diciamo che siamo sempre molto attivi. Abbiamo le nostre pattuglie sul terreno e appunto impieghiamo il drone tattico. Ad ogni tavolo tecnico portiamo sempre delle proposte per fare approfondimenti con le Forze di Polizia.

E’ molto importante quanto è stato fatto finora nella definizione degli obiettivi da esaminare, quello che noi chiamiamo “targeting”.

Oggi questi obiettivi vengono definiti per filiera produttiva e credo che il sistema, nel futuro, sarà incrementato

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