Esercito: Parla il comandante del CEMIVET di Grosseto, Colonnello Simone Siena. Sul sito di Forza Armata disponibile l’adozione dei cani allevati nel Centro

Grosseto. Il Centro militare veterinario (CEMIVET) è stato istituito con Regio Decreto l’11 novembre 1870 con la denominazione “Deposito allevamento cavalli”.

L’allevamento di cavalli al CEMIVET

Da allora, ha sempre contribuito a garantire il mantenimento del parco cavalli dell’Esercito attraverso l’allevamento di questi quadrupedi di varie razze che rispondevano alle esigenze organizzative ed operative della Forza Armata.

Negli anni 20 del ‘900  ha acquisito anche la funzione di Centro rifornimento muli per l’alimentazione dei reparti alpini e artiglieria da montagna, attività mantenuta fino alla fine degli anni ’80.

Dal 1972, con la chiusura della Sezione Posto Raccolta Quadrupedi di Persano (Salerno) il Centro è rimasto l’unico allevamento cavalli dell’Esercito.

Inoltre, dai primi anni ’70 fino alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, ha alimentato il parco cani da guardia di caserme, depositi e polveriere dell’Esercito.

Nel 2002, il Centro è stato incaricato di sviluppare il progetto “Capacità cinofila” della Forza Armata volto ad incrementare la protezione della forza dei contingenti militari impiegati in missione all’estero.

Il compito è stato assolto con successo e, attualmente, il Centro assicura l’allevamento, l’approvvigionamento e l’addestramento dei cani e delle unità cinofile per tutte le esigenze dell’Esercito Italiano.

Come facilmente comprensibile, nel corso dei 150 anni di vita, le razze di cavalli e cani allevate sono state diverse, ciò in base alle differenti esigenze correlate all’impiego militare.

Report Difesa ha intervistato il Colonnello Simone Siena, ufficiale veterinario del Corpo Sanitario dell’Esercito, comandante del CEMIVET.

Comandante, il CEMIVET ha una lunga tradizione nell’allevamento dei cavalli e dei cani: quali sono le razze che sono sottoposte alle vostre cure?

Il Centro alleva i cavalli di razza Sella italiano.

Al riguardo, è motivo di grande soddisfazione il riconoscimento conferito all’Esercito Italiano negli ultimi tre anni, dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo quale migliore allevamento del Paese di tale razza di cavalli; cani di razza Pastore tedesco e Pastore belga malinoise.

Cuccioli in addestramento al CEMIVET

Gli animali una volta allevati, in quali reparti vengono trasferiti?

La situazione è differente per le due specie allevate. Per quanto riguarda i cavalli, presso il Centro sono presenti le fattrici, gli stalloni ed i puledri fino a tre anni d’età, oltre ai cavalli riformati provenienti da tutto il territorio nazionale al termine della loro carriera attiva.

I puledri, al terzo anno di vita, sono trasferiti presso il Centro Militare di Equitazione in Montelibretti che provvede alla doma ed alla successiva valutazione tecnico equestre.

Sulla base dei risultati, i soggetti possono rimanere presso il Centro militare di equitazione per l’impiego a livello agonistico, oppure essere assegnati:

  • ad Enti formativi con funzione addestrativa nell’equitazione per il personale in formazione (Accademia di Modena o Scuola di Applicazione)

  • al Reggimento Lancieri di Montebello (8°) con funzioni di rappresentanza

  • ai Centri ippici militari, con funzione addestrativa di base e di promozione della cultura equestre per il personale militare e civile, nell’ambito della convenzione Esercito – Associazione Nazionale Arma di Cavalleria.

Riguardo ai cani invece, tutti i soggetti restano a Grosseto, in quanto la filiera cinofila è gestita totalmente dal Centro Militare Veterinario.

Per lo più per i cani sono previsti impieghi fuori area. In tutti i Teatri Operativi?

Tutti i nostri cani sono addestrati alla ricerca di armi ed esplosivi e vengono impiegati insieme ai loro conduttori in tutte le missioni internazionali dove l’Esercito Italiano è stato chiamato ad operare dall’Afghanistan al Kosovo, dal Libano alla Libia, all’Iraq.

In qualche occasione i binomi cinofili sono stati impiegati anche per esigenze interne al Paese, come durante l’Expo di Milano nel 2015 o l’Universiade di Napoli lo scorso anno.

Il binomio uomo-animale inizia già al momento in cui quest’ultimo viene assegnato al militare. Che caratteristiche si richiedono al personale che se ne deve prendere cura?

Si, dopo un attenta selezione alla quale sono sottoposti sia i cani che i conduttori, viene formato un binomio inscindibile che frequenterà un corso della durata di un anno e solo alla fine di questo lungo percorso, che prevede tre momenti principali di valutazione, verrà qualificato come binomio cinofilo dell’Esercito.

Le caratteristiche principali che devono avere i militari che si candidano alle selezioni sono passione per un lavoro impegnativo, grande disponibilità a condividere la propria vita con l’animale, adeguata cultura cinofila, altruismo e spirito di sacrificio. Sono caratteristiche impegnative, a fronte delle quali, tuttavia, si ricevono grandi soddisfazioni, umane e professionali.

Una fase di addestramento dei cuccioli

In queste ore si è parlato dell’adozione di cani dell’Esercito? Di quali animali si tratta?

La ragione fondamentale per la quale viene promossa l’adozione è quella di tutelare il benessere dell’animale con l’inserimento in un nucleo di conviventi che garantisca un livello di affettività ed interazione con l’uomo analogo a quello che il cane ha conosciuto durante tutta la sua vita professionale.

Quando il cane raggiunge l’età limite prevista per l’impiego attivo – cioè i 10 anni (di cui i primi 2 per la crescita e la formazione e gli altri 8 di impiego in servizio) – o quando, nel corso della vita operativa, emergano situazioni sanitarie non compatibili con l’impiego operativo, è prevista l’assegnazione, a titolo gratuito, prioritariamente allo stesso conducente con cui ha condiviso l’impiego professionale.

Nei rari casi in cui il conducente abbia impedimenti di carattere personale o familiare che non gli consentono di adottarlo, il cane può essere donato gratuitamente ad associazioni o persone che ne abbiano fatto richiesta e che possano assicurare lo stesso livello di benessere fino ad allora garantito.

Fermo restando che, laddove ciò non si possa realizzare, per esempio in caso di mancanza di richieste, il cane godrà della sua pensione presso il Centro Militare Veterinario di Grosseto fruendo della medesima assistenza assicurata ai cani operativi

Come avverrà questa adozione?

Chi volesse adottare uno dei nostri cani può trovare il modulo di richiesta sul sito dell’Esercito all’indirizzo www.esercito.difesa.it compilare la domanda ed inviarla al Comando Logistico dell’Esercito che provvederà alla raccolta, alla valutazione e alla successiva assegnazione.

Che tipo di caratteristiche deve avere la persona che intende adottare un cane?

I nostri cani sono stati abituati a lavorare e collaborare con il proprio conduttore da quando hanno iniziato il loro percorso in Forza Armata, diventando spesso le mascotte dei militari nelle varie missioni di pace, dove hanno sempre ricevuto tantissimo affetto.

Quindi ricerchiamo persone che possano dedicare loro del tempo per passeggiate, magari un po’ di gioco con la loro “pallina”, il mezzo preferito per interagire con il loro conduttore e che abbiano anche tanta pazienza nella considerazione che, come tutti gli anziani, necessitano di qualche cura e tanto affetto.

In definitiva chiediamo a chiunque ne faccia richiesta di fare quello, per tutta la loro vita, abbiamo cercato di fare al Centro Militare Veterinario.

Può essere anche un militare?

Certamente. Anche un militare può fare richiesta di adozione.

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