Esercito, storia e tradizioni dei Granatieri nel Museo Storico di Roma

Roma. Il Museo Storico dei Granatieri di Sardegna a Roma custodisce la memoria di questo storico Reggimento.

La Bandiera di Guerra del 1° Reggimento in  una cerimonia

Il 18 aprile 1659, ben 360 anni fa, il Duca di Savoia, Carlo Emanuele II, costituì il Reggimen­to delle Guardie, da cui poi sono discesi i nostri granatieri.

Una scelta che si è dimostrata, nel corso della storia del nostro Paese, molto importante in quanto va a toccare gli ordinamenti militari, la cultura e le tradizioni e tutti gli eventi bellici italiani. 

“Con l’instaurazione del Reggimento fu costituito il primo nucleo di milizia permanente – spiega il Generale di Divisione Giovanni Garassino, presidente dell’Associazione nazionale Granatieri di Sardegna – composto da 1200 uomini su 12 compagnie. Si trattava dei primi veri pro­fessionisti militari concepiti per ri­spondere a precise esigenze: prima fra tutte quella di poter impie­gare per un tempo congruo soldati già addestrati”.

I Granatieri erano, dunque, soldati d’elite. A loro era richiesto moltissimo. A questo maggiore impegno nei campi di battaglia corrispondeva migliore equipag­giamento, un’uniforme di presti­gio, una paga elevata, pari a quel­la dei sottufficiali.

Per quanto riguarda, invece, la questione legata alla cultura e tra­dizioni, il Generale Garassino evidenzia come la costituzione di una forza armata permanente rappresentasse “l’alveo sociologico nel quale si sarebbe se­dimentato un particolare sistema di valori che avrebbe acquisito nel tempo una propria caratteristica fisionomia, fino a entrare nelle pagine della storia delle tradizioni”.

“I valori militari, morali e spirituali – aggiunge il presidente dell’Associazione Granatieri di Sardegna – trovano infatti nelle tradi­zioni lo strumento di autoconser­vazione”.

Come detto, i Granatieri hanno combattuto in tante battaglie. “Il Reggimento delle Guardie – ricorda il Generale Garassino – assumendo il primo posto nell’or­dine di anzianità dei Reggimenti di Fanteria d’ordinanza del Duca­to di Savoia assumeva di fatto un ruolo di punta nella storia del Du­cato stesso e, poi, in quella d’Italia”.

I Granatieri erano uomini alti, vigorosi e decisi. Alla fine del ‘600 portavano una pesante sacca di cuoio riempita di granate, palle di bronzo e di ferro, piene di esplosivo, da cui pendeva una miccia.

Erano alti e vigorosi perché dovevano lanciare lontano. Erano decisi perché marciavano avanti alle Fanterie, fino a un tiro di sasso dal nemico schierato con i fucili puntati e carichi.

E dovevano accen­dere le micce con l’acciarino senza esitazione.

“Vi è qual­cosa negli uomini alti, nel loro modo di muoversi, di pensare, di agire, che ne fa soldati diversi dagli altri – conclude il Generale Garassino – adatti a compiti speciali. Per cui le antiche Compagnie Granatieri, la Brigata Granatieri Guardie e la Briga­ta Granatieri di Sardegna si comportarono allo stesso modo lungo le generazioni. Lungo i 360 anni della loro ininterrotta e meravigliosa storia”.

Questa un brevissimo racconto di chi sono i Granatieri di Sardegna. Tutto questo si può ritrovare nella mostra “In principio era il Reggimento di Guardia”, organizzata grazie alla Direzione del Museo storico, diretto dal Tenente Colonnello Bruno Cammarota. Con pezzi ritrovati da collezionisti come Marco Torelli e Luigi Barone.

Un momento della cerimonia di inaugurazione

Sarà possibile visitare l’esposizione negli stessi orari di apertura del Museo Storico dei Granatieri di Sardegna, in Piazza Santa Croce in Gerusalemme, 7 a Roma (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12).

Nelle vetrine delle sale si raccontano documenti, immagini, uniformi, armi. Ovvero il cuore pulsante dei Granatieri che, con onore e disciplina, hanno sempre assolto il loro compito.

“La mostra – spiega a Report Difesa il Tenente Colonnello Cammarota – è ‘familiare’. Qui si riunisce la famiglia dei Granatieri, con gli alamari, che festeggiano i loro 360 anni”. Visto che le altre specialità dell’Esercito, come tengono a ricordare i Granatieri, hanno origine da loro, vengono esposti cimeli propri dei Bersaglieri. Così come vengono indicati, storicamente, i Carabinieri, i Cavalieri.

Per formare i vari Reggimenti, ricorda il direttore del Museo, venne preso militare, in genere, proveniente dai Granatieri. “Ad un certo punto – aggiunge – era diventato il gruppo più numeroso”.

Il Museo dei Granatieri, in  una realtà culturale come Roma, ha un alto valore. Ogni anno le sue sale sono frequentate da oltre 32 mila visitatori. Per lo più si tratta di studenti. ” I ragazzi – evidenzia il Tenente Colonnello Caammarota – vivono questo Museo più intensamente rispetto ad altri. Perché possono, a volte, anche toccare gli oggetti esposti e conoscere la fatica provata in guerra. Culturalmente è un Museo unico. Il Granatiere è, infatti, l’unico soldato che ha fatto la storia del nostro Paese. Dall’inizio fino ad oggi. E continua a farla per il suo modo di essere. E’ un esempio per tutti i giovani”.

Un Granatiere impiegato nell’Operazione “Strade Sicure”

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