Estonia, qui dove regna ancora il clima della Guerra fredda

Di Valeria Fraquelli

Tallin. Lo scambio di spie, ieri al confine tra Estonia e Russia, avvenuto in pieno stile da Guerra fredda ha riportato alla memoria una storia molto lunga. L’estone Raivo Susi ed il russo Artyom Zinchenko sono tornati nei rispettivi Paesi dopo avere ottenuto il perdono ufficiale dei loro Governi.

Da quando la Russia ha invaso la Crimea con un atto unilaterale nel 2014, l’Estonia è tornata ad essere un centro strategico sul Baltico, ruolo che il Paese nordico aveva ricoperto per tutta la durata della Guerra fredda. All’epoca l’Estonia era uno dei tanti Stati satellite dell’allora Unione Sovietica ed il suo territorio era usato dal Governo centrale di Mosca come piattaforma per controllare le mosse dell’Alleanza atlantica e per infiltrare spie in quello che veniva considerato territorio nemico.

Soldati estoni

Oggi l’Estonia è uno Stato indipendente, seppur costantemente sotto pressione, che teme eventuali mosse aggressive delle truppe russe ai suoi confini e per questo si sta preparando con tutte le contromosse del caso.

Il Governo estone sta facendo di tutto per impedire che si verifichino disordini ai suoi confini con la Russia e sta conducendo grandi esercitazioni militari per prepararsi ad una eventuale invasione. Molti nel sistema politico-governativo di Tallin pensano che se la Russia ha già invaso unilateralmente la Crimea potrebbe fare la stessa cosa con uno degli Stati baltici che erano suoi satelliti fino al disgregamento dell’Unione Sovietica nel 1991.

Ancora oggi la posizione geografica di questo piccolo Stato, considerato una perla del Baltico, è strategica; vicino alla Russia ma anche vicino all’Occidente con strettissime relazioni diplomatiche e commerciali con le sue gemelle Stoccolma ed Helsinki.

Le tre città sono legatissime tra loro, non per niente vengono considerate gemelle e da sempre hanno in comune una fitta rete di rapporti commerciali e di amicizia. Da quando l’Estonia è entrata a fare parte della NATO, il 29 marzo del 2004 in seguito al quinto allargamento dell’Alleanza, anche il comando centrale di Bruxelles ha sfruttato la posizione più strategica per tenere sotto controllo le mosse russe.

Dopo la guerra tra Russia e Georgia del 2008 e la guerra con l’Ucraina, culminata con l’invasione della Crimea, nel 2014 il clima tra Mosca e Paesi dell’Alleanza atlantica si è fatto più teso ed anche le Nazioni Unite hanno condannato il comportamento aggressivo dei russi e varato tutta una serie di sanzioni.

Ecco che in questo contesto in cui sembra ritornata la cortina di ferro, la posizione dell’Estonia è più che privilegiata per cercare di capire come stanno agendo i russi e preparare le relative contromisure. Secondo gli estoni e gli svedesi negli ultimi tempi i russi si sono fatti più aggressivi e sono stati registrati voli di velivoli militari russi senza autorizzazione e con il trasponder spento, una minaccia per i voli di linea, e sono stati notati anche movimenti poco chiari di navi da guerra russe nel Mar Baltico, vicino alle coste di Svezia, Finlandia ed Estonia. In questo clima di tensione, il Baltico si è ripreso il suo ruolo di importanza fondamentale nello scacchiere geopolitico internazionale.

Il Mar Baltico è tornato ad essere osservatorio privilegiato della NATO per quanto riguarda le truppe russe e della Russia per quanto riguarda le mosse dell’Alleanza atlantica e potrebbe diventare fondamentale per i futuri assetti geopolitici tra Russia ed Occidente, con ripercussioni anche sulla lotta al terrorismo internazionale.

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