Di Fabrizio Scarinci
ANKARA. Oggi, ad Ankara, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan e Premier britannico Keir Starmer hanno firmato l’accordo finale per l’acquisto, da parte della Turchia, di 20 caccia di quarta generazione avanzata Eurofighter Typhoon.
Il valore complessivo dell’operazione è di circa 8 miliardi di sterline, corrispondenti, grossomodo, a 9,4 miliardi di euro.
La “workshare” di tali velivoli sarà, ovviamente, suddivisa tra tutti i membri del Consorzio Eurofighter, ossia Regno Unito (a cui spetterebbe il 37% della produzione), Germania, Italia e Spagna.
Tra le principali aziende coinvolte figurano BAE Systems, Airbus e Leonardo.

Per la Turchia, l’acquisto di tali velivoli rientra in un più ampio piano di modernizzazione delle forze aeree, la cui prima linea da combattimento risulta attualmente incentrata su poco meno di 240 F-16C (allo stato dell’arte venti anni fa ma, di certo, non oggi) e non più di una ventina di vecchi F-4E Phantom II aggiornati allo standard “Terminator 2020”.
Come noto, nel corso degli ultimi decenni Ankara aveva aderito, in qualità di partener di terzo livello, al Programma statunitense JSF (Joint Strike Fighter) volto alla realizzazione del caccia di quinta generazione F-35.
Nel 2019, però, in virtù dell’insistenza di Erdogan nel voler acquistare dalla Russia il sistema antiaereo e antimissile S-400 (con il concreto rischio che la caratterizzazione radar del Lightning potesse finire nelle mani di Mosca), gli USA avrebbero deciso di escludere il Paese dal progetto.
Nel 2022, i turchi sarebbero poi riusciti a mettere una parziale “toppa” a tale situazione ottenendo da Washington il via libera all’acquisto di 40 F-16V Block 70/72, nonché all’aggiornamento di alcune decine di altri “Falcon” già in loro possesso, come parte della contropartita per il consenso all’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO.
Una soluzione comunque non del tutto sufficiente che, nel prossimo futuro, potrebbe benissimo portare Ankara ad optare per l’acquisto di ulteriori Typhoon. Del resto, solo pochi mesi fa si parlava di 40 esemplari.
In seno alla THK, il compito degli Eurofighter, così come dei nuovi F-16, sarà, verosimilmente, quello di fare da ponte nell’attesa che la sempre più prolifica industria nazionale completi lo sviluppo dei caccia di quinta generazione KAAN e inizi a “sfornare” in numeri significativi il nuovo UCAV Bayraktar Kizilelma.
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