EUROPOL: Operazione “Lake VI” contro il traffico internazionale di specie protette. Smantellato un traffico di anguille cieche, considerate in via di estinzione

Di Assunta Romano

L’Aja (nostro servizio). Nome in codice “LAKE VI”.

Smantellato un traffico di pesca illegale di anguille cieche. Erano vendute fino a 1000 euro al chilo.

E’ l’ ultima Operazione coordinata da EUROPOL contro il traffico internazionale di specie protette.

In particolare l’anguilla europea o anguilla cieca. Si tratta di una delle molte specie selvatiche in via d’estinzione.

EUROPOL è stata affiancata in questa operazione da personale dell’EFCA (Agenzia Europea di Controllo sulla Pesca), dell’OLAF (Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode) e dalla Direzione Generale “SANTE” della Commissione Europea.

L’operazione “LAKE VI” rientra nel Programma EMPACT dell’Unione Europea nella lotta contro i reati ambientali, il contrabbando, il riciclaggio di danaro, l’ evasione fiscale e la falsificazione di documenti.

L’attività di intelligence si è svolta da novembre 2021 fino a queste settimane di giugno ed ha visto la partecipazione delle Forze di Polizia di 25 Paesi.

Nel corso dell’operazione sono state effettuati sul territorio europeo  27.701 controlli che hanno portato all’arresto di 49 persone.

Sono stati, inoltre, sequestrati  1.255 chili di anguille cieche per un valore di circa 1.9 milioni di euro.

La sede di EUROPOL

 

Il traffico illegale  di questo tipo di esemplare rappresenta una delle attività più remunerative legate al contrabbando delle specie protette.

I profitti sono stimati superiori ai 3 miliardi di euro.

L’attività continua di contrasto ha consentito di impedire che l’anguilla cieca scomparisse completamente dal territorio europeo.

Dal 2016, anno in cui fu lanciata la prima Operazione “LAKE”, il traffico di questa specie è crollato del 50%.

Sono stati effettuati, fino ad oggi, oltre 500 arresti e circa 18 tonnellate di anguille europee sono riportate al loro habitat naturale.

Con la ripresa degli spostamenti dopo il blocco causato dalla pandemia, i trafficanti hanno ripreso a esportare fuori dal territorio dell’Unione Europea questo esemplare.

Il metodo più usato consiste nello stipare le anguille nel bagaglio a mano con una tecnica sofisticata che ne consente la sopravvivenza per 48 ore.

Il mercato di destinazione è quello asiatico, dove il network criminale provvede alla logistica ed al trasporto.

In Europa, la merce è spesso pescata legalmente per poi essere deviata  verso il mercato illegale.

Vengono usati soprattutto container mimetizzati per evitare la rilevazione degli scanner.

Una volta arrivate in Asia, vengono smistate in tutto il mondo.

Considerate una prelibatezza nei Paesi asiatici, il costo può superare alcune migliaia di euro al chilo.

Si calcola che ogni anno ne vengano esportate illegalmente fuori dal territorio europeo circa 100 tonnellate.

In Italia ai primi di febbraio di quest’anno la Guardia Costiera di Viareggio  (Lucca) ha sequestrato diversi attrezzi artigianali (nasse, cerchiaie, retini a maglia fitta e secchielli) posizionati nel porto per la pesca, illegale, del novellame di anguilla.

Sono stati individuati  anche alcuni pescatori di frodo.

 

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