F-16 all’Ucraina: l’Occidente procede in modo più spedito

Di Fabrizio Scarinci

BRUXELLES. Dopo i numerosi tentennamenti degli ultimi mesi, il piano finalizzato a dotare l’aeronautica di Kiev di una flotta di F-16 pienamente operativi sembrerebbe ormai in piena fase di attuazione.

Un F-16A dell’Aeronautica danese in fase di decollo

Infatti, a seguito della progressiva apertura dell’Amministrazione Biden riguardo alla possibilità che alcuni membri europei della NATO mettessero a disposizione parte dei propri “Falcon” e addestrassero i piloti ucraini al loro utilizzo (cosa per cui sarebbe comunque richiesta l’approvazione di Washington, essendo tali aerei di fabbricazione statunitense), nelle scorse settimane, oltre all’avvio di un programma di training gestito dall’aeronautica danese, sarebbe anche arrivata, in concomitanza con la visita del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky in Danimarca e nei Paesi Bassi, la decisione ufficiale di Copenaghen e Amsterdam di fornire a Kiev alcune decine dei loro F-16A (nello specifico si parla di 19 velivoli danesi e di 23 olandesi, anche se tali numeri devono ancora essere confermati).

F-16A appartenente all’Aeronautica dei Paesi Bassi

A tali iniziative si sarebbero, poi, aggiunte anche quella dello stesso governo statunitense, che avrebbe pianificato per il mese settembre l’avvio di un proprio programma di training, e quella del governo norvegese, che avrebbe scelto di fornire agli ucraini dodici ulteriori F-16A.

Nei giorni scorsi, inoltre, la Romania (che ha recentemente acquistato il resto degli F-16 operativi in dotazione alle forze aeree di Oslo) avrebbe accettato di ospitare un centro di addestramento finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del quale diverse aeronautiche occidentali dotate di Falcon provvederanno alle necessarie attività di training in favore dei piloti di Kiev e l’azienda statunitense Lockheed Martin (produttrice di tali velivoli) fornirà servizi di formazione e manutenzione.

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