Civitavecchia (dalla nostra inviata). Iniziata con la partenza del Cavour, che lo scorso 7 maggio ha mollato gli ormeggi dal porto di Civitavecchia ricongiungendosi alle navi Duilio, Fasan e Rizzo partite dal porto di La Spezia, la Mare Aperto 2018 si appresta ora ad entrare nel vivo dell’esercitazione. Dopo aver seguito l’avvio della fase di Combat Enhancement Training, il 13 e il 14 maggio Report Difesa, sarà nuovamente a bordo del Cavour per seguire da vicino il Tactical exercise.

Il ricongiungimento di Nave Cavour, Flag Ship del Comandante in Capo della Squadra Navale AS Donato Marzano, con Nave Duilio, Nave Rizzo e Nave Fasan, al largo di Civitavecchia.
FORZE PARTECIPANTI
Condotta dal Comando in Capo della Squadra Navale, la più grande esercitazione nazionale della Marina Militare conferma il suo carattere interforze e internazionale con il coinvolgimento di assetti dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare e unità della Forza Marittima Europea e del dispositivo EunavforMed.

Operazioni di volo svolte con AV-8B Harrier II Plus.
Fino al 18 maggio nel Mediterraneo Centrale si addestreranno 45 unità navali, compresa una nave della Guardia Costiera e 9 navi straniere, provenienti da Francia, Portogallo, Regno Unito, Turchia e Spagna partecipanti ai Gruppi navali europei (Euromarfor e Eunavformed) e al gruppo permanente di caccia mine della NATO (SNMCMG2), per un totale di oltre 5700 uomini e donne.
Nello specifico, oltre alla portaerei Cavour, con i velivoli AV-8B imbarcati, partecipano alla Mare Aperto anche la portaelicotteri Garibaldi, le FREMM Fasan, Rizzo, Carabiniere e Martinengo, le fregate Euro, Aviere, Zeffiro e Scirocco, i sommergibili Todaro, Scirè e Venuti, le unità anfibie San Giusto e San Marco, i pattugliatori Sirio, Spica, Bettica e Orione, i cacciatorpediniere Doria, Duilio e De la Penne, la corvetta Driade, i cacciamine Termoli, Crotone e Numana, le rifornitrici Etna e Vesuvio, le unità idrografiche Magnaghi e Galatea e altre unità minori. Saranno impiegati ventisei aeromobili della Marina Militare, un velivolo da pattugliamento della Guardia Costiera, un aereo da pattugliamento marittimo della Marina Francese e uno della Marina degli Stati Uniti. L’esercitazione vede anche la partecipazione interforze di una forza anfibia composta dai Fucilieri della Brigata Marina San Marco della Marina, da un’aliquota del Reggimento Lagunari Serenissima e da aerei dell’Aeronautica Militare.
A conferma dell’interesse manifestato dalle marine straniere nei confronti della Mare Aperto, all’esercitazione partecipano anche osservatori stranieri provenienti da 16 Paesi (Albania, Cile, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Croazia, Ucraina, Brasile, Libia, Tunisia, Libano, Montenegro, Qatar, Kazakistan, Norvegia, Israele e Algeria) «la cui presenza – come ha affermato Milazzo – costituisce un’ottima vetrina per la Marina e per l’industria nazionale».
L’intero dispositivo messo in moto per la Mare Aperto gode di un supporto sanitario garantito dall’ospedale e dal team medico presente su Nave Cavour e di un supporto tecnico logistico costituito dall’hub creato ad Augusta presso la stazione navale della Marina. Inoltre, a bordo di Etna, è presente un supporto tecnico di aderenza con una decina di operai, personale civile e personale militare, che normalmente opera presso le officine di Taranto, Augusta e La Spezia, in grado di risolvere problematiche tecniche che si potrebbero manifestare a bordo delle unità durante la navigazione.
OBIETTIVI
«Lo scopo – come ha spiegato il capitano di vascello Francesco Milazzo, caporeparto addestramento di CINCNAV – è quello di testare le capacità dei comandanti e degli staff imbarcati, a cui è garantita la massima facoltà decisionale, attraverso la creazione di uno scenario di crisi internazionale caratterizzato da un’immanente minaccia multidimensionale quindi di superficie, aerea e subacquea».

Decollo di un Harrier.
Le attività addestrative sviluppate dalla Mare Aperto includono tutte le possibili attività di carattere militare che una forza aeronavale può sviluppare in mare nelle forme di lotta convenzionale (antiaerea, antinave e antisommergibile); nelle Maritime Interdiction Operations (operazioni di embargo, controllo del traffico mercantile, compilazione Maritime Situational Awarenes, ecc.); nel Maritime Capacity Building, attività che normalmente le unità della Marina Miliare svolgono ad esempio in Corno d’Africa o comunque durante attività operative a favore delle marine rivierasche con minori capacità; nelle attività anti-inquinamento e CIMIC (grazie alla, ormai consolidata, collaborazione con Operation Smile); nelle attività anfibie (con la proiezione di una forza anfibia dal mare su terra), idrografica e cacciamine; nella gestione delle emergenze di bordo e, ultima ma non in termini di importanza, attività nel campo della cyber defence dal momento che la minaccia cibernetica, attualmente, è estremamente reale.
Se il principale obiettivo dell’esercitazione è quello di migliorare i livelli di efficacia e prontezza operativa favorendo un processo di integrazione sempre più necessario e indispensabile per assicurare la difesa degli interessi nazionali, rafforzando in particolar modo la sorveglianza marittima in una vasta area del Mediterraneo, l’addestramento, come abbiamo visto, non è l’unico scopo.
«Un aspetto importante – ha sottolineato il Comandante in Capo della Squadra Navale, l’ammiraglio di squadra Donato Marzano – è che mentre portiamo avanti questo evento addestrativo, contestualmente manteniamo quello che è il controllo di situazione. Nave Cavour è infatti praticamente un clone della centrale operativa di Santa Rosa, il quartier generale della Marina a Roma e, di fatto, stiamo monitorizzando quello che succede davanti alla Libia. Quello che il mio staff a Santa Rosa vede lo vediamo in tempo reale qui».
Durante l’esercitazione le navi coinvolte continuano, infatti, a svolgere, come tutte le unità militari che vanno per mare, compiti reali, di sorveglianza marittima. In particolare tramite il sistema Smart, continuano a monitorizzare la situazione tridimensionale del mare e a segnalare eventuali anomalie, ovvero situazioni di mercantili o di natanti che hanno un comportamento non in linea con quanto dichiarato.
«Se, ormai, tutto quello che si muove in aria è di fatto controllato – ha affermato Marzano – di fatto, la stessa situazione sta cominciando a essere mutuata anche in mare. L’attuale situazione caratterizzata dalla crescente importanza delle attività di controterrorismo e di contrasto alle attività illegali, presuppone, infatti, una costante raccolta di informazioni, per poter intervenire dove succede il problema».
Tra gli aspetti fondamentali evidenziati da Marzano vi è anche la «contaminazione». «Ormai non esiste più – ha affermato l’Ammiraglio – un’operazione militare fine a se stessa. Ci sono grandi collaborazioni con gli altri ministeri come dimostra quello che stiamo facendo insieme nel Mediterraneo meridionale. Un’attività interagenzia molto complessa che ci vede collaborare con il ministero dell’Interno, il Maeci e il ministero dei Trasporti. La stessa cosa avviene con le università, in particolare, per Mare Apeto, abbiamo attivato una collaborazione con la Luiss e la Ca’ Foscari, e questo ci consente di utilizzare le idee innovative di qualcuno che è al di fuori del mondo militare e contestualmente serve agli studenti, inquadrati nel ruolo di advisor politici e legali e di addetti all’ufficio stampa, per vedere quali sono i vari scenari internazionali in cui ci muoviamo».
Quest’anno, inoltre, nel corso dell’esercitazione il Comando di Componente Marittimo italiano assegnato alla Nato, Comitmarfor, sosterrà il processo di valutazione per assolvere nel 2019 il compito di Maritime Component Commander nell’ambito della Nato Reaction Force. «Un compito in classe» – come lo ha definito l’ammiraglio Marzano – al termine del quale l’ammiraglio di divisione Aurelio De Carolis, imbarcato su Nave Etna insieme al suo staff, potrebbe, dunque, ottenere la certificazione da parte della Nato per un incarico di grande prestigio e importanza strategica che, in caso di operazione reale in cui si dovesse rendere necessario l’impiego di un dispositivo multinazionale, lo vedrebbe condurre tutte le operazioni marittime della Nato.
SCENARIO
«Lo scenario è quello di un embargo, riproduce situazioni che si sono già verificate nel passato e che potrebbero ripresentarsi in futuro. Metteremo in campo un addestramento che è il più realistico possibile. Per quanto riguarda l’evento a gioco libero, non verrà utilizzato un canovaccio in cui più o meno si sa quello che succede ma gli eventi si svolgeranno esattamente come verranno pianificati dai comandanti in mare» ha affermato l’ammiraglio Marzano. Lo scenario scelto per l’esercitazione di quest’anno presenta, infatti, una difficoltà crescente e un’elevata connotazione realistica al fine di stimolare il processo di pianificazione dei Comandanti in mare in relazione alle missioni assegnate e alle istruzioni delle rispettive catene di comando e controllo.

L’area di esercitazione durante la fase a gioco libero.
«I comandanti in mare hanno delle missioni da svolgere, hanno istruzioni dal livello politico militare che è simulato qui a bordo e devono agire in mare in ottemperanza alle missioni ricevute e alle istruzioni che man mano vengono fornite dagli staff politico militari» hanno sottolineato Milazzo.
Il teatro nel quale si muovono le navi, gli aeromobili e i sommergibili è quello del Mediterraneo Centrale, una superficie di circa 240mila chilometri quadrati paragonabile a quella della Romania, tra il mar Tirreno, il Canale di Sardegna, lo Stretto di Sicilia e il Mar Ionio.
Lo scenario fittizio scelto per attivare il gioco e consentire agli staff di pianificare e condurre l’attività vede uno stato “canaglia”, chiamato Repubblica democratica della Favorita (Charlie), caratterizzato da disordini interni e da un atteggiamento repressivo nei confronti delle minoranze della popolazione, attenzionato dalla Comunità internazionale in quanto ambisce a sviluppare una capacità nucleare. Tale Stato, da oltre un trentennio, ha un conflitto latente con la Repubblica di Megara (Bravo), uno stato democratico e normalmente inserito nel contesto internazionale. Vi sono, poi, altri Stati che supportano militarmente le rispettive parti come Carbonia (Delta), alleato della Favorita. In questo contesto di gioco le Nazioni Unite, visto il livello di tensione e il pericolo del radicamento di una capacità nucleare da parte di Charlie, hanno emanato una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, chiamando in supporto per attività di sicurezza marittima e di embargo, una forza Nato. L’Italia (Alfa) è lo Stato che ha il comando della Task Force Nato operante in accordo con la risoluzione dell’Onu.
Un quadro che vede interagire tra loro 4 staff con l’ammiraglio De Carolis su Nave Etna al comando delle forze Nato, l’ammiraglio Angelo Virdis su Nave Garibaldi al comando delle forze di Delta, l’ammiraglio Andrea Cottini, Comandante di Comforpat, su Nave Scirocco al comando delle forze di Bravo e, infine, il Comandante di Comforaus su Nave Sirio al comando delle forze di Charlie.
FASI DELL’ESERCITAZIONE
L’esercitazione che, dopo le fasi preparatorie, il prossimo 14 maggio inizierà l’attesissima fase tattica si sviluppa in 5 fasi:
1) Planning. È la fase di pianificazione partita svariati mesi e conclusasi il 4 maggio con la Pre Sail Conference.
2) Combat Enhancement Training (CET). È iniziata il 7 maggio con la partenza delle varie unità da La Spezia, Civitavecchia, Augusta e Taranto. Le navi, ad eccezione dei cacciamine e delle unità più piccole che opereranno intorno alla Sicilia, sono confluite in un’area situata a sud del Golfo di Taranto, nell’alto Ionio. Questa attività, fatta a partiti riuniti e conclusa l’11 maggio, può considerarsi una forma di allenamento prima dello sviluppo delle successive fasi dell’esercitazione.
3) Force Integration Training (FIT). Questa fase, iniziata il 12 maggio, vede attualmente impegnati i comandanti delle varie unità nel preposizionamento per la successiva fase di sviluppo delle attività tattiche, ovvero l’attività reale di esercitazione e gioco libero, e nel controllo del livello di addestramento delle forze a loro assegnate. Durante questi giorni, inoltre, il Cavour, in sosta a Catania, è impegnato in attività Cimic con Operation Smile.
4) Tactical exercise (TACEX). Il 14 maggio, un minuto dopo la mezzanotte, la Mare Aperto entrerà nella fase tattica vera e propria a partiti contrapposti. Durante questa fase Nave Cavour, unica unità, entrerà in porto a Catania simulando, nell’ambito dello scenario, di svolgere attività di supporto sanitario alle popolazioni locali da parte dello stato italiano nei confronti dello stato della Sicilia sud occidentale. La Tacex terminerà alla mezzanotte del 17 di maggio.
5) HWU e Force Dispersal. Il 18 maggio dopo il briefing post esercitazione, le navi dirigeranno verso porti di non normale presenza delle unità come Catania, Palermo, Messina, Napoli, Salerno, Cagliari, Civitavecchia, dove svolgeranno attività a favore della popolazione locale come scolaresche e mondo universitario.
Come appendice all’esercitazione, nella notte tra il 18 e il 19 maggio ad Augusta verrà effettuato un addestramento anti mezzi insidiosi (AMIEX) nel corso del quale gli incursori della Marina simuleranno un attacco alle unità italiane che saranno in banchina o alla fonda nella rada di Augusta, ricreando uno scenario simile a quello dell’impresa di Alessandria della seconda guerra mondiale.

Appontaggio di un AV8-B II sul Cavour.
Photo credit: Giulia Prosperetti
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