Forze Armate e di Polizia: al via le trattative per la definizione degli accordi sindacali per il triennio 2022-2024, riguardanti il personale non dirigente. Prime proteste di alcune sigle

ROMA. Riunione, ieri a Roma, presso il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri,  per l’avvio delle procedure negoziali relative alla definizione degli accordi sindacali per il triennio 2022-2024, riguardanti il personale non dirigente delle Forze Armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare.

Palazzo Vidoni, sede del Dipartimento della Funzione Pubblica

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha sottolineato che “la partecipazione delle Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari (APCSM), é un momento storico, in continuità con la Rappresentanza Militare, e contribuisce alla tutela dei diritti e degli interessi collettivi del personale militare,  valorizzando la specificità del comparto”.

“Sono certo – ha aggiunto il ministro – che la presenza delle APCSM al tavolo negoziale per il rinnovo del contratto sarà fondamentale e contribuirà a farci raggiungere l’obiettivo comune: una intesa equa e soddisfacente per tutti”.

“Viviamo – ha spiegato Crosetto – in un mondo sempre più complesso e dobbiamo poter contare su un comparto solido e sicuro e tutelare le persone che ne fanno parte contribuisce  a  difendere la democrazia e le libere istituzioni”.

All’incontro, convocato dal ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, hanno partecipato, per la prima volta dalla loro costituzione, le APCSM rappresentative del personale delle Forze Armate, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

Il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo (Credit – Ministero della Pubblica Amministrazione)

Lunedì scorso, il ministro Crosetto aveva incontrato le APCSM rappresentative delle Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri, per un saluto di benvenuto dopo che, per disposizione di legge, sono subentrate alla Rappresentanza Militare per la tutela degli interessi collettivi del personale militare.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto

In una nota, il sindacato di Polizia della CGIL (il SILP), della Funzione Pubblica – Polizia Penitenziaria e le sigle della Guardia di Finanza (SILF) e dell’Aeronautica Militare (SIAM) hanno espresso perplessità sugli aspetti economici.

“A distanza di 28 mesi dalla scadenza del precedente contratto  – scrivono i rappresentanti sindacali – c’è stata la prima convocazione per il rinnovo del contratto di lavoro, per il triennio 2022/2024, degli oltre 40 0mila lavoratori dei Corpi di Polizia, ad ordinamento civile (Polizia di Stato e Polizia Penitenziaria) e militare (Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza), e delle Forze Armate (Esercito, Aeronautica, Marina e Capitanerie di Porto). La sola novità dell’incontro odierno, a soli otto mesi dalla scadenza, è rappresentata dal numero delle presenze delle rappresentanze sindacali, significativamente aumentato dalla definitiva ammissione al negoziato delle “associazioni professionali a carattere sindacale” anche tra le Forze Armate”

Dopo gli interventi di rito per l’avvio del negoziato di parte pubblica in rappresentanza del Governo e dei ministeri della Pubblica Amministrazione, dell’Interno, della Difesa, della Giustizia, dell’Economia e delle Finanze e del Dipartimento di Funzione Pubblica- prosegue la nota – alle rappresentanze dei lavoratori in divisa sono stati riservati 3 minuti per i propri interventi. Abbiamo affermato la necessità di poter fare un confronto vero sui reali bisogni e le aspettative concrete delle donne e degli uomini in divisa a partire dalla necessità di adeguamenti delle retribuzioni in grado di fare fronte all’impennata inflazionistica registrata nei primi due anni della vigenza triennale del contratto”.

“La stessa dichiarazione, in apertura, del ministro Zangrillo – sono ancora i sindacalisti a parlare – che, a dimostrazione dell’impegno del Governo nei confronti delle Forze di Polizia e delle Forze Armate, ha rivendicato lo stanziamento delle risorse per i rinnovi contrattuali e le assunzioni di 17 mila unità, sono giudicate del tutto insufficienti, considerato che le risorse a bilancio danno un incremento medio pari al 5,8% nel 2024 (e senza alcuna risorsa aggiuntiva oltre l’indennità di vacanza contrattuale già erogata), a fronte di un incremento del costo della vita nel triennio pari a circa il 16% e in presenza dell’ulteriore perdita di personale nel triennio di oltre 30 mila unità. Con queste premesse non si intravvedono tempi rapidi per la conclusione del negoziato”.

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