Francia: 24 dicembre 1800, il primo IED della storia. Una botte bomba esplode contro la carrozza di Napoleone Bonaparte

Di Paola Ducci*

PARIGI (nostro servizio particolare). Negli ultimi anni è stato rilevato un  incremento dell’utilizzo di ordigni esplosivi improvvisati, più comunemente conosciuti come IED  (Improvised Esplosive Device).

L’attacco alla carrozza di Napoleone Bonaparte, all’epoca Primo Console

Gli IED sono congegni realizzati in maniera artigianale tramite l’impiego di esplosivi recuperati da parti di dispositivi convenzionali (proiettili e mine) ma anche tramite l’utilizzo di  esplosivi artigianali homemade.

Molti componenti chimici, infatti, sono facilmente reperibili sul mercato tradizionale e online.

Ma gli IED non sono un’invenzione moderna, tutt’altro.

La  scoperta della polvere da sparo avvenne fra il XIV e il XV secolo,  probabilmente ad  opera di  un alchimista cinese che realizzò, intorno al 1300, una miscela di nitrato di potassio, zolfo e carbone di legna.

La scoperta si diffuse nel mondo in modo non uniforme, dapprima in quello arabo e infine, forse alla fine del XIII secolo, in Europa.

Qui, come ogni tecnologia, continuò a essere perfezionata e si idearono nuovi dispositivi.

Un esempio fra tutti: un contenitore di ceramica, con una manciata di polvere da sparo all’interno e una miccia accesa dal fuoco che entra attraverso un piccolo foro, contenitore progettato per essere lanciato contro un nemico.

Proprio questa fu  la tecnica usata per la prima volta in un attentato contro Napoleone Bonaparte,  quando, il 24 dicembre 1800, i ribelli monarchici tentarono di assassinare il primo console  con una bomba artigianale  mentre stava andando all’opera.

L’esplosione della cosiddetta “macchina infernale” in Rue Saint-Nicaise a Parigi. (Acquarello del 1805)

La sera della vigilia di Natale del 1800 al Teatro della Repubblica e delle Arti di Parigi veniva rappresentata la prima  de “La Creazione” di Joseph Haydn.

Il teatro era  gremito e si attendeva l’arrivo di Napoleone.

Poco prima dell’inizio si udì un boato fragoroso proveniente dall’esterno dell’edificio: era l’esplosione di una bomba, destinata proprio a lui.

Napoleone era Primo Console della Repubblica francese da quasi un anno, ma la sua ascesa al potere gli aveva anche procurato molti nemici.

I radicali giacobini, che erano fedeli al governo che aveva preceduto il suo colpo di Stato, vedevano il primo console come un traditore della rivoluzione, mentre i monarchici cercavano la restaurazione dell’antico regime monarchico.

La stampa aveva annunciato che Napoleone avrebbe assistito alla prima francese dell’opera di Haydn proprio la sera del 24 dicembre e così Georges Cadoudal, un ex leader dei ribelli realisti, pianificò l’attentato per quella stessa sera.

La pianta della strada, un dettaglio di un’incisione di Parigi del XVIII secolo, mostra dove avvenne l’attacco

Arruolò altri tre veterani nella sua operazione per eliminare l’uomo che consideravano il più grande ostacolo alla restaurazione della dinastia borbonica.

Comprarono un carro e un cavallo, lo allestirono e, al crepuscolo del 24 dicembre, lo condussero fino all’Arco di Trionfo nel centro di Parigi.

Al carro avevano assicurato  una grande botte di vino caricata con 200 libbre di polvere da sparo e pietre taglienti.

La botte, trasformata in bomba e conosciuta in seguito come la “macchina infernale”, sarebbe stata fatta esplodere con una miccia accesa a mano.

Era noto a tutti  il percorso di Napoleone per andare a teatro.

I tre  realisti collocarono cavallo e carro lungo il percorso  di Napoleone, posizionato in modo da bloccare parzialmente la strada.

La bomba era nascosta con fieno, paglia e un sacco di avena. Uno dei tre, avvistato il convoglio che lasciava il palazzo delle Tuileries per  avviarsi al teatro, avrebbe dato il segnale di accendere la miccia, che avrebbe impiegato diversi secondi per bruciare.

Ma il convoglio non partì compatto: la carrozza del primo console si allontanò rapidamente, lasciandosi alle spalle la scorta di cavalleria.

Colto di sorpresa dall’improvvisa apparizione della carrozza di Napoleone, uno dei tre attentatori collocato in strada non riuscì a fornire ai compari un segnale tempestivo e la miccia venne accesa qualche secondo troppo tardi.

Pierre Robinault de Saint-Régent accende la miccia della “macchina infernale” (Incisione del tempo)

La bomba esplose dopo che Napoleone era ormai lontano e furono danneggiati solo i finestrini della sua carrozza, mentre vennero colpiti gli edifici adiacenti e le molte persone in strada persero la vita.

Parigi aveva vissuto il suo primo attacco terroristico.

Il complotto della “macchina infernale” segnò la prima volta in cui una bomba veniva usata per un attentato.

Naturalmente non fu né il primo né l’ultimo contro Napoleone, ma fu l’unico a prendere di mira un individuo e a essere assolutamente indiscriminato nel suo impatto contro civili indifesi.

*Editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa

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