Di Pierpaolo Piras
Parigi. La Francia si prepara alla nuova tornata elettorale per le Presidenziali che sceglieranno il futuro capo dello Stato per un mandato quinquennale.
Il primo turno si svolgerà il 10 aprile e il secondo turno tra i primi due candidati il 24 aprile .
Dodici i candidati in lizza (4 donne e 8 uomini).
I temi rappresentati nell’accesa campagna elettorale sono in gran parte quelli consueti di ogni confronto politico in Francia: l’andamento dell’agricoltura – molto sentita tra i francesi, specie in questa tornata elettorale – i danni sociali da Covid, l’elevato costo della vita, la gestione dei clandestini, il ruolo della Francia in Europa e nel mondo.
Non in ultimo, il perenne problema di quale forma dare all’autonomia della Corsica e la politica nelle colonie d’oltre mare.
Questi i nomi:
Emmanuel Macron
Presidente uscente, 44 anni. E’ alla sua seconda candidatura.
Viene ancora ricordata la sua elezione di cinque anni fa. Che ha in un certo senso ha destabilizzato il panorama politico d’oltralpe rispetto al precedente assetto delle forze storicamente al potere.
Fondatore del suo partito “En Marche”, il suo profilo continua a rimanere un po’ sfuggente e gioca abilmente con una certa ambiguità politica per poter sedurre il maggior numero di elettori.
Tra l’altro, Il suo programma prevede di stabilire per legge:
Due settimane di ferie obbligatorie all’anno per le badanti, durante le quali possono essere sostituite da assistenti domiciliari.
In alternativa, oppure i loro cari in assistenza possono essere ricoverati in una struttura specializzata.
La copertura sino al 70% dei costi , a seconda delle risorse, per i lavori di ristrutturazione di ambienti domestici (bagno, scale ed altro) e abitazioni collettive (palazzi)
Favorire una maggiore presenza di colf con i nostri anziani soli introducendo 2 ore di convivialità a settimana per ridurre la loro solitudine
Migliorare le condizioni di lavoro di alcune categorie di professionisti.
Ha promesso di essere Presidente “fino all’ultimo “.
Potrà argomentare sui diversi e importanti ruoli che ha svolto nell’ultimo lustro, come presidente e presidente europeo.
Come posizione politica, rimane comunque un centrista.
Marine Le Pen
Cinquatrenne, è alla sua terza candidatura. E’ l’erede del “Fronte nazionale” , ribattezzato “Rassemblement national” , fondato da suo padre, Jean-Marie Le Pen.
Nel 2012, arrivò al terzo posto con un pur consistente 17,9% dei voti. E’ stata eliminata al primo turno.
Alle elezioni presidenziali del 2017 si è qualificata per il secondo turno dove ha perso nel confronto con Emmanuel Macron.
Da allora il suo partito ha attraversato periodi complicati.
La sua politica è notoriamente quella sovranista e di destra.
Quella che si è già vista all’Eliseo nel 2022 deve, inoltre, ora, considerare la presenza di un avversario di estrema destra, l’ex giornalista Eric Zemmour.
Nicolas Dupont-Aignan
Ha 61 anni, questa è la sua terza candidatura.
Dopo aver raccolto rispettivamente l’1,79% nel 2012 e 4,70% dei voti espressi nel 2017, dichiara la sua convinzione che sarà la sorpresa di queste prossime elezioni presidenziali.
Politicamente, si presenta come un “gollista sociale”.
Dietro questa chiara filiazione politica, assume un netta posizione politica, improntata al sovranismo.
È molto critico nei confronti delle istituzioni europee e del loro funzionamento.
Dupont-Aignan si avvale comunque di essere un funzionario pubblico di alto profilo, Laureato in Scienze Politiche alla prestigiosa “Scuola Superiore d’Amministrazione”.
Anna Hidalgo
Ha 62 anni ed è alla sua prima candidatura.
Quindici anni dopo la candidatura di Ségolène Royal, il Partito socialista ha nuovamente candidato una donna.
Cinque anni dopo la sconfitta di François Hollande dall’Eliseo (sede della Presidenza francese) e la schiacciante sconfitta del candidato socialista Benoît Hamon, il partito è crollato nei suffragi.
Dall’inizio della sua campagna, Anne Hidalgo sta lottato per attrarre l’attenzione degli elettori, ma i sondaggi non le sono affatto favorevoli.
Yannick Jadot
Ha 54 anni. Questa è la sua prima candidatura presidenziale .
Nel 2017 rappresentava politicamente “Europe Ecologie” con una forte connotazione ambientalista.
La sua campagna si pone variamente a metà strada tra l’azione in ecologia che lotta contro le lobby e un’altra forma di ambientalismo più realistica, ovvero che cerca soluzioni più razionali e pragmatiche.
Yannick Jadot è un deputato europeo dal 2009. La sua carriera prima di essere politica, è stata più che altro di natura volontaristica e associativa.
Dopo aver studiato economia alla Paris-Dauphine University e passato attraverso varie esperienze umanitarie in Burkina Faso, Gabon e Bangladesh negli anni ’90, è entrato a far parte della “ONG Solagral”, dedicandosi maggiormente al monitoraggio delle negoziazioni alimentari internazionali.
Nel 2002, ha raggiunto un importante incarico direttivo nella ONG Greenpeace France.
Jean-Luc Melenchon
Ha 70 anni. Questa è la sua terza candidatura per l’Eliseo.
Ex importante ministro socialista (nei primi anni 2000), si presenta con i colori del suo stesso partito, “La France insoumise” .
E’ una vecchia volpe della politica francese.
È stato anche deputato europeo, deputato o senatore francese.
Nel 2017 è arrivato al quarto posto. Presentandosi a novembre 2020, senza grande successo, ha voluto cavalcare l’onda dei “gilet gialli”.
Valérie Pécresse
Ha 54 anni e questa è la sua prima candidatura alla Presidenza.
Attualmente incarna la destra liberale sia a livello economico che sociale.
Philippe Pautou
Ha 55 anni, è alla sua terza candidatura.
Già lavoratore nel settore automobilistico presso lo stabilimento Ford di Blanquefort, fa politica di sinistra dall’età di 18 anni all’interno di “Lutte Ouvrière” (lotta operaia), prima di unirsi alla lega rivoluzionaria comunista.
Fabien Roussel
Ha 52 anni. Questa è la sua prima candidatura.
Con lui torna quest’anno nell’agone politico il Partito Comunista.
“Sono furioso, voglio portare la rabbia che vedo e darle una prospettiva politica “, dice Roussel.
E’ un attivista del Partito Comunista Francese (PCF) dall’età di 16 anni.
Deputato al Parlamento dal 2017, in precedenza è stato giornalista del quotidiano comunista L’Humanité. Fabien Roussel ha condotto una campagna iconoclasta: difesa dei cacciatori, partecipazione a una manifestazione di polizia.
Se ha spaventato parte della sinistra radicale, ha ottenuto i favori di un certo numero di macronisti.
Resta da vedere se questo comunismo di nuova generazione riuscirà a sfondare.
L’ultimo comunista candidato, Marie-Georges Buffet prima, nel 2007, ha segnato l’1,93% .
Nathalie Arthaud
Ha 52 anni. E’ alla sua terza candidatura alla presidenza con il simbolo della “Lutte Ouvrière”.
Portavoce di Lutte Ouvriere dal 2009. Sostiene l’ideologia comunista “, non adulterata dallo stalinismo ”, spiega sul suo sito.
Il suo programma è un aggregato di economia e management.
Jean Lassalle
Ha 66 anni, questa è la sua seconda candidatura.
Parlamentare in rappresentanza del quarto collegio elettorale dei Pirenei Atlantici nell’Assemblea nazionale dal 2002, in precedenza fino al 2016.
Ha fatto parte del Movimento Democratico (MoDem).
Si è candidato due volte alle elezioni presidenziali francesi, una prima nel 2017 e un’altra nel 2022.
Il suo programma è centrato sugli interessi del commercio locale e alla difesa dei piccoli artigiani e produttori.
Eric Zemmour
A 63 anni si presenta per la prima volta. Ha creato un suo partito di destra, “Reconquest”. Ha sempre mantenuto le distanze dai gruppi politici principali.
Giornalista di lunga data del quotidiano conservatore Le Figaro, Eric Zemmour si è rapidamente trasformato in un polemista star nei programmi TV, aggressivo e spesso antipatico.
Il suo slogan preferito è che i francesi “si sentano di nuovo a casa “.
I sondaggi
Pur con tutte le riserve che i sondaggi meritano nella loro imprecisione e volatilità, alla breve distanza di dieci giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali, i primi due candidati preferiti dagli elettori sarebbero Macro e Le Pen, con valori quasi appaiati, leggermente a favore di Macron.
Quest’ultimo non è ancora riuscito a raggiungere un indice di fiducia che faccia ben sperare, com’è accaduto nei mesi appena trascorsi.
Nei sondaggi più accreditati, il livello raggiunto da Macron è relativamente alto (43%), superiore a quello di Nicolas Sarkozy nel 2012 (33%).
La sua maggioranza conta molto tra i simpatizzanti del PS (52%) e degli ecologisti e recupera qualche punto tra i “Les Républicains” (42%).
Le valutazioni dei suoi principali avversari sono in forte aumento.
Tale tendenza sarà da confrontare con le intenzioni di voto che verranno espresse per Jean-Luc Mélenchon e Marine Le Pen, anch’esse in aumento.
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