Di Gerardo Severino*
PARIGI (nostro servizio particolare). Mi sono più volte occupato, anche su questo quotidiano on line , di affrontare la tematica dell’emigrazione italiana nel mondo, anche se generalmente ho privilegiato quella relativa ai Paesi dell’area latino-americana, con qualche eccezione, come nel caso del saggio dedicato alla famiglia Fortino, gli imprenditori originari di Pellezzano, che vissero e operarono in Francia [1].
Ebbene, ritorno con vero piacere al bellissimo Paese del Nord Europa, volendo raccontare brevemente la storia di un ufficiale della gloriosa Gendarmeria Nazionale francese, il Tenente Colonnello Arnaud Beltrame, uno dei tanti gendarmi caduti in servizio, la cui storia, per quanto sia stata, in illo tempore, rapportata dalla stampa italiana (ricordo un bellissimo articolo su “Avvenire”[2]), è passata in sordina, ragion per cui oggi, neppure nella sua vecchia Patria d’origine, Carcare, in provincia di Savona, se ne parla più.
Vice comandante dell’Unità del Dipartimento dell’Aude, l’ufficiale superiore fu barbaramente assassinato da un terrorista islamico, a Trèbes, dalle parti di Carcassone, dopo essersi scambiato con un ostaggio.
Era il 23 marzo 2018.
Le origini italiane e il servizio nella Gendarmeria Nazionale
Arnaud Beltrame nacque a Étampes, un Comune situato nel Dipartimento dell’Essonne nella Regione dell’Île-de-France, nel Nord del Paese, il 18 aprile 1973, figlio di Jean-François Beltrame e di Nicolle Nicollic.
Suo padre era, a sua volta, figlio di Georges René Joseph Beltrame, nipote di emigranti italiani provenienti per l’appunto da Carcare [3].
Entrato giovanissimo nell’Esercito Francese, Arnaud Beltrame aveva velocemente percorso le varie tappe della carriera militare, tanto che nel 2001 lo troviamo già al primo posto della sua classe, presso l’Accademia Militare EMIA dell’Esercito ( la prestigiosa “École Militaire Interarmes”.
Dopo aver seguito un corso di formazione per ufficiali di riserva durante il servizio militare, Beltrame era divenuto un ufficiale di riserva dell’Arma di Artiglieria, assegnato dapprima presso il 35° Reggimento di Artiglieria aviotrasportata a Tarbes e poi all’8° Reggimento di Artiglieria a Commercy.
Nel 2002, ottenne il trasferimento nel glorioso Corpo della Gendarmeria Nazionale (l’omologo francese della nostra Arma dei Carabinieri), ammesso a frequentare la Scuola per ufficiali ( “École des officiers de la Gendarmerie Nationale”).
Forte del suo passato militare, Arnaud Beltrame fu brevemente assegnato all’unità corazzata della Gendarmeria Mobile, di stanza a Satory, vicino a Versailles, prima di essere selezionato, nel corso del 2003, per lo Squadrone Paracadutisti della cosiddetta Gendarmeria d’élite (“EPIGN”), anch’esso di base a Satory.
Con tale reparto operò, quindi, in Iraq nel 2005, distinguendosi per coraggio e onore, tanto da meritare una Croce al Valor Militare e altre onorificenze nazionali.
Molto importante fu, poi, il suo incarico nell’ambito della prestigiosissima Guardia Repubblicana, la specialità della Gendarmeria equivalente ai nostri Corazzieri.
L’ufficiale di origini italiane fu, quindi, in servizio presso l’Eliseo (il noto Palazzo Presidenziale) dal 2006 al 2010.
Tornato al servizio operativo, assumerà il Comando di una Compagnia della Gendarmeria Dipartimentale ad Avranches, incarico che ricoprì dal 2010 al 2014.
Dopo un periodo trascorso in servizio presso il Ministero dell’Ecologia, frequentò un corso di formazione post-laurea in Amministrazione aziendale ed economia.
Dall’agosto del 2017, il Tenente Colonnello Beltrame operò nella città di Carcassone, nella Francia Sud-Occidentale, con l’incarico di vice Comandante della Gendarmeria del Dipartimento dell’Aude, nella regione dell’Occitania.
L’eroismo di un “Servitore dello Stato”
La storia di quel terribile giorno ci ricorda che il 23 marzo 2018, verso le ore 11 del mattino, Redouane Lakdim, un terrorista che si era proclamato fedele allo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (meglio noto come “ISIS”), fece irruzione in un supermercato a Trèbes (nella Circoscrizione di Carcassone), armato di una pistola, un coltello da caccia e tre bombe artigianali.
Dopo aver sparato a due persone, ne prese altre in ostaggio. A quel punto, le Forze di Polizia avviarono i necessari negoziati col terrorista, nella speranza di ottenere il rilascio degli ostaggi. Fu a quel punto che il Ten. Col. Beltrame, con uno slancio di grande generosità, altruismo e, soprattutto, con un non comune coraggio, si offrì di prendere il posto dell’ultimo ostaggio, una cassiera.
La dinamica di questa orribile pagina di cronaca che ricorda che l’ufficiale adagiò il suo cellulare su un tavolo, ma con la linea aperta, in maniera tale che i propri colleghi, all’esterno, potessero seguire in diretta le trattative.
Fu tutto vano, in quanto, dopo quasi tre ore di estenuanti trattative, il terrorista accoltellò e sparò a sangue freddo il povero Beltrame. A quel punto, le Forze d’Intervento Rapido francesi irruppero nel supermercato, verso le ore 14.40, neutralizzando così l’aggressore. Soccorso immediatamente, il
Beltrame fu portato presso l’Ospedale di Carcassone, ove la sera stessa, in seguito al peggioramento delle condizioni cliniche, gli fu somministrata l’estrema unzione.
Il Tenente Colonnello Arnaud Beltrame morì a causa delle gravissime ferite riportate (quattro colpi di pistola, ma soprattutto un lacerante taglio alla gola), alle 5 del mattino del 24 marzo.
Come era giusto che fosse, gli fu riservato un funerale di Stato, il quale si tenne, come da tradizione, presso Les Invalides, a Parigi, il 27 marzo, alla presenza delle più alte cariche della Repubblica, Presidente Macron in testa.
In quella circostanza, le bandiere francesi e gli stendardi della Gendarmeria e dell’Assemblea Nazionale furono esposti a mezz’asta.
Il successivo 29 marzo, l’Eroe della Gendarmeria dal sangue italiano fu sepolto presso il Cimetière de Ferrals-les-Corbières, ove riposa tuttora, attorniato simbolicamente dagli onori che il Suo Paese gli ha riservato nel tempo.
Promosso postumo al grado di Colonnello, alla sua memoria sono state, infatti, conferite la Commenda della Legion d’Onore, la Medaglia della Gendarmeria Nazionale, la Medaglia d’Oro d’Onore per il coraggio e la devozione e la Medaglia d’Oro per la sicurezza interna, così come varie piazze e vie di Francia ne portano il nome.
L’uomo Arnaud Beltrame
Per meglio comprendere sino in fondo la portata del valore dimostrato da questo indomito “Servitore dello Stato” cito alcuni passaggi della sua vita privata, tali da giustificare un così elevato spirito di sacrificio.
Ciò, immaginando egli stesso, sin dal primo istante del proprio agire operativo, l’inevitabile fine cui stava andando incontro, conoscendo benissimo la psicologia di quegli uomini votati alla morte, pur di seguire il proprio credo. Secondo le cronache giornalistiche, apparse in Francia nei giorni seguenti l’accaduto, Arnaud Beltrame si era cresciuto in una famiglia non strettamente religiosa, molto probabilmente atea.
Nel 2008, convertitosi al Credo Cattolico aveva ricevuto i sacramenti della Prima Comunione e della Cresima, dopo aver vissuto due anni da catecumeno. In seguito, incontrò Marielle, la donna della sua vita, che poi sposerà civilmente, nell’agosto 2016.
La coppia, ormai fervente cattolica, aveva programmato anche il matrimonio religioso, il quale si sarebbe dovuto celebrare nel giugno dello stesso 2018, presso la Basilica dei Santi Nazario e Celso.
Il matrimonio verrà comunque celebrato in quella stessa triste circostanza nella quale il sacerdote gli somministrò l’olio santo sul letto di morte.
Per una strana fatalità del destino, appena una settimana prima della sua morte, Arnaud Beltrame aveva finalmente potuto dare degna sepoltura all’adorato padre, il quale, annegato nel Mediterraneo nell’agosto del 2017, era stato casualmente recuperato proprio in quei giorni, grazie alle reti di un peschereccio.
Ci piace pensare che entrambi, da lassù, guardino con sgomento quanto accade oggi, nel mondo, ove, nonostante le innumerevoli tragedie causate dall’Isis nella nostra vecchia Europa, il terrorismo religioso ritiene di utilizzare le armi onde ribadire la bontà delle proprie idee.
NOTE
[1] Cfr. Gerardo Severino, I Fortino di Pellezzano: la storia”, in www.cronachesalerno.it, 14 ottobre 2023;
[2] Cfr. corrispondenza dal titolo “Attentato a Trèbes. Tutta la Francia piange Beltrame, il suo gendarme eroe”, in^ https://www.avvenire.it/mondo/pagine/francia-sposato-in-punto-di-morte-l-agente-eroe-di-trebes
[3] Suo nonno, Francesco era nato a Carcare nel 1867. Aveva sposato Maria Filomena Bazzano, di Altare, ed aveva avuto quattro figli. Poi, nel 1903 si era trasferito a La Farlede dans le Var, Tolone, per lavoro, forse nelle cave di calce. Qui, il 5 giugno 1904, nacque il quinto figlio, il bisnonno dell’eroico gendarme.
*Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza – Storico Militare. Membro del Comitato di Redazione di Report Difesa
© RIPRODUZIONE RISERVATA