Francia: la Marine Nationale rinforza le sue capacità antiaeree con le FREMM DA (Défense Aérienne)

Di Fabrizio Scarinci

Parigi. Alcuni giorni fa la marina militare francese ha ufficialmente ricevuto la fregata Alsace, ovvero la prima delle due nuove FREMM DA (Défense Aérienne) deputate alla difesa antiaerea e antimissile a lungo raggio della flotta.

Con la nave in questione la Marine Nationale si propone di rimpiazzare l’ormai dismesso cacciatorpediniere antiaereo Cassard, mentre la sua gemella (la fregata Lorraine), la cui consegna è prevista per il 2022, andrà a sostituire il caccia Jean Bart (sempre della classe Cassard), che nei prossimi mesi dovrebbe essere radiato o ceduto alla marina militare ellenica.

 

L’anziano caccia Jean Bart in navigazione

 

Dotate di una versione potenziata del radar multifunzione a scansione elettronica passiva Herakles (prodotto da Thales) e di quattro lanciatori verticali Sylver A 50 da otto celle ciascuno (armabili con 32 “SAM”, sia di tipo Aster 15 per la difesa “di punto” che di tipo Aster 30 per la difesa a medio-lungo raggio), queste due unità daranno un importante contributo al rafforzamento delle (relativamente) esili capacità antiaeree e antimissile “di area” della flotta d’oltralpe, che, ad oggi (a parte il vecchio Jean Bart di cui sopra) risultano incentrate quasi esclusivamente sui due caccia della classe “Horizon” Forbin e Chevalier Paul.

 

Il cacciatorpediniere Forbin, dotato di sistema PAAMS, costituisce, insieme al gemello Chevalier Paul, la spina dorsale della Marine Nationale in fatto di guerra antiaerea

 

Nessun’altra delle navi presenti nell’arsenale di Parigi dispone infatti di significative capacità in tal senso; neppure le altre 6 FREMM attualmente in servizio, che, sebbene siano state sviluppate (come, del resto, gli Horizon) nell’ambito di un comune programma italo-francese, dovendo soddisfare requisiti del tutto differenti rispetto a quelli espressi dalla nostra marina, presentano (financo esteriormente, oltre che, sul piano operativo) caratteristiche molto diverse rispetto a quelle delle nostre Bergamini.

 

La FREMM italiana Margottini

 

In particolare, se la Marina Militare italiana, focalizzata soprattutto sulla protezione di rotte marittime critiche e sull’eventualità di dover fornire una scorta adeguata a navi mercantili di grandi dimensioni, ha indirizzato lo sviluppo delle sue fregate (6 General Purpose e 4 ASW) in modo da ottenere navi particolarmente veloci, ben armate e dotate (grazie ai lanciatori Sylver A 50 e al performante radar MFRA di Leonardo) di capacità antiaeree e antimissile relativamente estese, la Marine Nationale, già in possesso di potenti strumenti con cui esercitare il potere marittimo e la deterrenza strategica e interessata, più che altro, a piattaforme concepite per il supporto dell’azione politica e diplomatica del Paese in talune aree di particolare interesse, ha preferito dotarsi di navi meno “complesse” e di tipo più “stazionario”; utili soprattutto a far sentire (anche attraverso la non trascurabile capacità di lanciare missili da crociera) la presenza di Parigi nella regione mediterranea o a ridosso delle coste di alcuni Paesi africani.

 

La FREMM francese Provence nel 2014, osservando quest’immagine si possono apprezzare le varie differenze esteriori esistenti tra le navi francesi e quelle italiane

 

Come conseguenza di questa scelta (compiuta anche in un’ottica di contenimento dei costi), le FREMM francesi (note anche come Aquitaine) si presentano come navi più lente (27 nodi contro i 30 delle nostre Bergamini), leggermente meno attrezzate per il combattimento di superficie (in realtà, in seno alla MN sarebbero considerate come unità ASW, ma, a ben guardare, il loro equipaggiamento “antisom” risulta anche più “leggero” rispetto a quello delle nostre GP) e decisamente inferiori nel campo della guerra antiaerea.

Infatti, se, da un lato, la presenza dei Sylver A 70 (necessari per l’utilizzo degli Scalp Naval) limita le capacità AAW di queste navi (peraltro, tutte dotate della meno performante versione “base” del radar Erakles) a soli due lanciatori per missili SAM (cosa che, a dire il vero, avviene anche sulle FREMM italiane, che pur non essendo dotate di A 70, dispongono anch’esse di due soli lanciatori per missili superficie-aria), dall’altro, riguardo al tipo di sistemi effettivamente in dotazione, non si può non notare come solo le due unità più recenti (Bretagne e Normandie) risultino equipaggiate con gli A 50 (come le Bergamini), mentre le altre (Aquitaine, Provence, Languedoc e Auvregne) dovrebbero “accontentarsi” dei più “semplici” A 43, adatti al solo impiego dei missili Aster 15 a corto raggio.

Conscia di questi limiti in fatto di difesa aerea (e perfettamente consapevole della progressiva obsolescenza dei Cassard, che nel frattempo si era scelto di non sostituire con un’altra coppia di Horizon), sin dalle prime fasi del programma volto alla costruzione delle FREMM, la Marine Nationale ha pensato di dotarsi di una speciale variante AAW di queste fregate (inizialmente conosciuta come FREDA e poi come FREMM DA), da introdurre nella flotta possibilmente in un paio di esemplari.

Nel corso del tempo, la costruzione di queste navi, quasi completamente votate alla difesa antiaerea (anche a costo di rinunciare agli Scalp, visto che a bordo, per fare spazio ai quattro lanciatori A 50, non vi sarebbero gli A 70), è sempre stata tenuta in debita considerazione, e non è un caso che, anche a fronte della progressiva riduzione del numero delle altre FREMM, presenti oggi in soli sei esemplari (rispetto ai 15 originariamente programmati), i progetti riguardanti il loro sviluppo non siano mai stati accantonati.

 

Un’altra FREMM di tipo francese in navigazione

 

In generale, le due navi che oggi si apprestano ad entrare in servizio si presentano come piattaforme allo stato dell’arte, dotate di sensori avanzati, nonché di armamenti assolutamente adeguati per far fronte al ruolo per il quale sono state concepite. Nondimeno, è anche necessario sottolineare come, essendo state progettate a partire dalle Aquitaine, esse presentino (inevitabilmente) alcuni limiti rispetto ai vari cacciatorpediniere solitamente utilizzati per la protezione antiaerea della flotta (come, ad esempio, gli stessi Horizon), che sono normalmente più veloci e dotati (essenzialmente per via del loro maggiore dislocamento) di una maggiore “potenza di fuoco”.

Anche per questa ragione, la marina francese (che avrebbe scelto di schierarle proprio al fine di “alleviare” il compito degli Horizon) non sembrerebbe intenzionata ad investire per ampliare ulteriormente le loro dotazioni, tanto che, almeno stando a quanto stabilito finora, non è previsto che esse ricevano aggiornamenti finalizzati all’ottenimento di capacità anti-balistiche.

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