Di Livio Simone*
ROMA (nostro servizio particolare). Questa breve disamina prende avvio da un libro di Samuel Scott, pubblicato nel 1989, dal titolo “The response of the Royal Army to the French Revolution.
Il volume dello studioso americano con un interesse nell’Esercito francese nel periodo tra il Re e la Rivoluzione (ricordiamo il suo “The French Army da Yorktown a Valmy”) analizza i cambiamenti nell’Esercito francese avvenuti a ridosso della Rivoluzione e le ragioni per cui questi avvennero.
In questo articolo ci focalizzeremo solo sui cambiamenti di tipo anagrafico e sociologici nella composizione dei due Eserciti basandoci su alcune tabelle per meglio evidenziare le differenze.
La forza totale
Nel passaggio dal 1788 al 1793, l’Esercito aumentò di consistenza passando da 156 mila unità a 178.500.
Si consideri però che in questo numero non sono considerati i volontari, quindi i dati sono pre-amalgama.
Come si può vedere dalle due tabelle l’aumento fu distribuito su tutti i corpi. Si consideri che l’Esercito reale in tempo di pace era sotto la forza nominale di un valore fra il 15% ed il 20% (a seconda delle specialità) quindi gli arruolamenti dei volontari e della leva del periodo 1791-1792 servirono a colmare i vuoti lasciati dalla chiusura dei Reggimenti stranieri, dalla fuga degli ufficiali (sostituiti con i sottufficiali e la cui sostituzione drenò dalle file i soldati più anziani) e dalle diserzioni, nel periodo tra il 1789 e il 1791 e infine per portare gli effettivi dell’Esercito a ranghi pieni da guerra.
TABELLA 1. Forza totale dell’Esercito nel 1788 (a sinistra) e nel 1793 (a destra)
Età degli appartenenti all’Esercito
Per l’età si può vedere come nel passaggio dall’Esercito reale a quello repubblicano ci fu uno svecchiamento soprattutto dato dall’aumento in percentuale nella fascia da 18 a 25 anni.
Questo fenomeno fu dovuto a diverse cause:
- L’Esercito reale era un Esercito professionale a lunga permanenza con un arruolamento minimo di 8 anni a cui poteva seguire un riarruolamento, per cui ipotizzando una fascia di arruolamento tra i 18 ed i 25 anni, evidentemente una buona parte della truppa durante il periodo di arruolamento saltava di fascia
- Il reclutamento pesante del 1791-1792 si rivolse a volontari che per loro natura tendevano ad essere più giovani e a servire per un anno
- Molti sottufficiali anziani divennero ufficiali lasciando il posto a soldati provenienti dalla truppa con età minore; aumentò il dinamismo nei gradi (ad esempio nell’Esercito reale la quasi totalità dei caporali aveva minimo 8 anni di servizio poiché la maggior parte diventavano caporali al momento del secondo arruolamento.
TABELLA 2: Fasce di età dell’Esercito nel 1788 (a sinistra) e nel 1793 (a destra)
Anzianità di servizio
Collegato a quanto detto sopra il parametro dell’età di servizio mostra come l’Esercito del 1793 fosse contraddistinto da personale che oltre che essere più giovane era anche più inesperto.
Infatti, in un Esercito in cui il servizio era minimo di 8 anni è evidente che più del 50% aveva una anzianità minima di servizio di 4 anni e considerando i riarruolamenti la percentuale arriva al 60%.
Nell’Esercito del 1793 la situazione è più che ribaltata a causa della sostituzione dei ranghi con le modalità spiegate nel punto 1 di questa disamina.
TABELLA 3: Anzianità di servizio dell’Esercito nel 1788 (a sinistra) e 1793 (a destra)
Presenza di stranieri cittadini stranieri
Nel passaggio dal Re alla Repubblica è naturale che il numero degli stranieri nell’Esercito cali vistosamente questo soprattutto per la scomparsa dei Reggimenti stranieri (soprattutto svizzeri e tedeschi) presenti nella Fanteria (principalmente) ed in parte nella Cavalleria.
L’Artiglieria era quasi interamente composta da francesi per cui non venne toccata.
La Fanteria leggera aveva con se una elevata percentuale di stranieri di lingua italiana, soprattutto corsi e piemontesi, ma in proporzione questi subirono una minore diaspora in parte perché i corsi erano già cittadini francesi e dall’altra parte perchè la Fanteria leggera raramente venne impiegata in operazioni di polizia essendo disposta tipicamente ai confini e quindi nessun Reggimento si attirò le ire della popolazione per cui anche quelli come gli Chasseur Royaux de Provence, composti per la maggior parte di italiani, vennero mantenuti in servizio.
In particolare:
- Nel 1792 vennero sciolti i 12 Reggimenti svizzeri (tra cui le Guardie) che nel 1789-1790 erano state impiegate in operazioni di ordine pubblico a causa della loro estraneità alle vicende politiche interne francesi
- Alcuni Reggimenti di Cavalleria tedesca (ad esempio i Royal Allemande e i Saxe Hussars) disertarono in massa quando il Re venne arrestato
- I Reggimenti irlandesi e tedeschi di Fanteria diventarono Reggimenti numerati francesi (ad esempio il Reggimento de Alsace diventò il 53° e il Reggimento Berwick diventò l’88°).
- Gli ex soldati irlandesi o di lingua tedesca (spesso in realtà alsaziani) che volevano riarruolarsi lo fecero come cittadini francesi.
TABELLA 4. Presenza di stranieri dell’Esercito nel 1788 (a sinistra) e nel 1793 (a destra)
Provenienza (ambiente rurale o urbano)
Uno dei più profondi cambiamenti fu proprio l’ambiente di provenienza dei soldati.
Nel vecchio Esercito Reale il bacino preferenziale di reclutamento, soprattutto per la Fanteria, era quello urbano.
Per la Cavalleria e l’Artiglieria era lievemente differente per due ragioni. Per la Cavalleria è evidente che chi proveniva dall’ambiente rurale aveva maggior dimestichezza con gli animali, per l’artiglieria gli standard fisici richiesti erano più elevati e nelle campagne, ovviamente, l’alimentazione era migliore.
L’arruolamento della Fanteria nell’ambiente urbano era dovuto a svariate ragioni:
- I Reggimenti francesi per la maggior parte avevano ancora alloggiamenti presso case in affitto o requisite (le famose “case erme” o case vuote), edifici che ovviamente erano più facili da reperire in ambiente urbano.
- L’Esercito, come si vedrà successivamente, raccoglieva i soldati fra le classi medie delle città ed in particolare fra gli artigiani (soprattutto i garzoni di bottega i quali per il vecchio sistema delle corporazioni era riservato un lungo periodo di apprendistato a stipendio zero), insegnanti e piccoli commercianti
- Altro bacino di reclutamento importante erano i servitori di famiglie nobili decadute che non potevano più permettersi la servitù. Si noti che gli anni del Regno di Luigi XVI furono anni mediamente di crisi economiche anche per piccola nobilità
- Le famiglie rurali per tradizione non amavano rinunciare a braccia che potevano essere usate proficuamente nel lavoro dei campi. Si ricordi che in Francia, a differenza di un Paese aspro e sovrappopolato come l’Italia, non vi fu mai un eccesso di manodopera nelle campagne, il problema in realtà fu sempre la distribuzione delle derrate alimentari più che la produzione.
Questo tipo di arruolamento (a differenza di quello ottocentesco per la maggior parte rurale) rese inefficiente l’Esercito reale quando si cercò di utilizzarlo per fermare la Rivoluzione che era soprattutto urbana.
A differenza di quanto avvenne nel 1870 a Parigi, quando un Esercito per la maggior parte arruolato nelle campagne schiacciò senza problemi una Rivoluzione del proletariato urbano.
L’Assemblea nazionale rivoluzionò il sistema di reclutamento passando dagli ufficiali reclutatori che si muovevano a poca distanza dai Reggimenti (quindi nelle città) al reclutamento attraverso quote per ogni Dipartimento e Distretto e Parrocchia distribuendo quindi la richiesta di base su tutto il territorio nazionale.
I sottufficiali essendo richiesta la capacità di scrivere provenivano per la maggior parte dall’ambiente urbano.
TABELLA 5 Provenienza dei soldati dell’esercito nel 1788 (a sinistra) e nel 1793 (a destra)
Origine sociale dei soldati
L’origine sociale dei soldati è legato anche al bacino di reclutamento.
Come detto, nell’Esercito reale la percentuale di contadini era bassa mentre gli artigiani, servitori e commessi di negozi la facevano da padroni.
Vi era anche una percentuale abbastanza elevata di professioni liberali (avvocati, medici, impiegati, commercianti), una piccola percentuale di piccoli nobili (che si arruolavano come gentiluomini di fortuna).
A differenza di quanto si crede la percentuale di vagabondi e di criminali era assai bassa (nel periodo fra il 1764 e il 1773 dei 17 mila miserabili iscritti nelle liste di povertà del Comune di Parigi solo 88 si arruolarono (cioè lo 0,5%).
Nell’Esercito del 1793 la percentuale di contadini cresce vistosamente (anche se non essendo ancora introdotta la leva in massa i lavoratori urbani comunque mantengono una predominanza).
Si riducono di molto le professioni liberali ma perché questi nell’Esercito reale componevano la maggior parte dei sottufficiali e nel 1793 erano stati promossi ufficiali per coprire le lacune lasciate dagli emigrees e quindi scompaiono dai ranghi dei soldati.
TABELLA 6. Origine sociale dei soldati dell’Esercito nel 1788 (a sinistra) e nel 1793 (a destra)
Conclusioni
L’Esercito reale era, a differenza di una credenza diffusa, di qualità umana assai elevata, il personale era tratto dalla fascia sociale media, vi era una elevata percentuale di persone istruite provenienti dal mondo delle professioni liberali (un esempio Bertrand, futuro Maresciallo di Francia con Napoleone, quando era Sergente nel vecchio Esercito reale arrotondava il magro stipendio facendo il precettore di latino ai figli dei ricchi borghesi).
La provenienza “urbana” delle Esercito reale spiega il successo immediato della Rivoluzione francese, una Rivoluzione “urbana” che ebbe l’appoggio pieno dell’Esercito (a parte alcuni Reggimenti stranieri).
Dall’analisi appena fatta si evince che l’Esercito del 1793, rispetto a quello del 1788, era caratterizzato da una maggiore corrispondenza, dal punto di vista della provenienza e dell’origine sociale, con la popolazione del Paese.
L’Esercito si era ringiovanito ma ovviamente nello stesso tempo aveva perso di esperienza tra i ranghi, in compenso il corpo dei sottufficiali era ancora valido perché colmato coi soldati e i caporali di maggior esperienza.
Il corpo degli ufficiali (su cui si preparerà un altro intervento) era stato riempito con i sottufficiali del vecchio Esercito reale che per la maggior parte erano persone bene istruite e con grande competenza tecnica.
* Vice presidente dell’Associazione Napoleonica d’Italia
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