G7: Gli USA vogliono rafforzare l’ordine liberale nel mondo contro le potenze autocratiche. Più unità nel nome dell’Atlantismo

Di Pierpaolo Piras

Carbis Bay(Cornovaglia)  “America is back” è lo slogan pronunciato dal Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden alla vigilia del suo lungo viaggio verso l’incontro del G7 nell’amena località turistica di Carbis Bay in Cornovaglia (Regno Unito).

L’arrivo di Joe Biden in Cornovaglia

L’America è tornata e Biden vuole fermamente riaffermare i saldi rapporti politici e commerciali che gli Stati Uniti avevano con gli alleati europei, tramite i quali poter fronteggiare la spregiudicatezza politica esercitata negli ultimi anni  da nazioni autocratiche come la Russia e la Cina.

Il G7 è un’ associazione internazionale costituita dai sette maggiori Stati economicamente più progrediti del pianeta: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito ed USA, in grado di incidere sulle sorti del mondo.

A questo incontro, oltre al Regno Unito, hanno partecipato Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Giappone e Canada.

Sono stati presenti come ospiti importanti anche Australia, India, Corea del Sud e Sud Africa, già in predicato di poterne far parte nel prossimo futuro.

L’agenda dei lavori in questo viaggio di Biden è davvero enorme: il vertice del G7 in Cornovaglia, l’incontro col la NATO a Bruxelles e una serie di cruciali incontri bilaterali.

Tra gli obiettivi più importanti il raggiungimento di una strategia che coinvolga tutti i principali Stati europei per  fronteggiare l’ambizioso programma cinese della cosiddetta “Via della Seta”.

Il secondo traguardo l’incontro di Joe Biden con il leader russo Vladimir Putin.

Il Presidente russo. Vladimir Putin

Le economie avanzate del mondo possono imparare dagli errori del passato e progettare una ripresa globale forte e inclusiva, specie dopo la depressione causata dalla pandemia per il COVID- 19.

Diverse trame significative hanno interessato le analisi economiche e politiche del G7.

La ripresa economica

L’ottimismo tra i grandi è palpabile anche per la presenza di alcuni rilevanti presupposti economici.

Uno degli aspetti più sorprendenti è dato dalla ripresa economica globale con gli Stati Uniti in testa.

In effetti, la crescita del Prodotto interno lordo (PIL) quest’anno negli USA potrebbe competere con quella della Cina.

Gli States sono anche l’unica economia avanzata che dovrebbe uscire dalla crisi covid-19 con una crescita più elevata nel medio termine.

Naturalmente, le proiezioni quinquennali sono più incerte. Ma si può stare certi che l’amministrazione americana terrà conto di questi risultati economici nella politica del governo nazionale nell’ambito del commercio e della finanza mondiali.

Inoltre, per affrontare lo shock economico innescato dal COVID-19, le banche centrali del G7 hanno ampliato i loro programmi di Quantitative Easing (QE) per un capitale totale enorme pari a circa 10 trilioni di dollari al solo fine di sostenere le perdite economiche dei loro paesi e alimentare il funzionamento dei mercati finanziari globali.

Come si sa la pandemia ha generato una gravissima perdita di posti di lavoro in tutto il G7.

Ma con tale apertura delle attività economiche, i tassi di disoccupazione nel G7 stanno già ora diminuendo rispetto ai loro livelli pandemici del 2020.

In Cornovaglia il primo vertice USA-Unione Europea negli ultimi sette anni.

Alcuni temi sono già stati anticipati da Biden alla vigilia della partenza: “Rafforzare l’Alleanza atlantica. Rendere chiaro a Putin e alla Cina che l’Europa e gli Stati Uniti sono fortemente uniti e che il G-7 sarà più attivo che in passato”.

Biden ha compiuto il suo primo viaggio fuori dal Paese, dopo circa 6 mesi di presidenza.

Il dissidio nella NATO e con l’Unione Europea

L’ultimo quadriennio sotto la presidenza di Donald Trump si è distinto per le tensioni transatlantiche generate dalla politica estera americana all’insegna del “America First” (l’America innanzi tutto)  che tuttavia ha suscitato tensioni e scollamenti da parte di alcuni alleati europei.

Si spiega anche così l’unanime e caloroso benvenuto attuale, riservato al 46° Presidente degli Stati Uniti sulla sponda orientale dell’Atlantico.

Si giustifica anche il forte desiderio di Biden di riacquisire quella parte di fiducia persa nel quadriennio di Trump, cercando di sanarne i reliquati negativi.

La lotta fiscale

Tema centrale del dibattito anche la lotta ai cambiamenti climatici, la vaccinazione anti COVID estesa a tutto il mondo e la regolamentazione dei vari regimi di tassazione commerciale internazionale.

A tale proposito i ministri delle Finanze del G-7 , la scorsa settimana, hanno sostenuto un piano per l’adozione di un’aliquota fiscale minima ed universale  del 15%.

Così come si raggiungerà un accordo sulla condivisione dei diritti di tassazione relativamente alle grandi aziende che fatturano somme colossali, entrando nel merito non solo del luogo in cui si trova la residenza fiscale della società produttrice ma anche delle località nelle quali un’azienda può avere entrate cospicue e nel contempo pagare pochissime tasse.

I chiarimenti con Russia e Cina

Sul tavolo anche della minaccia alle democrazie del G-7 proveniente da Russia e Cina.

Biden spera in una forte risposta da parte degli alleati.

Un’ulteriore domanda che è stata posta al vertice è se i Paesi occidentali possano trovare un approccio congiunto nei confronti della aggressiva politica commerciale cinese.

La sequenza degli incontri, compresi quelli bilaterali, mira a sottolineare il sostegno degli alleati in vista del prossimo vertice di Biden con il suo omologo russo Putin, a Ginevra.

La riforma della Carta Atlantica

Verrà trattata, inoltre, la riforma della Carta Atlantica rendendola più funzionale alle esigenze internazionali odierne.

Quella attuale risale al 1941 da Franklin Delano Roosevelt, Presidente degli Stati Uniti e dal primo ministro britannico, Winston Churchill, durante la Seconda guerra mondiale.

La sede NATO a Bruxelles

Essa intendeva sottolineare lo speciale legame strategico che lega anche oggi queste due potenti nazioni.

Essa era la dichiarazione di una missione originale per quello che oggi chiamiamo l’ordine mondiale liberale, lo stesso che, nonostante i suoi fallimenti e incongruenze, ha portato tre generazioni di pace e crescente prosperità nel mondo.

Non solo, da questa storica intesa sono poi nate le Nazioni Unite, la NATO e l’Accordo Generale sulle Tariffe doganali e il Commercio, che alla fine è diventato l’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Oggi, il mondo sta entrando in una nuova era, nettamente diversa da quella di Roosevelt e Churchill, caratterizzata da una forte competizione strategica tra regimi democratici e autocratici, con le nazioni democratiche sulla difensiva e i rivali autocratici (specie Russia e Cina) che sembrano guadagnare pericolosamente forza in buona parte del mondo.

Attualmente, si rende pertanto necessario elaborare un nuova Carta per affrontare sia le sfide vecchie come l’aggressione proveniente dai regimi tirannici che quelle nuove come i cambiamenti climatici.

Il nuovo atto costitutivo

Sarà necessario strutturare un nuovo atto costitutivo, un Forum di democrazie col pensiero comune di costituire un’alleanza di popoli democratici, capace di produrre norme tecnologiche condivise e aggiornate alle più moderne ipertecnologie.

A seguire, una riforma commerciale che allinei il mondo libero intorno a una visione comune per espandere i principi di un’economia globale libera ed equa.

E parallelamente una coalizione di nazioni libere per avanzare e promuovere le norme democratiche.

Il sommo traguardo di tutto il mondo democratico è quello di essere aggiornato alle nuove tecnologie, iniziando dal 5G, che stanno trasformando le nostre società in molti settori strategici.

L’indebolimento del libero mercato

Nella gran parte delle nazioni occidentali i salari sono stagnanti, la disparità di reddito è sempre più evidente mentre i benefici per la gente sono disomogenei e secondari agli abusi del commercio globale, esercitato senza regole precise.

Da ciò deriva sia l’indebolimento della correttezza nel libero mercato e la conseguente messa in discussione dell’ concreto impegno politico in patria nel mondo.

Si parlerà dell’aumento incontrollato e speculativo delle migrazioni che sta alimentando le preoccupazioni per la sicurezza del lavoro e il senso dell’identità nazionale.

La vaccinazione mondiale

Una nota positiva di questo G7 è stato l’impegno sulla fornitura di  un miliardo di dosi di vaccino anti COVID-19 per i Paesi poveri e a reddito medio-basso al fine di concludere la vaccinazione del resto del mondo entro la fine del 2022.

Vaccini anti COVID

Attualmente, i Paesi più poveri sono molto indietro nel programma di vaccinazione, con 9 Stati  africani su 10 sulla buona strada per perdere l’obiettivo di vaccinare il 10% della loro popolazione entro settembre.

Il vertice è appena entrato nella sua fase iniziale.

Sono in corso diversi altri vertici: prima con il primo ministro britannico Boris Johnson, poi con i raduni del Gruppo dei Sette (G7) e dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), oltre a sessioni separate con alti leader dell’UE a Bruxelles.

Poiché tali eventi spesso coinvolgono più cerimoniali che concretezza politica, la Casa Bianca vuole dimostrare che può comunque ottenere risultati significativi.

Il nuovo accordo fiscale globale dei ministri delle Finanze del G7 e la visita prevertice del Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg a Washington DC, sono stati concepiti per sostenere questa affermazione.

Il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg

Se Biden riuscirà a rafforzare ulteriormente la trama dell’unità occidentale, in particolare su questioni difficili come il gasdotto Nord Stream 2, la distribuzione della spesa per la difesa della NATO, le criticità riguardanti l’Ucraina e la Bielorussia, si siederà con Putin a condizioni ancora più vantaggiose.

Sullo sfondo di questo meeting , questi quattro indicatori definiranno gran parte della discussione pubblica sulla riunione di Ginevra.

Inoltre,

Il Presidente russo è disposto a adeguare la politica russa, sia in patria che all’estero, in modo da cominciare a ridurre il suo isolamento internazionale?

Molto di più ne sapremo durante lo svolgimento delle sessioni di lavoro e ancora di più dai comunicati finali.

 

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