Di Chiara Cavalieri
ROMA. Rafforzare le relazioni tra l’Alleanza Atlantica e i Paesi arabi.
E’ quanto emerso nel corso del convegno, tenutosi ieri a Roma all’Università LUISS, dal titolo “Geopolitica Araba 2024: Aumentare i partenariati Sud della NATO”.
La giornata di studio ha visto la partecipazione di esperti, diplomatici e accademici che hanno analizzato le dinamiche geostrategiche del Medio Oriente e del Nord Africa.
Mahmoud Kareem, ex Ambasciatore presso la NATO e l’Unione Europea e attuale commissario del Consiglio per I Diritti Umani in Egitto, ha sottolineato la necessità di adattare le strategie dell’Alleanza alle sfide emergenti nella regione, evidenziando l’importanza di instaurare partenariati più solidi e cooperativi con i Paesi del Sud del mondo, in particolare quelli arabi.
Nel corso del suo intervento, Kareem ha chiarito che la crescente instabilità in alcune aree del Medio Oriente e la minaccia di attori non statali richiedono una risposta collettiva e coordinata.
Durante la sessione, il diplomatico ha sottolineato che l’Egitto sta affrontando una realtà generale permanente e prolungata di numerose gravi sfide esterne e interne, rivedendo le situazioni affrontate dal Paese nel suo ambiente regionale nel quadro delle condizioni politiche e di sicurezza, dei conflitti e delle crisi testimoniate nella regione su tutti gli assi e le direzioni geo-strategiche che circondano lo Stato nord africano ed estendendo la gravità della situazione a Ovest, Est e Sud.(Libia, Yemen, Sudan, Gaza)
Una situazione molto complessa che è stata imposta dagli eventi all’Egitto, dovuta anche all’impatto della guerra russo-ucraina sui prezzi dell’energia e sulla sicurezza alimentare, comprese le ripercussioni della pandemia del Covid-19 che ha frenato gli sforzi di sviluppo e li ha rallentati per due anni.
Il diplomatico ha sottolineato che è incomprensibile che il mondo e la comunità internazionale stiano tentennando aspettando un’azione decisiva per fermare questa guerra e “la tragedia umanitaria e salvare i palestinesi dall’inferno imposto loro quotidianamente”.
L’ Ambasciatore ha spiegato gli sforzi compiuti dall’Egitto in termini di mediazione e i tentativi di contenere la guerra di Gaza, che ha colpito direttamente le principali risorse di valuta estera, vale a dire le entrate del turismo e del Canale di Suez, a causa degli attacchi Houthi nel Mar Rosso.
Come conseguenza delle perdite, il Presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi ha chiesto una modifica del programma per l’Egitto al Fondo Monetario Internazionale (FMI), se questo avesse portato a pressioni che le persone non potevano sopportare, chiedendo che il programma tenesse conto delle sfide derivanti dagli sviluppi regionali e internazionali, che hanno fatto sì che l’Egitto perdesse 8 miliardi di dollari negli ultimi 10 mesi.
L’ Ambasciatore Kareem ha anche evidenziato le sfide legate alla immigrazione clandestina, sottolineando che in Egitto vivono circa 9 milioni di immigrati e rifugiati provenienti da 133 Stati, e che il Paese è riuscito a impedire le partenze di immigrati illegali dalle sue coste, già due anni fa ,grazie al programma presidenziale Life Boat Security.
Gli sforzi dell’Egitto per sconfiggere il terrorismo nell’interesse dell’intera regione mediterranea, così come gli sforzi che sta facendo a livello di sfide economiche e di sviluppo interno in parallelo per migliorare i diritti dei cittadini per una vita dignitosa migliorando i servizi di base in tutti i ceti sociali e in tutta la Repubblica, sono costanti.
Il convegno ha offerto anche sessioni di discussione in cui diversi esperti hanno approfondito il ruolo della NATO nella sicurezza regionale e le implicazioni dei cambiamenti geopolitici globali. Si è parlato di iniziative come la creazione di un forum arabo-nato, finalizzato a facilitare il dialogo e la cooperazione in materia di sicurezza, sviluppo economico e diritti umani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA