Di Pierpaolo Piras
Berlino (nostro servizio). In Germania, a seguito della feroce aggressione della Russia contro l’Ucraina, si è verificato, in tempi rapidi, ciò che nessun politico tedesco, nonostante i numerosi tentativi storici, è mai stato capace di realizzare: iniziare un rivoluzionario processo di trasformazione della Germania in una seria e credibile potenza militare.
Il termine che definisce sinteticamente sia il sentimento popolare a favore dell’Ucraina che la rappresentanza al Parlamento tedesco è “Zeitenwende”, che significa “svolta nella Storia”.
Attualmente c’è una novità di non poco conto: al Bundestag hanno fatto corpo unico la coalizione di governo tedesca costituita dai Socialdemocratici (SPD) del cancelliere Olaf Scholz , i Verdi e i Liberi Democratici (FDP) con il supporto aggiuntivo della forte opposizione dei Cristiano Democratici (CDU/CSU).
Il risultato politico è che la più grande economia dell’Unione Europea si occuperà motivata e potentemente sia degli affari internazionali che della sicurezza della Germania anche in futuro.
Vecchie opinioni gettate in mare
Al Bundestag tutto è nato il 22 febbraio scorso allorché il Cancelliere Scholz e il suo governo hanno annunciato che avrebbero materialmente cancellato il già controverso gasdotto “Nord Stream 2”, progettato per il trasporto attraverso il Mar Baltico del gas russo verso il territorio tedesco.
Nello stesso periodo, l’Unione Europea ha deliberato onerose sanzioni verso le sanguinose e brutali intenzioni della Russia, rea di voler essere prepotentemente una grande potenza europea, con una propria sfera di influenza imposta con la forza, che però controlla sostanzialmente l’intero continente europeo.
Un ulteriore pacchetto
In questa svolta, Berlino ha aggiunto con rapida determinazione un ulteriore pacchetto di sanzioni ancora più incisivo di quello europeo, che includerebbe la consegna di armamenti vari all’Ucraina e rompendo la sua storica volontà di non consegnare armi nelle aree di conflitto.
I tedeschi hanno poi permesso a Paesi Bassi ed Estonia di inviare sistemi anticarro e artiglierie semoventi che, in precedenza, appartenevano alla Germania.
Un discorso storico
Di recente, nel corso di una sessione straordinaria del Bundestag, Scholz ha chiarito un tema di politica internazionale, stavolta innovativo e di portata storica.
In questa occasione, “Putin ha creato una nuova realtà – ha detto Annalena Baerbock, il ministro degli Esteri -. Il Presidente russo parla sempre di sicurezza indivisibile. Ma adesso, ciò che vuole davvero ora è di dividere il continente nelle vecchie sfere di influenza ad esse familiari, mediante l’uso cinico e sanguinario delle proprie Forze Armate”.
Pertanto, oltre alle forniture di armamenti e alle sanzioni economico- finanziarie, la Germania vedrà aumentare considerevolmente le proprie capacità di difesa.
Scholz ha proseguito spiegando che avrebbe introdotto un “fondo speciale per le Forze Armate”, finanziato con l’enorme cifra di 100 miliardi di euro, inserendolo questa deliberazione anche nel dettato costituzionale.
Nei termini relativi al bilancio dello Stato, Berlino spenderebbe più del 2% del PIL nazionale a beneficio della Difesa e della Sicurezza.
Quando il leader dell’opposizione, Friedrich Merz, ha sollevato i suoi dubbi sull’aumento del debito pubblico che tale spesa avrebbe comportato, il ministro delle Finanze, Christian Lindner, gli ha risposto con parole forti ed importanti che si trattava di investimenti per la “libertà” della Germania e dell’Europa.
Prendere improvvisamente sul serio il raggiungimento dell’obiettivo NATO sulla spesa per la Sicurezza, concordato nel 2014, pari al 2% del proprio PIL, dopo che la Russia ha annesso la penisola ucraina della Crimea, questo investimento non viene considerato come un pericoloso riarmo tedesco.
Anzi, significa creare una forza armata davvero potente e capace da fungere come un deterrente credibile e adatto allo scopo.
Giova ricordare che ai tempi della precedente Cancelliera, Angela Merkel , la Bundeswehr soffriva di un tale sottofinanziamento cronico da rischiare di diventare un’organizzazione poi difficilmente riformabile.
Nelle poche missioni all’estero e importanti esercitazioni NATO, le unità militari tedesche dovevano prendere le necessarie forniture traendole da altri reparti dell’Esercito, della Marina o dell’Aeronautica per arrivare sul campo d’operazioni adeguatamente equipaggiate come forza combattente.
Lo stato precario dell’apparato di difesa tedesco è divenuto macroscopico quando la Russia è entrata in guerra contro l’Ucraina.
La Germania appare su una nuova strada
E’ certo che più soldi non risolveranno tutto.
Tuttavia, il nuovo investimento andrà in gran parte, in primo luogo, ad equipaggiare adeguatamente l’Esercito, trasformandolo in una forza militare veramente utilizzabile.
Ciò significa che la più grande economia europea è ora disposta a includere le forze armate nel novero degli strumenti da utilizzare nella politica internazionale.
Il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, dei Verdi, che durante la campagna elettorale dello scorso anno era stata la più chiara quando si trattava della Russia di Putin, ha detto: “Le regole che ci imponiamo non dovrebbero impedirci di essere all’altezza delle nostre responsabilità. Quando il nostro mondo è diverso, anche la nostra politica dovrà esserlo”.
Questa sorta di reinvenzione della Germania, come attore a pieno titolo nelle relazioni internazionali, sarà saldamente ancorata all’Europa, ha chiarito il governo.
Scholz ha indicato di considerarlo correlato al miglioramento parallelo della “sovranità europea” e ha affermato che le prossime generazioni di aerei da combattimento e carri armati di ultima generazione dovranno essere sviluppate rapidamente e in un quadro europeo, in particolare con la Francia.
“Questi progetti hanno la massima priorità”, ha sostenuto Scholz.
La rivoluzione nella politica estera e di sicurezza tedesca non è vantaggiosa solo per l’Europa.
Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il suo governo avevano riposto molta fiducia in Scholz e nella sua amministrazione, nonostante le tensioni e incomprensioni del passato.
Conclusione
La cancellazione del “Nord Stream 2” e l’enorme investimento nel prossimo futuro per il raggiungimento dell’obiettivo NATO pari al 2%, ha visto Berlino diventare l’alleato modello di Washington.
Scholz e il suo governo hanno compiuto un passo da gigante non solo nel rendere la Germania più sicura dotandola di forze militari capaci, ma anche investendo pesantemente nelle sue alleanze europee e transatlantiche.
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