ATLANTA (STATI UNITI). Si concluderà, venerdì prossimo, alla X Conferenza degli Stati aderenti alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC) alla quale partecipa anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio in qualità di capo della delegazione governativa italiana.
Dopo 12 anni, è direttamente il ministro a guidare la delegazione.
Il Guardasigilli interverrà alla sessione plenaria, avrà poi altri due appuntamenti a latere, dedicati uno al traffico di beni del patrimonio culturale, mentre l’altro, insieme al direttore esecutivo UNODC, Ghada Waly, alla misurazione della corruzione e il suo impatto.
Nordio, a latere della Conferenza, ha poi partecipato al side event “Cultural racketeering & corruption”.
“Poichè l’Italia è in cima alla classifica del patrimonio mondiale Unesco – ha spiegato il ministro della Giustizia – abbiamo un forte interesse nel contrastare il racket culturale e la corruzione”.
Durante il seminario ad Atlanta, il Guardasigilli ha confermato come l’Italia sia impegnata e pronta “a sostenere ulteriori sforzi, a livello internazionale, nel rafforzare gli strumenti giuridici per contrastare il saccheggio del patrimonio culturale”.
“Proprio recentemente, infatti – ha proseguito il ministro Nordio – il Parlamento ha introdotto nuovi articoli nel Codice Penale, dedicati alla tutela del patrimonio culturale”.
“Alla lunga tradizione di tutela giuridica – ha concluso – si affianca fin dal 1969 il Comando Carabinieri a tutela del patrimonio culturale, riconosciuto in tutto il mondo come l’organismo più qualificato, efficace e collaborativo nella prevenzione e nel contrasto alle attività illecite e criminali”.
Per il Guardasigilli il coordinamento tra le amministrazioni rappresenta “uno strumento fondamentale per rendere operativa ed efficace la cooperazione internazionale”.
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