Golfo di Guinea, crescono gli attacchi dei pirati. Il 2020 è iniziato con un escalation di violenze

Di Luca Sisto*

Luca Sisto, Direttore Generale Confitarma

Roma. La pirateria marittima costituisce ormai da tempo una grave minaccia al libero svolgimento dei traffici commerciali nel mondo.

Nel 2019, a livello internazionale, sono stati registrati 162 attacchi di pirateria e rapina a mano armata contro navi commerciali.

Nonostante sia stato registrato un calo rispetto ai 201 casi segnalati nel 2018, il rischio rimane molto alto in diverse regioni nel mondo.

In particolare, nel Golfo di Guinea il 2020 è iniziato con un’escalation di violenza, rapina a mano armata e rapimenti: i pirati sono più audaci e prendono un numero maggiore di ostaggi.

I livelli di aggressività sono elevati e si sono verificati anche decessi e ferimenti, sia durante gli attacchi che durante la prigionia dei marittimi o di personale militare.

Il Golfo di Guinea desta, quindi. grande preoccupazione soprattutto perché è crescente la portata, la gravità e la frequenza degli attacchi, non tanto per quanto riguarda i furti a bordo (in gran parte prodotti petroliferi o comunque beni di vario genere trafugati a bordo delle navi attaccate) ma soprattutto per l’aumento dei casi di sequestro dei marittimi imbarcati: il numero di membri dell’equipaggio rapiti è, infatti, aumentato di oltre il 50%, da 78 nel 2018 a 121 nel 2019.

Si tratta di un deciso cambio di registro per quanto concerne gli obiettivi perseguiti dalle bande criminali, sempre più organizzate, che operano nell’area.

Si tratterebbe di una decina di gruppi ben armati e con possibili connessioni anche con gruppi terroristici.

Inoltre, mentre negli anni passati la maggior parte degli attacchi o dei tentativi di attacco si sono verificati all’interno delle acque territoriali e interne (soprattutto della Nigeria) dove la protezione delle navi è devoluta a forze governative o private esclusivamente locali, negli ultimi tempi vi sono stati casi di attacchi in alto mare anche fino a circa 100 miglia nautiche dalla costa.

Navi commerciali in navigazione (Foto tratta dal sito dell’International Maritime Bureau)

Confitarma, membro delle principali organizzazioni mondiali ed europee dello shipping, quali sono ICS ed ECSA, condivide l’allarme recentemente sottolineato da tali associazioni circa l’esigenza di richiamare l’attenzione della comunità internazionale sull’area del Golfo di Guinea.

Infatti, è necessario sollecitare sia un urgente intervento della Nigeria, che degli altri Paesi marittimi, anche prevedendo l’impiego di dispositivi navali al fine di garantire una efficace protezione delle imbarcazioni e dei loro equipaggi che devono poter operare senza timore di essere catturati o uccisi.

Purtroppo, nonostante gli sforzi realizzati dalla stessa Marina nigeriana, come accennato il picco di incidenti nel 2019 dimostra che la soluzione di questo problema è ancora piuttosto lontana.

Confitarma è convinta che l’UE dovrebbe porre la sicurezza marittima in cima all’agenda degli accordi di partenariato e commerciali, così come ad altre forme di cooperazione, con i partner dell’Africa occidentale.

Un’area di rilevanza strategica per la politica energetica italiana, con la quale il nostro Paese intrattiene importanti rapporti commerciali.

Parliamo di un interscambio che utilizza nella quasi totalità la modalità marittima e che, nel 2018, ammontava a oltre 5,5 miliardi di euro (con un aumento del 22% rispetto al 2017) e a circa 7 milioni di tonnellate di merci (con un incremento del 14% rispetto al 2017).

Inoltre, non va dimenticato che l’UE ha già dimostrato di essere in grado di contrastare efficacemente la pirateria, contribuendo con l’Operazione Atalanta (il cui mandato peraltro è stato prorogato sino alla fine del 202) alla strategia internazionale di contrasto messa in atto in Oceano Indiano – Bacino Somalo e Golfo di Aden attraverso l’impiego di misure di difesa passiva e attiva, anche armata, a bordo delle navi mercantili.

Intervento militare contro un gommone di pirati

Al contrario, in Africa occidentale, e in particolare nel Golfo di Guinea, ad oggi la difesa delle unità mercantili è assicurata solo dalle Best Management Practice in quanto il transito e l’ingresso nelle acque territoriali degli Stati rivieraschi non è consentito alle navi di altri Paesi con personale armato a bordo né tantomeno ad unità militari straniere di protezione.

*Direttore Generale di Confitarma

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