Atene. In Grecia riscoppia la protesta nelle strade. Agricoltori contro il Governo di sinistra di Alexis Tsispras.

La protesta degli agricoltori greci contro le riforme di Tsipras.
Sullo sfondo una riforma del settore che da quando la Grecia entrò, nel 1981, nella Comunità economica europea (CEE) non è stata mai fatta. Sovvenzioni a pioggia, ma scarsi risultati.
Ma, sull’onda di quanto chiesto da Bruxelles, Tsripas deve mettere mano. E così intende aumentare le imposte, il prezzo del gasolio, che finora era sostenuto grazie ad interventi pubblici.
Tra gli interventi che Tsipras intende mettere in campo ci sono contributi per la sicurezza sociale con una tassa unificata, denominata Efka, con un aumento medio di 87 euro per agricoltore.
I rappresentanti del settore avvisano il Governo che le riforme possono costargli i voti. Gli stessi sondaggi danno Syriza, il partito di sinistra di Tsipras, in perdita nei confronti di Nuova Democrazia, il partito di centro-destra: tra i 10 ed i 15 punti percentuali in avanti.
Basta rileggere il flusso dei voti espressi dagli agricoltori nel passato. Tradizionalmente i voti sono andati, per la metà, a destra. Un 40% ha scelto il Pasok (socialisti), il resto i comunisti. Ma, ultimamente, l’estrema destra (neonazista) di Alba Dorata viene data al 12-14% dei suffragi.
Il settore agrario greco soffriva di gravi problemi strutturali: complessa titolarità della terra per mancanza di un accatastamento dei terreni, il 50% dei terreni è di proprietà pubblica, la frammentazione degli sfruttamenti dei terreni.
Tutto cambiò con l’entrata della Grecia nella CEE, quando l’agricoltura impiegava il 31% della forza lavoro del Paese.
L’entrata in Europa però è stato come un colpo per l’economia agricola. La politica agraria comune, l’apertura a mercati vicini, insieme alla globalizzazione hanno ridotto il peso del settore nell’economia greca, tanto da rendere il Paese dipendente dall’importazione di alimenti. Tutto questo prospetta un panorama estremamente pericoloso , qualora la Grecia decidesse di tornare alla dracma.