Guardia di Finanza: a Bari scoperta nuova truffa all’INPS realizzata con false assunzioni di lavoratori agricoli. Eseguite 21 misure cautelari

Di Fabio Mattei e Michele Toschi

Bari. Sono 21 le misure cautelari personali emesse dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia ed eseguite, stamani, dai Finanzieri del Comando Provinciale di Bari – Compagnia di Barletta nei confronti di altrettanti indagati, 6 dei quali peraltro accusati di truffa aggravata ai danni dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS).

I controlli dei Finanzieri sui lavoratori impiegati in agricoltura

La vicenda, come più volte verificatosi in altre occasioni, è avvenuta nel settore delle (false) assunzioni di lavoratori agricoli, i quali, secondo un cliché criminoso non nuovo agli investigatori della GDF, venivano assunti il tempo necessario a maturare i previsti requisiti che poi – dopo gli immancabili provvedimenti di licenziamento – gli davano modo di accedere alle previste indennità di disoccupazione.

La truffa scoperta dalle Fiamme Gialle barlettane, più in dettaglio, era stata escogitata da tre società attive nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli con sede al San Ferdinando di Puglia (BT), tutte riconducibili ad un unico “dominus” che si avvaleva di tre fidati fiancheggiatori i quali avevano il compito di reclutare falsi braccianti agricoli nei comuni limitrofi.

Sulla base delle risultanze probatorie che gli investigatori hanno acquisito avvalendosi di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché attraverso servizi di appostamento e pedinamento sui sospettati, è emerso come le tre società in questione risultassero aver assunto circa 300 braccianti agricoli che, come specificato sopra, erano funzionali a creare artificiosamente i presupposti necessari al riconoscimento delle previste misure economiche di protezione sociale che poi, in base al patto criminale intercorso tra le varie parti in causa, venivano in parte riversate nelle mani dello stesso artefice principale del sistema truffaldino.

Le successive analisi documentali e bancarie eseguite dai militari delle Fiamme Gialle, hanno infatti presto rilevato l’assoluta incoerenza tra la “forza-lavoro” assunta e la reale capacità produttiva delle imprese sottoposte a verifica, oltre che l’assenza di movimentazioni finanziarie riconducibili al pagamento delle numerose maestranze formalmente – ma non realmente – assunte nel periodo.

Per gli inquirenti tutte queste incongruenze altro non erano che l’architettura di una truffa in piena regola commessa ai danni del citato Ente previdenziale, nello specifico sostanziatasi in indebite percezioni erogate nella misura di 98.380 euro, ai quali si aggiungono il mancato versamento delle ritenute previdenziali per un importo di quasi 470.000 euro.

Al termine delle indagini, il GIP ha pertanto disposto gli arresti in carcere per il principale responsabile della truffa, mentre gli altri 5 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

Per altri 15 soggetti è stato invece previsto l’obbligo di dimora nei paesi di residenza.

Questa nuova operazione dimostra il costante sforzo operativo ed investigativo che il Corpo sta garantendo all’INPS che – a causa di queste serpeggianti frodi – subisce un danno finanziario doppio, sia per effetto delle indebite indennità che si trova a dover corrispondere, sia per la maturazione di trattamenti pensionistici evidentemente non spettanti.

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