Guardia di Finanza: a Bologna scoperta una frode da circa un milione di euro sulle borse di studio destinate agli studenti stranieri

Di Antonella Casazza

BOLOGNA. Sono oltre 300 gli studenti universitari stranieri scoperti dai finanzieri del Comando provinciale di Bologna dopo aver indebitamente ottenuto borse di studio, in parte finanziate con risorse del PNRR, per un importo complessivo che sfiora il milione di euro.

Una pattuglia della GDF di Bologna

La frode in questione ha interessato diverse Università dell’Emilia Romagna, mentre la relativa indagine è stata diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica felsinea.

Il sistema fraudolento scoperto dai finanzieri era stato ideato e messo a punto da cinque soggetti di origine asiatica (tre di loro sono ex studenti dell’Ateneo bolognese) e si basava sulla falsificazione della documentazione che le “matricole”, tutti loro connazionali, appena iscritte ai corsi universitari dovevano allegare alle istanze volte all’ottenimento dello specifico sussidio economico erogato dall’Azienda regionale per il Diritto agli Studi Superiori dell’Emilia Romagna (ER.GO).

Nell’approfondire i controlli i militari si sono accorti, in alcuni casi, di una materiale contraffazione delle attestazioni consolari relative alla certificazione dei redditi dei rispettivi nuclei familiari nel paese d’origine (cosiddette attestazioni ISEE estere), peraltro disconosciute dallo stesso Consolato riportato nei documenti.

Nella restante maggioranza dei casi sono stati invece rinvenuti falsi contratti di affitto, come anche l’inserimento dei nominativi di studenti stranieri in atti di locazione già stipulati affittuari completamente ignari della circostanza, un escamotage adottato con l’evidente fine di simulare al predetto Ente erogatore il sostenimento delle (finte) spese di affitto.

I contestuali controlli effettuati dai finanzieri bolognesi hanno infatti confermato l’esistenza di alcuni piccoli monolocali nei quali, stando a quanto appariva dai contratti d’affitto contraffatti, risultavano convivere oltre dieci tra studenti e studentesse che, nella realtà dei fatti, venivano invece ospitati a titolo gratuito da amici e conoscenti.

Il sistema fraudolento in questione beneficava, inoltre, del classico “passaparola” all’interno della comunità universitaria, oltre a fruttare ai suoi ideatori dai 300 ai 600 euro per ciascuna domanda presentata, ciò in diretta relazione all’importo della borsa di studio ottenuta.

Nella stessa indagine è inoltre emerso il ruolo che nella vicenda avrebbe avuto un’agenzia immobiliare che, presumibilmente, avrebbe fornito il proprio appoggio agli stessi responsabili della frode.

Va altresì rilevato che le indagini, affidate ai finanzieri del locale 1° Nucleo Operativo Metropolitano (NOM), hanno avuto origine dalle segnalazioni che la stessa ER.GO. ha inoltrato alla GDF, ciò a seguito di riscontri che lo stesso Ente aveva effettuato su numerose domande (circa 25 mila all’anno) inoltrate per l’ottenimento di una borsa di studio.

Proprio grazie alla sinergia che intercorre tra la Guardia di Finanza di Bologna e l’Azienda regionale per il Diritto agli Studi Superiori dell’Emilia Romagna, è stato così possibile bloccare l’erogazione di finanziamenti per quasi 400 mila euro oltre che ottenere – ad oggi – la restituzione di oltre 200 mila euro.

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