Guardia di Finanza: a Cagliari individuate 11 imbarcazioni di lusso sconosciute al Fisco italiano. Emesse sanzioni per 1.500.000 euro

Di Michele Toschi

Cagliari. Sono 11 – tra yacht e barche a vela – le imbarcazioni di lusso individuate dai Finanzieri del Reparto Operativo Navale (ROAN) di Cagliari i quali, durante una delle cicliche attività in materia di contrasto all’evasione fiscale internazionale, hanno comminato ai loro proprietari sanzioni per complessivi 1,5 milioni di euro.

Operazione della GdF a Cagliari: individuate imbarcazioni di lusso sconosciute al Fisco

La “flotta” in questione (completamente sconosciuta al Fisco italiano) faceva infatti svettare sui propri pennoni bandiere di Paesi stranieri, pur essendo però nelle piene disponibilità di facoltosi diportisti italiani che, difatti, avevano omesso di dichiararne la proprietà.

L’operazione delle Fiamme Gialle del ROAN di Cagliari aveva come obiettivo proprio l’accertamento di tali situazioni anomale, le quali scaturiscono da irregolari comportamenti di contribuenti che, intenzionalmente, trasferiscono in maniera fittizia la loro residenza in territorio estero; oppure che non adempiono al cosiddetto “monitoraggio fiscale” che quale obbliga tutti i cittadini fiscalmente residenti in Italia ad indicare nella propria dichiarazione annuale dei redditi i patrimoni eventualmente detenuti all’estero (imbarcazioni comprese), soprattutto perché – al verificarsi di determinate condizioni chiaramente stabilite dall’attuale normativa fiscale – è previsto il versamento delle relative imposte di natura patrimoniale.

Evidentemente i proprietari di tali imbarcazioni avevano fidato sul fatto che un controllo della GdF, effettuato in mare aperto e con il sempre intenso traffico marittimo estivo delle acque sarde, non sarebbe stato così incisivo al pari di una verifica fiscale, mentre i militari delle Fiamme Gialle, sulla base di precisi criteri selettivi, avevano già stilato una lista in cui sono finiti contribuenti connotati da un certo indice di “pericolosità fiscale”, ovvero soggetti che potevano aver eluso gli obblighi tributari connessi al possesso di imbarcazioni di pregio non iscritte ai registri nautici nazionali.

Tali analisi hanno consentito così di minimizzare il numero di questi controlli, accentrandoli laddove il target presentava riscontri patrimoniali e fiscali poco chiari facendo emergere – ancora una volta nel settore della nautica – ricchezze di tutto rispetto che si era evidentemente cercato di far defilare dalle giuste pretese dell’Erario nazionale alle quali, invece, la stragrande maggioranza dei diportisti italiani regolarmente assolve.

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