Di Antonio Leone
Catania. Benché non se ne parli molto, una delle fonti “storiche” di illecito guadagno della criminalità organizzata è senz’altro quella legata alle scommesse clandestine, che se una volta erano relegate ai parcheggi degli ippodromi dove il malavitoso di turno gestiva tutto il giro (anche ricorrendo alla violenza qualora necessario) oggi, con l’avvento della tecnologia e la globalizzazione del mondo imprenditoriale, il business si è allargato notevolmente cosi come i guadagni che se ne possono ottenere.

Operazione della Guardia di Finanza a Catania
La chiara dimostrazione di ciò è stavolta rappresentata dall’Operazione “Doppio Gioco” condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Catania i quali, con il supporto dei colleghi dello SCICO (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata) stanno eseguendo dalle prime ore di oggi 23 misure cautelari personali nei confronti di altrettanti soggetti accusati – a vario titolo – di esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata, autoriciclaggio. Complessivamente sono 336 gli indagati nella vicenda.
L’operazione antimafia delle Fiamme Gialle, che oltre all’Italia ha interessato anche la Germania, la Polonia e Malta, ha riguardato le attività di un gruppo di sodali collegato ad una delle più note famiglie di “Cosa Nostra” catanese, quella dei “Santapaola-Ercolano”.
L’odierna operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, ha preso avvio da un approfondimento investigativo scaturito da una segnalazione di operazione sospetta, che ha poi consentito di portare alla luce un lucrosissimo giro illecito basato sulla raccolta on-line di scommesse su eventi sportivi, oltre che una parallela attività di riciclaggio di denaro funzionale a re-impiegare in immobili ed attività imprenditoriali lecite i guadagni ottenuti dall’attività criminale in questione.
Per dare un’idea del livello organizzativo messo a punto dai responsabili, basti considerare come il gruppo di malavitosi si fosse addirittura dotato d’una piattaforma di gioco (denominata “RAISEBET24.COM”) non autorizzata ad operare sul territorio nazionale italiano ma la cui proprietà era stata attribuita ad una società maltese, con l’evidente fine di occultare legami con la criminalità organizzata italiana.
Quel che in apparenza era già un’attività clandestina realizzata in grande stile e con i più moderni mezzi telematici, ha in realtà rivelato anche un aspetto molto più “tradizionale” giacché, come dimostrato dagli investigatori della GDF, la consorteria criminale a capo di tutto curava la raccolta delle scommesse sull’interno territorio nazionale e direttamente “sul banco”, avvalendosi di una fitta rete di agenzie collegate ai centri di trasmissione dati (la piattaforma telematica di cui sopra), tant’è che solo una parte minimale delle puntate avveniva on-line e con gli strumenti di pagamento elettronico, per gli organizzatori era infatti preferibile incassare alla vecchia maniera, dunque in contanti e senza lasciare altre tracce.
L’analisi del sito Internet gestito dai responsabili (sul quale affluivano tutte le puntate) ha comunque permesso agli investigatori di accertare un flusso di denaro pari a 32.000.000 di euro, mentre la società maltese formalmente a capo dell’attività – che invece ha operato come stabile organizzazione in Italia – ha evaso le imposte sui redditi per un ammontare calcolato in oltre 30.000.0000 di euro, il che dà l’esatta misura dell’enorme business che ne era derivato.
I proventi illeciti finiti nelle tasche del gruppo criminale – che sono dunque superiori ai 62 milioni di euro – sono poi confluiti sui conti della stessa società maltese e da quelli successivamente riciclati nell’acquisto di terreni, fabbricati e società site in Emilia Romagna e Puglia oltre che in Germania.
Degno di nota è anche il sequestro di 180 mila euro in contanti che gli uomini della GDF di Catania hanno rinvenuto nel doppiofondo ricavato all’interno di un’autovettura nel corso delle operazioni.
Le odierne misure restrittive emesse dal GIP del Tribunale di Catania, per la cui esecuzione sono stati impegnati circa 150 militari delle Fiamme Gialle, hanno portato a 12 custodie cautelari in carcere, 2 arresti domiciliari e 9 misure interdittive dell’esercizio di attività commerciale
Si aggiunge inoltre il sequestro di un rilevante patrimonio illecito costituito da disponibilità finanziarie presenti su conti correnti accesi in Italia, Malta e Polonia, nonché fabbricati e terreni situati in territorio italiano ed una società tedesca operante nel settore della ristorazione, per un valore complessivo di 80 milioni di euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA