Guardia di Finanza: a Crotone operazione congiunta con la Capitaneria di Porto. Individuati e arrestati due scafisti moldavi ritenuti responsabili di aver condotto in Italia 46 migranti clandestini

CROTONE. Due scafisti, ritenuti responsabili di aver introdotto in Italia 46 migranti clandestini (in prevalenza di nazionalità irachena tra i quali una donna e sei minori), sono stati arrestati dai Finanzieri della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone.

Vedetta V.600 Falco della Guardia di Finanza

Gli arresti in questione, che hanno riguardato due soggetti di nazionalità moldava, giungono a seguito di un’indagine avviata subito dopo un’attività di servizio congiunta che le Fiamme Gialle del Reparto Operativo Aeronavale (ROAN) di Vibo Valentia, Comando dal quale dipende la suddetta Sezione Navale, avevano condotto congiuntamente alcuni giorni fa con alcune unità della Capitaneria di Porto.

In quella circostanza a toccare le coste calabresi con il suo carico di esseri umani era stata un’imbarcazione a vela sorpresa dai militari della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto a largo di Capo Rizzuto (Crotone).

Proprio in quell’occasione, oltre a soccorrere i non pochi migranti trovati a bordo, imbarcati in sicurezza dai Finanzieri e dai marinai per essere condotti nel porto crotonese, era stato dunque possibile individuare e procedere al fermo dei due soggetti sorpresi ai comandi della barca senza che questi potessero far perdere le proprie tracce, assicurandoli così all’Autorità Giudiziaria inquirente.

Un soccorso di migranti operato dal Servizio Navale della Guardia di Finanza

Le indagini stanno comunque proseguendo sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica e non sono, dunque, da escludere nuovi sviluppi, specialmente al riguardo di possibili “basisti” presenti a terra i quali avrebbero dovuto completare l’introduzione dei migranti nel territorio nazionale.

Per i due moldavi agli arresti resta comunque imprescritta la presunzione d’innocenza costituzionalmente prevista, comportando che ogni addebito d’ordine penale nei loro confronti non potrà essere dichiarato prima del pronunciamento d’una sentenza irrevocabile di condanna.

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