FOGGIA. Sono tredici le misure cautelari (7 arresti in carcere, 4 arresti domiciliari e 2 obblighi di firma) eseguite all’alba di oggi dai finanzieri del Comando Provinciale di Foggia – Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF) al termine di un’attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo dauno, grazie alla quale si è potuta scoprire l’esistenza di un molto ben organizzato gruppo criminale dedito alle frodi sui prodotti petroliferi.

I controlli della GDF sulle accise
Gli odierni provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria – a cui si aggiunge un sequestro di beni mobili, immobili e valori per un importo complessivo che supera i 5 milioni di euro – giungono come conseguenza d’un dettagliato scenario probatorio nel quale i finanzieri agli ordini del Comandante Provinciale, Colonnello Leonardo Ricci, hanno raccolto prove su un’illecita commercializzazione di gasolio ad uso agricolo sottratto al pagamento delle accise.
Secondo gli investigatori della GDF i responsabili, nel mettere a punto il loro disegno criminoso, si sarebbero avvalsi di qualcosa come 27 società (alcune delle quali appositamente costituite) interposte nei loro traffici e soprattutto usate come veri e propri “generatori” di fatture per operazioni inesistenti al fine di cedere gasolio agevolato ad uso agricolo verso soggetti non autorizzati, in prevalenza ad aziende operanti nel settore dell’autotrasporto e che in quanto tali sono perciò prive di autorizzazione UMA (Utenti Motori Agricoli) con la quale è possibile prelevare determinati quantitativi di gasolio ad accisa ridotta, proprio perché si tratta di carburante non impiegato per l’autotrasporto bensì per alimentare i motori dei mezzi agricoli e di altri macchinari utilizzati nelle colture.

Il Palazzo di Giustizia di Foggia
Sfruttando tale metodologia truffaldina (certamente non inedita in questi casi) oltre 3 milioni e 200 mila di litri di gasolio ad uso agricolo sarebbero invece stati “dirottati” per essere consumati in frode, dunque immessi nel parallelo mercato nero dell’autotrazione generando così ricavi a molti zeri oltre che un sicuro danno per le casse dello Stato.
L’esame degli elementi acquisiti mediante complesse ed accurate indagini tecnico-finanziarie, l’analisi della documentazione contabile ed extra-contabile rinvenuta nonché la consultazione delle banche-dati in uso al Corpo, hanno così permesso di ricostruire come al centro dell’impianto frodatorio ci fosse un deposito commerciale ubicato ad Orta Nova (Foggia), dalla quale sarebbe stato smistato gasolio agevolato – per esclusivo uso agricolo – in favore di soggetti che non ne avevano titolo mediante l’emissione di falsa documentazione contabile, idonea questa a fornire un paravento amministrativo e contabile al traffico in questione oltre a camuffare i reali destinatari di tutto quel carburante.
Per ogni cessione illecita, sempre stando a quanto accertato dagli investigatori delle fiamme gialle, venivano emessi altrettanti DAS (Documento di Accompagnamento Semplificato) accompagnati da relativa fattura di vendita che ne giustificava la cessione.
Il prodotto petrolifero, che formalmente appariva così scaricato in piena regola, anziché finire nei serbatoi di trattori, trebbiatrici, ecc. veniva invece trasportato presso due centri di stoccaggio clandestini siti sempre in zona Orta Nova e da lì distribuito a ulteriori grossisti oppure ceduto ad utenti finali.
Per rendere l’idea delle proporzioni del traffico messo in piedi dai responsabili, basti considerare come gli stessi siano dovuti ricorrere ad un’accurata contabilità parallela – che gli investigatori sono comunque riusciti a decifrare – per poter tenere traccia dei notevoli quantitativi di carburante gestiti all’interno dei loro lucrosi traffici, oltre che di tutti gli incassi che ne derivavano.
Al centro della vicenda spicca poi la figura di un soggetto del posto, il quale, avvalendosi di suoi stretti quanto fidati collaboratori, era il dominus di tutte le decisioni relative all’organizzazione.
Era infatti lui a gestire i capitali derivanti da tale business illecito come anche a decidere quali fossero i soggetti ai cui cedere il gasolio messo a disposizione dal deposito commerciale in questione.
Lo stesso soggetto, nella necessità di evitare i sempre possibili accertamenti patrimoniali, si è altresì premunito d’intestare a prestanome la titolarità dei suoi beni nonché la disponibilità di denaro suo e di suoi sodali, mentre la gestione dei depositi clandestini era invece affidata al figlio e ad altri suoi “soci” i quali non avevano tralasciato l’aspetto “sicurezza” dell’impianto da loro curato, che era stato addirittura dotato d’un efficiente sistema di videosorveglianza peraltro integrato dall’utilizzo di un drone.
Allo stato attuale sono trenta le persone indagate – a vario titolo – dalla Procura della Repubblica di Foggia per i reati di associazione a delinquere, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici ed irregolarità nella circolazione dei prodotti soggetti ad imposta, falsità materiale ed ideologica in atti pubblici, frode in commercio, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi, trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio.
Tra il sequestro da oltre 5 milioni di euro – che gli inquirenti ritengo sia il provento della frode oltre che oggetto di attività di autoriciclaggio – figurano invece il citato deposito commerciale, un autoparco sito a Ordona (Foggia), 2 autovetture e un’imbarcazione a motore, 5 furgoni, un’autobotte, 2 autocarri e 2 carrelli elevatori, 77 fra contenitori e cisterne per carburanti completi di erogatori oltre a somme di denaro, conti correnti, libretti di deposito beni nonché altre utilità tutte riconducibili ai membri del citato gruppo criminale.
In ordine ai fatti qui esposti va in ogni caso precisato che, indipendentemente dal pesante quadro indiziario raccolto dalle indagini nonché dai provvedimenti cautelari a cui oggi è stata data esecuzione, tutti gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti fin quando non saranno stati raggiunti da eventuale sentenza definitiva di condanna.
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