Guardia di Finanza: a Messina furto e contrabbando di gasolio agevolato al porto di Milazzo. Sequestrati 27 automezzi utilizzati per il trasporto fuori dagli spazi doganali

Di Gianluca Filippi

MESSINA. Ventisette veicoli utilizzati da 24 portuali in servizio nel porto di Milazzo (Messina) sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Messina perché impiegati nel trasporto – in contrabbando – di gasolio illecitamente sottratto dai rimorchiatori operanti nel citato scalo marittimo.

I provvedimenti di sequestro in parola, disposti dal GIP del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, giungono all’esito di indagini che le Fiamme Gialle della Compagnia di Milazzo hanno compiuto monitorando le azioni dei marittimi in questione, documentando in tal modo agli inquirenti numerosi episodi nei quali gli stessi, con metodicità e con modus operandi molto efficaci, erano soliti sottrarre gasolio dai mezzi navali su cui risultavano imbarcati.

Autovettura operativa veloce della Guardia di Finanza di Messina

Centinaia di litri di gasolio di chiara provenienza furtiva e trasportati all’esterno dell’area doganale senza scontare l’imposta di fabbricazione e quella sul valore aggiunto, il che ha dunque concretizzato l’ipotesi del reato di contrabbando.

Nel quadro probatorio prodotto dai Finanzieri è, dunque, emerso un efficace meccanismo fraudolento che consentiva ai marittimi in questione di trafugare gasolio ad accisa agevolata (poiché destinato all’alimentazione di motori navali) travasandolo in taniche ed altri contenitori. Carburante che poi finiva in tutt’altri usi, come quello di alimentare le auto degli indagati oppure per essere rivenduto a terze persone.

Va, inoltre, rilevato come la vicenda avesse già cominciato ad affiorare nel corso del corrente mese ma, nonostante fossero già intervenute alcune perquisizioni e sequestri di gasolio trafugato, oltre che di taniche utilizzate per l’occultamento, l’illecito traffico non si era comunque interrotto.

Finanziere impegnato in attività di intercettazione

Per tali motivi la competente Autorità Giudiziaria ha, dunque, emesso il relativo provvedimento cautelare del sequestro, finalizzato alla successiva confisca, di tutti i veicoli utilizzati per il trasbordo del carburante contrabbandato fuori dagli spazi doganali.

Misura che ha così impedito la reiterazione del reato in danno della società armatrice e delle casse dell’Erario, nonché per evitare che i veicoli stessi finissero per essere ceduti a terzi o addirittura occultati.

Resta comunque opportuno evidenziare come i provvedimenti cautelari sin qui adottati stiano intervenendo nella fase delle indagini preliminari e siano basati su imputazioni provvisorie il che, nella previsione dei riscontri dibattimentali oltre che nei successivi gradi di giudizio, garantisce per ciascuno degli indagati la presunzione d’innocenza che tale rimarrà sino ad intervenuta sentenza definitiva di condanna.

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