Di Mariateresa Levi
Napoli. Nonostante i festeggiamenti in tono decisamente contenuto a causa dell’emergenza pandemica ancora in atto, l’insana passione per i “botti”, ovvero per gli artifizi pirotecnici proibiti o comunque illecitamente detenuti, non tarda come ogni anno a manifestarsi anche attraverso i sequestri che la Guardia di Finanza compie in larga parte del territorio nazionale.

Operazione della GDF contro i botti illegali
Ed i primi due importanti risultati in termini di quantitativi giungono da Napoli e da Roma, dove i militari delle Fiamme Gialle, nel corso di due distinti interventi, hanno sottoposto a sequestro circa 3.500 chili di questi materiali esplodenti.
La prima attività ha avuto luogo a S. Antimo (Napoli), località in cui Finanzieri della Compagnia di Giugliano in Campania hanno tratto in arresto un 43enne ed un 42enne trovati in possesso di 1,5 tonnellate di fuochi d’artificio prodotti artigianalmente ed altamente pericolosi per il quantitativo di polvere pirica di cui erano dotati.
Si trattava, in particolare, di “cipolle”, “rendini”, “mezze bombe” e “cobra” (questi sono i nomi con cui sono conosciuti sul mercato nero del settore), i quali erano stati stoccati in un magazzino di circa 100 metri quadri sito in una zona densamente popolata e per un quantitativo complessivo di circa 30 mila pezzi, mentre una parte del materiale sequestrato era già stato caricato su un’autovettura pronto per essere smerciato in uno dei tanti “bancarielli” abusivi che qua e là spuntano sulla strada in questo periodo dell’anno.
Un secondo sequestro (da 2 tonnellate) è invece avvenuto nella periferia capitolina, più precisamente in un capannone industriale di Via dell’Omo, dove i Finanzieri del Gruppo di Tivoli sono arrivati a seguito di una pregressa attività informativa.
Il deposito in questione, in questo caso, non aveva al suo interno artifizi pirotecnici proibiti ma il suo responsabile – un cittadino di nazionalità cinese successivamente denunciato – li deteneva però in quantitativi di gran lunga superiori (nello specifico 30 mila confezioni) rispetto a quelli consentitigli dall’Autorità di Pubblica Sicurezza, circostanza questa che, oltre alla portata del fruttuoso business da realizzarsi per l’occasione, ha comportato un mancato tracciamento dei prodotti pirotecnici in questione che sarebbero così potuti essere rivenduti completamente “in nero”.
A questa particolare attività di pubblica sicurezza – che comporta anche non secondari aspetti economico-finanziari – la Guardia di Finanza concorre unitamente alle altre Forze di Polizia, ed è certamente destinata a proseguire almeno sino alla fine dell’anno promettendo già da ora nuovi e rilevanti sequestri.
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