Di Gianluca Filippi
NAPOLI. Sono 530 i giovani (a cui si unisce il proprietario di un’edicola) finiti nella rete dei controlli che la Guardia di Finanza ha predisposto per verificare il regolare utilizzo dei buoni-spesa “18app”, che come noto sono erogati dal Ministero della Cultura a beneficio dei cittadini italiani neo-diciottenni.
Beneficio ideato con il fine di supportare i costi sostenuti per assistere a iniziative e spettacoli di carattere culturale come cinema, musica, concerti, libri, musei e aree archeologiche e monumentali, spettacoli teatrali, corsi di musica, di recitazione o di lingua straniera.
Una forma di sostegno utile e senza dubbio apprezzata.
Tuttavia, in diversi casi, è stata utilizzata in maniera illecita.
Per questo – nell’ambito di specifiche attività di verifica – il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma, ha inviato ai colleghi del Comando Provinciale di Napoli una dettagliata segnalazione su un gestore di un’edicola di Giugliano in Campania (Napoli), sul cui operato sussistevano fondati sospetti di irregolarità.

Autopattuglia della Guardia di Finanza di Napoli
Dai successivi approfondimenti è infatti emerso come l’esercente in questione aveva escogitato un sistema di frode, ovvero quello di “convertire” i voucher di spesa (dal valore di 500 euro) con somme di denaro comprese tra i 150 ed i 300 euro.
In ragione di quanto appurato dagli investigatori della Guardia di Finanza, ben 530 beneficiari dei suddetti buoni hanno dunque preferito ottenere (in maniera del tutto illecita) soldi liquidi dal suddetto commerciante anche se per un valore nettamente inferiore a quello buono, vanificandone così l’intento principalmente formativo e culturale per il quale era stato previsto impiegando risorse finanziarie dello Stato.
Secondo gli investigatori delle Fiamme Gialle attraverso tali scambi voucher/contanti, peraltro intercorsi in una fitta rete di contatti (soprattutto via social) tra la propria clientela, nel periodo 2017 – 2018 lo stesso edicolante sarebbe riuscito a monetizzare 530 buoni “18app” a lui consegnati da altrettanti neo-diciottenni, incassando così 265 mila euro a fronte di beni che lo stesso non ha mai ceduto.
I pagamenti in questione, come rivelato dalle indagini, avvenivano immediatamente all’interno dello stesso esercizio commerciale oppure, in alternativa, attraverso ricariche di carte PostePay nelle disponibilità dei ragazzi.

Attività d’ufficio della Guardia di Finanza
I paralleli accertamenti di natura fiscale hanno, inoltre, acclarato come l’imprenditore non avesse mai avuto in magazzino la disponibilità dei beni che certificava di vendere.
In ragione di tutto ciò, l’Autorità Giudiziaria procedente ha dunque emesso apposito nulla osta a formalizzare le previste contestazioni amministrative a carico dell’edicolante, nonché dei suoi dei numerosi clienti/beneficiari.
Da rilevare inoltre come – su segnalazione della Guardia di Finanza – il Prefetto provvederà ad irrogare le previste sanzioni per un importo triplo a quello indebitamente percepito (fino a 1.500 euro a beneficiario nonché di 795 mila euro per l’edicolante), così come disposto dall’articolo 316-ter – comma 2 del Codice Penale.
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