Guardia di Finanza: a Palermo indagine su truffa ai danni dell’ASP fa emergere maltrattamenti e torture ai danni di pazienti con handicap gravi

Di Marco Lainati

Palermo. Trentacinque ordinanze di custodia cautelare (delle quali 10  carcere), 5 obblighi di dimora del comune di residenza e 13 destinatari della misura interdittiva del divieto di esercitare attività professionali per un anno; sembra quasi il risultato di un blitz anti-mafia eppure i responsabili commettevano tutt’altri reati perché, in questo caso, si è invece trattato di gravi abusi commessi in danno di persone disabili ed ai quali si è unita la scoperta di altri pesanti illeciti.

Le indagini della GDF di Palermo

Tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e frode alle pubbliche forniture; questi sono i non pochi capi d’accusa che la Procura della Repubblica di Termini Imerese contesta in capo ai responsabili all’esito dell’operazione denominata “Relax”, che i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno condotto sul conto di una Onlus la quale – in regime di convenzione con l’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Palermo – forniva servizi di riabilitazione ed assistenza in favore di 23 pazienti affetti da gravi menomazioni fisiche e psichiche.

Per arrivare non solo all’individuazione degli indagati ma anche alle loro singole responsabilità, gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno dovuto lavorare su due paralleli filoni d’inchiesta.

Il primo ha riguardato l’amministratore nonché di soci dell’organizzazione non lucrativa di utilità sociale la quale, simulando proprio la forma “no-profit” ma che nella realtà un profitto lo conseguiva, attraverso la predisposizione di documentazione falsa (relazioni tecniche, rendiconti trimestrali delle prestazioni erogate e planimetrie), è riuscita ad ottenere l’accreditamento istituzionale con la Regione Siciliana ed il successivo convenzionamento con la citata ASP.

Tradotto in cifre, gli artifizi documentali elaborati dai responsabili gli hanno consentito di ottenere erogazioni pubbliche per la più che rispettabile cifra di 6 milioni e 200 mila euro.

Sempre stando a quanto fatto emergere degli investigatori della GDF, una parte di tali fondi (470 mila euro nel dettaglio) anziché essere destinati ai bisogni dei pazienti oppure re-investiti in opere di adeguamento della struttura di ricovero, peraltro connotata da gravi carenze, è stata invece distratta dai soci della stessa Onlus per essere utilizzata in tutt’altri fini (chiaramente privati) come l’acquisto di autovetture, viaggi e soggiorni in albergo, acquisto di gioielli, di articoli enogastronomici, di regalie varie ed altro ancora.

Oltre alle ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e malversazione, ai suddetti responsabili vengono contestati anche episodi di corruzione che hanno riguardato un funzionario della ASP palermitana, il quale si sarebbe asservito ripetutamente alle richieste dei corruttori in cambio dell’assunzione di due suoi parenti.

Contestazioni vengono mosse anche per frode nelle pubbliche forniture, atteso che ai pazienti venivano rese prestazioni sanitarie di molto inferiori rispetto ai previsti standard qualitativi.

Il secondo filone investigativo ha invece consentito di far piena luce su condotte criminose ancor più subdole quanto esecrabili nella loro commissione, poiché hanno visto per vittime persone pressoché inermi tanto che il GIP titolare dell’inchiesta le ha inequivocabilmente qualificate nelle fattispecie della tortura e del sequestro di persona.

Come infatti dimostrato dalle immagini registrate sulle telecamere piazzate dai finanzieri, il personale della struttura era solito ricorrere alle maniere forti per placare ogni accenno di resistenza da parte di persone affette da gravi handicap psichici e fisici, infliggendo al riguardo percosse, negando cibo ed acqua, urlando offese e finanche rinchiudendo i pazienti in una stanza di pochi metri quadri (beffardamente chiamata “stanza-relax”) dove i disabili rimanevano per ore, al buio e senza nemmeno avere la possibilità di espletare propri bisogni essenziali.

In un quadro di situazione pesantemente caratterizzato da inaccettabili abusi, non mancava neppure la massiccia somministrazione di terapie farmacologiche (non giustificate da valide ragioni mediche), che però servivano agli operatori della struttura per mantenere in stato di sedazione le persone a loro affidate e ridurre così l’impegno lavorativo.

Secondo gli inquirenti quello imposto nel centro era un regime di vita assolutamente contrario ad ogni principio di umanità, in disprezzo delle disabilità che avrebbero invece dovuto alleviare ma che invece aggravano con il ricorso a sistemi che hanno tutte le caratteristiche della tortura fisica e psichica, che dunque giustificano pianamente i provvedimenti giudiziari oggi eseguiti ed ai quali si affianca un sequestro di beni da 6.700.000 euro.

Sulla vicenda è comunque doveroso rilevare come le Onlus e le Associazioni di Volontariato svolgano in Italia un ruolo assolutamente meritorio quanto insostituibile, rappresentando con la loro nobile funzione il miglior esempio della grande solidarietà italiana che, proprio per questo, merita di essere preservata dalle sempre possibili manovre truffaldine di personaggi che, invece, tentano di utilizzare tali realtà quale “schermo” per fini che nulla hanno a che vedere con lo spirito di servizio e di carità verso i più deboli ed i più sfortunati.

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