Guardia di Finanza: a Pescara ambulanze, caporalato e appalti truccati, sequestrata una cooperativa operante nel settore dei trasporti sanitari

Di Gianluca Filippi

PESCARA. Un intero compendio aziendale tra automezzi, terreni e fabbricati è stato sequestrato stamani nelle province di Roma, Milano, Messina e Perugia dai finanzieri del Comando provinciale di Pescara con l’ausilio degli altri Reparti del Corpo competenti per territorio, oltre alle quote sociali detenute dai 235 soci d’una cooperativa operante nel settore dei trasporti sanitari, nonché alle disponibilità finanziarie degli indagati per un importo di circa 200 mila euro.

Un’autopattuglia della GDF a Pescara

Il provvedimento di sequestro, emesso dal GIP del Tribunale di Pescara su richiesta della locale Procura della Repubblica, giunge all’esito di un’indagine che le Fiamme Gialle della città abruzzese avevano avviato sulla scorta di analoga attività condotta da un altro Reparto della GDF; un’attività che aveva riguardato diverse gare di appalto indette per l’affidamento dei servizi di trasporto in ambulanza.

Le citate gare erano state vinte proprio dalla cooperativa finita nelle attenzioni degli investigatori, ed avevano riguardato servizi da rendere su larga parte del territorio del nazionale (Pescara, Pavia, Milano, Roma, Perugia e Ancona) salvo scoprire successivamente come le stesse gare fossero state turbate, ragion per la quale erano dunque state contestate frodi nell’esecuzione del servizio pubblico.

Come dimostrato dalle indagini della GDF la cooperativa in questione – attiva con 11 unità locali – agiva utilizzando prestanome con lo scopo di mascherare la sua reale gestione e direzione aziendale, a cui capo figura infatti uno degli indagati già condannato in via definitiva per un reato “specifico”, quello di turbata libertà degli incanti.

Sulla base delle risultanze probatorie prodotte dai finanzieri, gli amministratori della stessa cooperativa sono inoltre accusati di essersi aggiudicati gli appalti proponendo prezzi oltremodo contenuti (praticamente al limite della anti-economicità) assicurando solo formalmente la messa a disposizione d’una consistente flotta di automezzi.

La ragione di prezzi così stracciati, che avrebbero consentito margini di guadagno davvero esigui, era resa possibile dal pesante sfruttamento dei lavoratori costretti a turni massacranti, oltre che da un numero di mezzi impiegati sensibilmente inferiore a quello previsto da contratto.

Per garantire la continuità di questo basilare servizio senza gravare ulteriormente sui pazienti e sulle capacità delle Aziende Sanitarie Locali interessate, ma anche nella necessità di preservare l’impiego occupazionale delle persone che lo rendono, la competente Autorità Giudiziaria ha intanto nominato un amministratore giudiziario affinché assicuri la prosecuzione delle attività nel rispetto delle norme.

Nella vicenda medesima va comunque sottolineato come per tutti gli indagati viga il principio della presunzione d’innocenza, che rimarrà imprescritto sino ad eventuale pronunciamento d’una sentenza irrevocabile di condanna.

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